Tua vivit imago - volume 1

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO 15 20 25 Eam nos acturi sumus novam: pernoscite furtumne factum existumetis an locum reprehensum, qui praeter tus neclegentiast. Nam quod isti dicunt malivoli, homines nobilis hunc adiutare adsidueque una scribere: quod illi maledictum vehe mens esse existumant, eam laudem hic ducit maxumam, quom illis placet, qui vobis univorsis et populo placent, quorum opera in bello, in otio, in negotio suo quisque tempore usust sine superbia. Dehinc ne exspectetis argumentum fabulae: senes qui primi venient, ei partem aperient, in agendo partem ostendent. Facite aequanimitas poetae ad scribendum augeat industriam. questa la novità che stiamo per rappresentare: verificate voi se è stato fatto un furto oppure è stato ripreso un episodio che era stato tralasciato perché non interessava. Quanto poi a quello che dicono questi individui in malafede, che note personalità lo aiutino e collaborino assiduamente con lui nella stesura delle commedie, quello che ad essi sembra una tremenda accusa egli la considera il più grande elogio, visto che ha la stima di coloro che sono apprezzati da voi tutti e dal popolo, e della cui opera in guerra, in pace o negli affari, ciascuno, quand era il momento, si è servito senza loro superbia. Ora non aspettatevi la trama della commedia. I due vecchi che verranno in scena per primi, in parte ve la racconteranno, in parte ve la indicheranno nel corso dell azione. Fate in modo che la vostra imparzialità incoraggi il poeta a scrivere. (trad. O. Bianco) furtumne factum: nota l allitterazione, che conferisce enfasi al concetto, sottolineandone in tal modo l assurdità. 15-21. Nam quod sine superbia Nam: introduce la seconda accusa rivolta al poeta, ovvero quella di essere il prestanome di alcuni homines nobilis (= nobiles): l allusione è a Scipione Emiliano e Lelio. adiutare: il verbo adiu to è frequenta- tivo di adiu vo; si tratterebbe, quindi, di un aiuto costante. una: insieme . hic: come al v. 10, anche qui è Terenzio. quom illis placet: la frase va intesa come causale ( poiché gode della stima di quelli ); quom è forma arcaica per cum. in bello, in otio, in negotio: qui Terenzio ricorre alla gura retorica dell accumulazione*. usust: aferesi per usus est di fronte a -s caduca. 22-25. Dehinc industriam Il pubblico viene avvertito che non riceverà nel prologo notizie sull argomento della commedia (ne exspectetis argumentum fabulae), ma saranno i personaggi in scena, Dèmea e Micione (senes qui primi venient), a offrire le prime informazioni. Analisi del testo Il rapporto con i modelli greci e con i predecessori latini In questo prologo il poeta affronta due diverse questioni, una di ordine più propriamente artistico, l altra invece di carattere personale. In primo luogo Terenzio ammette di aver operato una contaminatio, inserendo in una commedia di Menandro una parte di un testo di Dì lo, già utilizzato da Plauto, 268 che però aveva tralasciato proprio l episodio che ora il poeta ha ripreso. Si tratta della prima parte del secondo atto degli Adelphoe: schino rapisce Bàcchide, quindi ha un alterco con il lenone presso la casa di Micione. Le parole di Terenzio ci danno un idea di ciò che era concesso ai commediogra romani e di quanto invece era loro interdetto: era ritenuto lecito,

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Età arcaica e repubblicana