Tua vivit imago - volume 1

L autore Terenzio 30 35 40 45 50 andata fuori tu. Pensa, Sòstrata, quanto è ingiusto che da parte tua mi venga un dispiacere simile: sono andato ad abitare in campagna, lasciandovi campo libero e occupandomi della proprietà, perché il nostro patrimonio potesse bastare per sostenere le vostre spese e la vostra tranquillità, senza risparmiarmi la fatica, al di là del giusto e di quanto dovrei per la mia età. E tu, in cambio di questo, non ti sei preoccupata di evitarmi dei guai. S STRATA Non sono stata io, non è successo per colpa mia. LACH TE Ma sì, invece, è sicurissimo! Qui c eri tu sola: la colpa è tutta tua, Sòstrata. Tu dovevi badare alle cose di qua, visto che io vi avevo liberato da ogni altra preoccupazione. Una vecchia, mettersi contro una ragazza! Non ti vergogni? Non dirai mica che è stato per colpa sua? S STRATA No, non lo dico, Lachète mio. LACH TE Ne sono contento per mio figlio, in nome degli dèi: perché, per quello che riguarda te, sono convinto che, per quanto tu ne faccia, non puoi guastarti di più la reputazione. S STRATA Come fai a sapere, marito mio, che non abbia finto di odiarmi per starsene di più con sua madre? LACH TE Cosa dici? Non è indizio sufficiente il fatto che, ieri, quando sei andata a farle visita, nessuno ti ha fatto entrare? S STRATA In quel momento era proprio molto stanca, dicevano: per questo non mi hanno fatto entrare da lei. LACH TE il tuo carattere, più di ogni altra cosa, la sua malattia, io penso. Ed è naturale: tra voi donne non c è una che voglia che il figlio si sposi; magari sceglie il partito che è di vostro gradimento; ma poi, quando hanno preso moglie, su vostro consiglio, per vostra stessa sollecitazione, la mandano via. (trad. O. Bianco) Analisi del testo Un invettiva ingiusta Il dialogo è sostanzialmente un invettiva di Lachète contro la moglie e contro le donne in genere, giocata su una serie di luoghi comuni e di annosi pregiudizi. Le due parole chiave del brano sono fornite entrambe al v. 198: quod hoc genus est, quae haec est coniuratio? («ma che razza è questa, cos è questa congiura? , rr. 1-2). La prima è genus, «razza , detto con disprezzo del genere femminile; la seconda è coniuratio, «congiura (sostantivo che deriva da cum e iurare: il giuramento lega a un vincolo perenne coloro che si sono associati con l intento di agire in modo malvagio). Ammiccando al pubblico maschile, il vecchio si richiama così al preconcetto misogino che vede le donne costantemente coalizzate per mettere in atto azioni sempre rivolte al male ed estremamente pericolose per i mariti e gli uomini in genere. Questa è una delle poche scene in cui Terenzio sembra non discostarsi troppo dalla comicità tradizionale, e quasi rifà il verso alle numerose tirate plautine contro le donne (si pensi, per esempio, all invettiva di Euclione contro Stà la nell Aulularia p. 167). Altrettanto scontata è l accusa, rivolta a Sòstrata, di aver tramato contro la nuora no a indurla ad abbandonare la casa coniugale: è risaputo che tra suocera e nuora non può correre buon sangue («all unanimità, tutte le suocere odiano le nuore , r. 4)! 259

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana