T2 LAT ITA - I veri impegni dei Romani

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI T2 I veri impegni dei Romani tratto da Saturae (vv. 1228-1234 Marx) LATINO ITALIANO In questo frammento, Lucilio ritrae le febbrili attività a cui i Romani si dedicano, senza interruzioni e scrupoli, ogni giorno nel Foro, sede della vita civile e politica, al ne di ingannare gli altri e di trarre il massimo bene cio dagli inganni reciproci. Metro: esametri Nu nc ve ro a ma ni a d no cte m, fe sto a tque pro fe sto Nunc vero a mani ad noctem, festo atque profesto totus item pariterque die populusque patresque 1230 iactare indu foro se omnes, decedere nusquam, uni se atque eidem studio omnes dedere et arti, verba dare ut caute possint, pugnare dolose, blanditia certare, bonum simulare virum se, insidias facere, ut si hostes sint omnibus omnes. Ora invece da mattina a sera, nei giorni di festa e in quelli feriali, il popolo intero e i patrizi allo stesso modo si agitano tutti nel foro, non se ne vanno in nessun luogo, a un solo medesimo intento, a una sola arte si dedicano, di riuscire a raggirare con astuzia, a lottare con inganno, a gareggiare in moine, a fingersi uomini onesti, a tendere insidie: come se fossero tutti nemici di tutti. (trad. E.R. D Amanti) 1228-1234. Nunc vero omnes mani: forma arcaica per mane, mattino . festo atque profesto: la gura etimologica* (l aggettivo profestus, feriale , deriva da festus) contribuisce a esprimere il senso di ripetitività della scena. item pariterque populusque patresque: anche la presenza di queste due coppie, collegate dalla congiunzione enclitica -que, concorre a rappresentare lo stesso senso di ripetitività. iactare: come i successivi decedere e dedere, è un in nito storico (o narrativo), che indica il ripetersi dell azione. I tre verbi si possono tradurre con la corrispondente voce dell indicativo presente. indu: forma alternativa, usata nella poesia arcaica (e da Lucrezio), per la preposizione in. uni atque eidem: a un solo e identico , da collegare a studio. ut possint: subordinata epesegetica, dipendente da arti del v. 1231. Analisi del testo Homo homini lupus Lucilio, in questo frammento, descrive in maniera animata e precisa una delle attività caratteristiche del mondo romano: la frequentazione del Foro. Questa parte della città (ben conservata, nel caso del Foro di Roma; ma quasi ogni città disponeva del suo) rappresentava il centro della vita, nella capitale. Nel Foro si svolgevano attività commerciali, si praticavano culti, si amministrava la giustizia e, soprattutto, si prendeva parte all attività politica. Lucilio pone in evidenza specialmente questo aspetto: quello sociale e politico delle attività forensi. Rispetto, tuttavia, a un semplice ritratto della vita romana, il poeta inserisce nei suoi versi un elemento vibrante e inquietante: i buoni, devoti e impegnati Romani, in realtà, frequentano il Foro unicamente per ingannare, 318 truffare, simulare e dissimulare. L effetto sul lettore è dunque spiazzante, perché all iniziale descrizione di una serie di eventi familiari si sostituisce l amara verità dei torbidi secondi ni umani, verità che culmina nella chiusa del frammento: «come se fossero tutti nemici di tutti (ut si hostes sint omnibus omnes). Stilisticamente, occorre notare l effetto procurato dalla ripetizione di alcuni elementi (festo atque profesto, v. 1228; item pariterque populusque patresque, v. 1229), endiadi* che concorrono a manifestare la ciclicità delle azioni che il poeta descrive; e, ai vv. 1232-1234, il catalogo delle malevole azioni svolte dai Romani, coordinate per asindeto*, quasi, appunto, a costituirne una lista precisa e movimentata.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana