Le satire: i caratteri formali

Il contesto letterario Una nuova letteratura per una società in mutamento in breve Pur vivendo in contatto con l élite politica a Roma è legato a Publio Cornelio Scipione Emiliano e a Gaio Lelio (console nel 140 e protettore di Terenzio), frequenta cioè quella cerchia di intellettuali dagli studiosi spesso chiamata circolo degli Scipioni , Lucilio è il primo Romano di elevata condizione a dedicarsi alla poesia, e in particolare a un solo genere letterario, la satira, che Ennio, il primus auctor, aveva praticato come genere minore rispetto all epica e alla drammaturgia. Lucilio porta la satira a un tale livello da esserne considerato l inventor, nonostante i precedenti di Ennio e di Pacuvio. In considerazione dell importante esperienza luciliana, ben a ragione Quintiliano (Institutio oratoria X, 1, 93) rivendicherà l originalità della satira quale prodotto interamente latino (satura tota nostra est, «la satira è totalmente nostra ). Le satire: i caratteri formali Le Saturae di Lucilio, di cui si conservano 1378 versi, erano ripartite in trenta libri, che ci sono giunti in stato frammentario. La loro sistemazione definitiva si deve a due filologi del II secolo a.C., Lelio Archelao e Vettio Filòcomo; è probabile che a disporre i libri secondo un criterio metrico sia stato il poeta neoterico Valerio Catone. Probabilmente a questa fase editoriale postuma risale anche l attribuzione del titolo di Saturae o Saturarum libri. Non raramente, infatti, le fonti antiche tramandano un testo attribuendogli un titolo differente da quello originariamente voluto dall autore: stando almeno ai frammenti superstiti, Lucilio definisce i propri versi schedia ( improvvisazioni ), poemata ( carmi ), ludus ac sermones ( discorsi giocosi ). L ordinamento della raccolta Lo stato disperatamente frammentario delle Saturae impedisce di avere una visione organica di un opera tanto lunga da essere articolata in trenta libri; sappiamo però che ogni libro conteneva più satire, ciascuna di varia estensione. Risulta La raccolta è ordinata secondo un criterio metrico che non risale a Lucilio. verbum de verbo / Satira / La celebre, orgogliosa affermazione del rètore Quintiliano (ca 35-96 d.C.), il quale rivendica ai Romani la creazione del genere satirico (Institutio oratoria X, 1, 93), assieme all impossibilità di rintracciare un sicuro antecedente nella produzione poetica greca, spinge a credere che la satira sia stata effettivamente elaborata fin dall inizio in ambito italico. La maggioranza dei linguisti riconduce questo sostantivo (che, in latino classico, compare nella forma satura) all aggettivo satur, pieno , etimologia che potrebbe risalire già all erudito Varrone (116-27 a.C.). I sostenitori di questa tesi vedono un probabile referente nella satura lanx, il piatto pieno di offerte sacre di vario genere. Come la lanx, anche la satira appariva nei suoi primi momenti (almeno fino a Lucilio) come riccamente variegata di temi e metri (che potevano essere esametri, metri trocaici o giambici e, forse, anche saturni, ai suoi albori). Un altra tesi, meno fortunata ma comunque possibile, identifica il sostantivo satura con la latinizzazione di un termine etrusco, satir, che indicherebbe genericamente il discorso . Questa interpretazione è sorretta dalla testimonianza dello storico Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.), il quale ricorda (Ab Urbe condita VII, 2, 4) l arrivo, nel 364 a.C., di histriones etruschi che, a differenza dei cantori di fescennini, cantavano «satire piene di melodie , accompagnandosi con il flauto e con le danze. Già nel mondo antico fu elaborata invece una paretimologia, cioè un etimologia fittizia, che faceva risalire il termine latino satura al nome greco dei Satyri, le figure mitiche appartenenti al corteo del dio Dionìso. Questa errata etimologia veniva certo stimolata dal carattere licenzioso dei satiri, spesso ubriachi o rappresentati in atteggiamenti promiscui, ma un importante ruolo era giocato anche dalla volontà di ellenizzare almeno formalmente un genere latino, senza con ciò rinunciare all orgoglioso riconoscimento del proprio primato. Dalla forma grecizzata satyra, già presente nella tarda antichità, si sarebbe poi generata la forma italiana satira . 313

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana