Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI S.V. Bakalowicz, Il poeta latino Catullo legge le sue poesie, 1885. Mosca, Tretyakov Gallery. in breve Valerio Catone, Licinio Calvo, Elvio Cinna e Publio Terenzio Varrone Atacino sono i più celebri poetae novi oltre a Catullo. La loro produzione è nota, per lo più, attraverso frammenti, che permettono di cogliere gli aspetti della nuova poesia e la predilezione per la tematica amorosa. 344 I principali poetae novi Ti presentiamo, di seguito, i principali neòteroi, oltre a Catullo. Publio Valerio Catone (I secolo a.C.), originario della Gallia Cisalpina e appartenente alla generazione precedente, è considerato il maestro dei neoterici. In lui si ritrovano alcuni dei tratti caratteristici della nuova poesia: l aderenza estetica ai caratteri propri della produzione ellenistica; la presenza massiccia di argomenti privati come l amore, spesso cantato attraverso la lente del mito; l attenzione minuziosa al dato metrico e stilistico; le prese di posizione in questioni di natura letteraria e filologica: è da ascrivere a lui la sistemazione dei libri del poeta Lucilio. Conosciamo della sua opera soltanto alcuni titoli: due epilli, Lydia e Diana (o forse Dictynna), e l Indignatio, un testo poetico mordace nel quale, secondo Svetonio (I-II secolo d.C.), si difendeva, tra le altre cose, dall accusa di essere un liberto. Gaio Licinio Calvo (82-47 a.C.), certamente il più rilevante fra i poetae novi dopo Catullo; nella sua breve vita, egli è direttamente impegnato nella vita politica e attacca Vatinio, un cesariano, in un discorso purtroppo perduto. Della sua produzione rimangono una ventina di frammenti, di cui pochi superano il verso. L unico titolo a noi noto è quello di Io, un epillio incentrato sulla storia della sacerdotessa argiva Io che, amata da Zeus sotto forma di nuvola dorata, fu tramutata da Era in una giovenca. Il poemetto sarà molto apprezzato da Virgilio che, nella sesta delle sue Eclogae, imita alcuni suoi versi narrando il medesimo mito. Calvo scrive anche alcuni epigrammi salaci, contro i componenti del primo triumvirato e il loro entourage. Della vita di Gaio Elvio Cinna (85-44 a.C.) si sa poco: originario forse di Brescia, non è probabilmente cesariano, come non lo sono gli altri poetae novi. Narra Plutarco (Vita di Bruto 20) che, durante i funerali di Giulio Cesare, il poeta venne linciato dalla folla inferocita poiché confuso dai sostenitori di Cesare con un omonimo, Lucio Cornelio Cinna, che figurava tra gli assassini del dittatore. La sua produzione è nota per pochi frammenti, ma se ne conosce anche qualche titolo. autore di un Propempticon Pollionis, un carme di buon augurio per un viaggio dell uomo politico, scrittore e poeta Asinio Pollione, e del ben più celebre epillio Zmyrna, poemetto incentrato sulla vicenda tragica di Mirra (la grafia Zmyrna ne rappresenta una forma più rara, in linea con la raffinatezza neoterica) che, innamorata di suo padre, il re Cìnira, si tramutò in un albero, dal cui tronco nacque il dio Adone. Un ulteriore punto di interesse è l assai probabile contatto tra Cinna e il poeta greco Partenio di Nicea (I secolo a.C.), autore di una raccolta in prosa di miti greci a sfondo erotico, gli Erotikà pathèmata ( Le sofferenze d amore ), composti forse per

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Età arcaica e repubblicana