Lingua e stile

Il contesto letterario Una nuova letteratura per una società in mutamento Scena di banchetto, pittura murale, ca 480-470 a.C. Tarquinia, necropoli dei Monterozzi. in breve Proverbi, favole, aneddoti La satira luciliana spazia da argomenti impegnati a temi più leggeri e riflette un patrimonio culturale vastissimo. Oltre a inserire aneddoti e sententiae popolari, come per esempio non omnia possumus omnes, non tutti possiamo tutto (v. 218 Marx), Lucilio attinge anche dalla tradizione favolistica. Nel XXX libro, sul modello di Ennio, che aveva versificato la favola esopica dell allodola (Aulo Gellio, II, 29, 20), narra la favola della volpe e del leone, ricordata anche da Orazio (Epistole I, 1, 70-75). Il tema del cibo, che diventerà tipico della tradizione satirica romana, trova spazio nel XX libro, in cui si descrive il sontuoso banchetto offerto dallo spiritoso banditore Granio a Lucio Licinio Crasso, eletto tribuno della plebe nel 107 a.C. (Cicerone, Brutus 160): Granio rappresenta quella categoria di uomini che affrontano spese folli per assecondare i piaceri del palato; il componimento fungerà da modello per la cena Nasidieni di Orazio (Satire II, 8) e la cena Trimalchionis descritta nel Satyricon di Petronio. Nella varietà di argomenti che caratterizza le satire luciliane trovano spazio favole e aneddoti vari, soprattutto dedicati al tema del cibo. Lingua e stile La lingua e lo stile delle Saturae rispecchiano la varietà di contenuti, situazioni e personaggi. Il lessico è molto realistico e vicino al sermo cotidianus, il parlare comune, e alla lingua comica (in particolare plautina), da cui si prelevano i termini di livello più basso. La riproduzione della lingua della conversazione è ottenuta anche tramite il ricorso a espressioni popolari, colloquialismi, parole straniere. Lucilio accoglie i grecismi, sia quelli di uso volgare sia quelli appartenenti alla lingua parlata dai colti, e li usa nella trattazione di temi di filosofia, di grammatica e di critica letteraria (per esempio, disyllabon, parola di due sillabe , v. 544), ma anche per fini parodistici o derisori (come clinopo das, piedi del letto ; lychnos, lampade , entrambi al v. 15). I versi luciliani si caratterizzano per la molteplicità dei registri e dei livelli stilistici: alla dizione bassa si alterna quella elevata e solenne. Notevoli sono la parodia dello stile magniloquente epico e tragico, le traduzioni e le imitazioni di versi omerici, frequente l uso del formulario epico (calliploca mon callisphy ron, dalla bella chioma e dalle belle caviglie , v. 540; eupatereiam, figlia di nobile padre , v. 545). VIVA VOX Orazio critico di Lucilio La fortuna nell antichità Lucilio è popolare tra i contemporanei: in un frammento del XXX libro (v. 1013 Marx) il poeta si dichiara orgoglioso del successo che ha arriso alla sua opera. Le Saturae sono apprezzate dalle generazioni successive per la lingua e la materia. A Lucilio si ispirano Orazio, Persio e Giovenale; sicuramente Seneca lo tiene a modello per l Apocolocynthosis. Quintiliano (Institutio oratoria X, 1, 94) ne apprezza la straordinaria cultura (eruditio mira), la mordacità (acerbitas) che deriva dalla libertà di linguaggio (libertas) e la molta arguzia (abunde salis). 317

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana