T15 LAT - Il finale della commedia

L autore Terenzio Per approfondire «In che paese mai credi di vivere? Hai sedotto una ragazza, OBIETTIVO OBIETTIVO che non avevi il diritto di toccare. E già questa prima colpa è grande, indegna, RIDURRE LE PARIT DISUGUAGLIANZE seppure umana: l hanno fatto spesso anche altri, onesti come te (rr. 2-4). DI GENERE Le parole di Micione potrebbero compendiare millenni di cultura maschilista ed evidenziare come, in nome della morale dell epoca, la violenza sessuale, pur biasimata, viene tuttavia giustificata come una leggerezza maschile. anche sulla base di tale inveterato modo di pensare che in Italia la violenza sessuale è stata considerata per tantissimo tempo un reato contro la morale, punito con pene piuttosto leggere. Solo dal 1990 la violenza sessuale è diventata un reato contro la persona, punibile con la reclusione da 6 a 12 anni. Con l aiuto del tuo docente di diritto o del referente di educazione civica fai una ricerca sull iter giuridico di questa legge così importante e realizza un PowerPoint di dieci slide in cui sintetizzi i risultati della tua ricerca. cazion CA e CIVI 5 Edu T15 10 Il finale della commedia tratto da Adelphoe, vv. 984-997 (atto V, scena IX) LATINO la conclusione della commedia. Nelle battute immediatamente precedenti, Dèmea ha concesso la libertà a Siro e a sua moglie: Micione, sbalordito, non riconosce più suo fratello. Metro: settenari trocaici 985 990 MI. Quid istuc? Quae res tam repente mores mutavit tuos? Quod prolubium? Quae istaec subitast larg tas? DE. Dicam tibi: ut id ostenderem, quod te isti facilem et festivom putant, id non fieri ex vera vita neque adeo ex aequo et bono, sed ex adsentando indulgendo et largiendo, Micio. Nunc adeo si ob eam rem vobis mea vita invisa, Aeschine, est, quia non iusta iniusta prorsus omnia omn no obse quor, missa facio: ecfundite, emite, facite quod vobis lubet. 984-988. Quid istuc Micio La sequenza delle interrogative, nei due versi che aprono la scena nale, evidenzia lo sbalordimento di Micione. Quid istuc larg tas: che cosa è questo? Quale cosa ha mutato così repentinamente (tam repente) i tuoi costumi (mores tuos)? Quale capriccio (prolubium)? Che cos è questa improvvisa prodigalità (larg tas)? . istuc: pronome formato dal dimostrativo istud (neutro di iste) e dalla particella rafforzativa -ce (così anche istaec al v. 985). mores mutavit: allitterazione*, come anche, al v. 987, vera vita. prolubium: voglia, capriccio ; secondo l interpretazione di Elio Donato, il termine equivale a promptus animus ad largiendum ( animo pronto a elargire ), come viene esplicitato subito dopo. subitast: aferesi. ut id ostenderem largiendo: [la ragione è stata] per mostrare questo (ut id ostenderem), che il fatto che costoro ti reputano indulgente e amorevole (quod te isti facilem et festivom [= festivum] putant; nota l allitterazione facilem festivom), questo non deriva dalla vita vera (id non eri ex vera vita) e tanto meno dal giusto e dal buono (neque adeo ex aequo et bono), ma dall acconsentire, dal perdonare e dall elargire (sed ex adsentando indulgendo et largiendo) . Isti, al v. 986, sono i gli e i familiari di Dèmea e Micione. Secondo Dèmea, la considerazione di cui gode Micione non deriva da un onesto modo di vivere e nemmeno dalla sua equità (id non eri ex vera vita neque adeo ex aequo et bono). 989-991. Nunc adeo lubet Dèmea si ! repetita iuvant p. 279 rivolge poi direttamente a schino: Ora, se per questa cosa (ob eam rem) la mia vita vi è tanto odiosa, perché non assecondo le cose giuste e ingiuste proprio tutte e in tutto (quia non iusta iniusta prorsus omnia omn no obse quor), lascio perdere [queste cose]: spendete, comprate, fate quel che vi piace . Nota l enfasi ottenuta con un impiego insistito delle gure di ripetizione (le gure etimologiche* iusta iniusta e omnia omn no) e di suono (le allitterazioni iusta iniusta e omnia omn no obse quor; anche, al v. 989, vobis vita invisa). missa facio: sottinteso haec oppure omnia (o entrambi). ecfundite, emite, facite: la sequenza dei tre imperativi in asindeto* esprime enfaticamente la ( nta) resa di Dèmea. lubet: forma arcaica per libet. 277

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana