Tua vivit imago - volume 1

L autore Terenzio 30 S STRATA Ti scongiuro, Pànfilo mio, perché non ti rassegni tu a sopportare una contrarietà, qualunque essa sia? Se tutto il resto va come tu desideri, e come a me pare che vada, fammi questo favore, figlio mio, riprendila in casa. P NFILO Oh, povero me! S STRATA Ed io non sono da meno, perché questo fatto non fa a me meno male che a te, figlio mio! (trad. O. Bianco) Analisi del testo Un esempio di humanitas e di femminismo Nel passo proposto Sòstrata si mostra sempre più lontana dal personaggio stereotipato della vecchia litigiosa caratteristico della palliata. Il dialogo presenta, al contrario, una donna amareggiata perché innocente, ma che comunque non nutre astio, bensì soltanto il desiderio di riportare la pace in famiglia. Grata al glio per aver preferito restare con lei piuttosto che con la moglie, è pronta a sacri carsi rinunciando ai piaceri della vita cittadina e alle amicizie: benché lo stesso Pàn lo tenti di dissuaderla, la donna si rivela per la prima volta decisa e ferma nelle sue intenzioni. La sua risolutezza (dettata anche dalla volontà di non esporsi al giudizio malevolo del prossimo) e la sua onestà infrangono tutti gli stereotipi misogini tipici della commedia e fanno di Sòstrata un esempio di quella humanitas tanto cara a Terenzio. una scelta, quella di Sòstrata, della cui portata generale sembra consapevole lei stessa, quando afferma di volersi sottrarre alla «cattiva fama che hanno generalmente le donne (r. 25): una frase nella quale la critica ha visto un implicita espressione della polemica di Terenzio contro la tradizionale misoginia romana e una valorizzazione, viceversa, del punto di vista femminile. Il personaggio di Pàn lo Quello di Pàn lo è un personaggio che, agli occhi almeno di noi lettori moderni, può apparire controverso e persino contraddittorio. Una volta appreso che Filùmena è rimasta incinta dopo essere stata violentata, decide di abbandonarla, con una scelta che trova riscontro nella mentalità antica, ma che certo non si può dire ispirata agli stessi nobili sentimenti che guidano il com- portamento dei personaggi femminili; d altra parte è lui stesso a dispiacersi della propria scelta, confermando il proprio amore per la moglie: «Quanto a riprendere Filùmena con me, non credo proprio che mi convenga, ed io non lo farò, anche se l amo ancora come prima. Mi vengono le lacrime, se penso a quanto sarà vuota la mia vita (vv. 403-406, trad. M. Scaf di Abbate). La stessa contraddizione si coglie nelle parole che Pàn lo rivolge alla madre nel passo in esame: uf cialmente deve far vedere che considera la moglie una sciocca («Cedendo alla sua insipienza, tu te ne vai via dalla città, per con narti a vivere in campagna? , rr. 13-14), ma dentro di sé afferma di stimare e amare allo stesso modo entrambe le donne («Quanto sarei fortunato per tutto il resto, se non ci fosse solo questo, io che ho una madre simile ed una moglie come lei! , rr. 26-27: ovviamente è una battuta pronunciata a parte , cioè senza che Sòstrata la ascolti). Si può, dunque, affermare che tutti i personaggi principali della commedia vivono un con itto tra la volontà di adeguarsi alle convenzioni sociali e quella di esprimere liberamente i propri sentimenti; ma, mentre i personaggi femminili pur preoccupati anche loro del proprio buon nome sono disposti al sacri cio personale per consentire la propria e, soprattutto, la altrui felicità, Pàn lo al contrario appare bloccato dalla necessità di adeguarsi alle convenzioni, tanto che si riunirà alla moglie solo dopo la rivelazione nale sull identità del padre del bambino. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 263

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Età arcaica e repubblicana