T6 LAT ITA - Un infinito numero di baci

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI PLUS T6 Un infinito numero di baci La lettura del carme 7 di Giuseppe Aricò tratto da Liber, carme 7 LATINO ITALIANO Il componimento è strettamente legato al carme 5 ( T5). Il poeta immagina di rispondere alla domanda di Lesbia su quanti baci possano bastargli per sentirsi soddisfatto. La risposta è una sequenza molto dotta di sapore aritmetico con il richiamo nale al «malocchio ( p. 43). r s quo Quae t m h | ba s a t o ne s Metro: endecasillabi faleci 5 10 Quaeris quot mihi basiationes tuae, Lesbia, sint satis superque. Quam magnus numerus Libyssae arenae lasarpiciferis iacet Cy re nis, oraclum Iovis inter aestuosi et Batti veteris sacrum sepulcrum, aut quam sidera multa, cum tacet nox, furtivos hominum vident amores, tam te basia multa basiare vesano satis et super Catullo est, quae nec pernumerare curiosi possint nec mala fascinare lingua. 1-2. Quaeris quot superque Nei primi due versi Catullo imposta la domanda ttizia di Lesbia, incorniciandola tra le due allitterazioni* in q (Quaeris quot) e in s (sint satis superque). Al centro della coppia di versi, collocati enfaticamente alla ne del primo, i lunghi baci (per l uso di basiatio p. 393) legano il poeta (mihi) e l amata (tuae). 3-8. Quam magnus amores In questi versi Catullo colloca la prima parte della sua risposta, che consiste nel duplice paragone con i granelli di sabbia e le stelle del cielo, gli uni e gli altri impossibili da contare. La sezione è estremamente dotta ed elaborata. magnus numerus Cy re nis: si parla ai vv. 3-6 della sabbia libica (Libyssae è un grecismo, a cui in genere è preferito Libycus) che si trova a Cirene (Cy re nis presenta eccezionalmente la prima sillaba breve come in Callimaco), terra produttrice del sil o, una pianta medica (lasarpiciferis, lett. fertile di sil o ; è un lungo composto di gusto epico). oraclum Iovis sepulcrum: segue un ulte- 392 Mi chiedi quanti tuoi baci, Lesbia, mi bastino e avanzino. Quanti granelli di sabbia del deserto libico stanno a Cirene, produttrice di silfio, tra l oracolo afoso di Giove e il sepolcro dell antico Batto, o quante stelle nel silenzio notturno spiano gli amori segreti degli uomini, altrettanti sono i baci che bastano e avanzano al tuo pazzo Catullo, che i curiosi non possano farne il conto o i maligni gettare il malocchio. riore, dotta precisazione geogra ca con la menzione del tempio di Giove Ammone (oraclum Iovis) e del sepolcro di Batto, primo re di Cirene (Batti sepulcrum). Soprattutto la menzione di Batto rivela il gusto alessandrino-callimacheo, in quanto proprio Batto è tradizionalmente il nome di un antenato di Callimaco, detto per questo il Battiade . aut quam amores: il secondo paragone, quello con le stelle (sidera multa), introduce quel gusto soggettivo che sempre accompagna l elaborazione formale nel Liber: nel silenzio della notte (cum tacet nox, lett. quando la notte tace ), innumerevoli, le stelle osservano dall alto gli amori furtivi degli uomini (furtivos hominum amores, con iperbato). Si stabilisce così un legame con la situazione concreta della domanda di Lesbia a Catullo, che favorisce il passaggio alla sezione successiva. 9-12. tam te basia lingua tam: in correlazione con quam ai vv. 3 e 7, introduce l ultima parte del carme (vv. 9-12). basia multa basiare: gura etimologica*; riporta (trad. G. Paduano) immediatamente all attenzione il tema dei baci. vesano satis est: la ripetizione della domanda del v. 2 con variatio* della congiunzione coordinante (et in luogo di -que enclitico) e con il verbo all indicativo è accompagnata dal dativo del nome proprio di Catullo, che così si lega a Lesbia, nominata espressamente al v. 2. Il poeta è de nito pazzo con un termine, vesanus, che rimanda al tema della follia d amore, spesso presente nel Liber, in particolare nel carme 8. quae nec lingua: costruisci: quae nec curiosi possint pernumerare nec mala lingua [possit] fascinare. In questi ultimi due versi, occupati da una proposizione relativa con valore consecutivo, è recuperato il tema della necessità di ignorare il numero dei baci per difendersi dal malocchio causato dai malevoli (mala lingua): il pre sso per- in pernumerare indica un operazione compiuta completamente, che non deve essere possibile ai curiosi.

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana