Tua vivit imago - volume 1

L autore Terenzio 245 250 255 260 «At ego infelix neque ridiculus esse neque plagas pati possum . «Quid? Tu his rebus credis fieri? Tota erras via. Olim isti fuit generi quondam quaestus apud saeclum prius: hoc novom est aucupium; ego adeo hanc primus inve ni viam. Est genus hominum qui esse primos se omnium rerum volunt nec sunt: hos consector, hisce ego non paro me ut rideant, sed eis ultro adrideo et eorum ingenia adm ror simul. Quidquid dicunt laudo; id rursum si negant, laudo id quoque; negat quis: nego; ait: aio; postremo imperavi egomet mihi omnia adsentari. Is quaestus nunc est multo uberrimus . [ ] Dum haec loquimur, interealoci ad macellum ubi adven mus, concurrunt laeti mi obviam cuppedenarii omnes, cetarii, lanii, coqui, fartores, piscatores, quibus et re salva et perdita profueram et prosum saepe: salutant, ad cenam vocant, adventum gratulantur. Ille ubi miser famelicus videt mi esse tantum honorem et tam facile victum quaerere, ibi homo coepit me obsecrare ut sibi lice ret discere id de me: sectari iussi, si potis est, tamquam philosophorum habent disciplinae ex ipsis vocabula, parasiti ita ut Gnathon ci vocentur. 244-247. At ego infelix inve ni viam At ego infelix pati possum: l interlocutore risponde che lui non sarebbe in grado di fare il parassita, perché non sa né essere ridicolo (cioè fare il buffone), né sopportare le botte. Tota erras via: sei del tutto fuori strada . Olim isti saeclum prius: un tempo (Olim quondam: dittologia sinonimica) questa categoria [quella dei parassiti] aveva (isti fuit generi, dativo di possesso) un [tale] sistema di guadagno (quaestus), presso la vecchia generazione (apud saeclum prius) . Gnatone vuole evidenziare la differenza dei metodi moderni rispetto a quelli di un imprecisato passato. saeclum: forma sincopata per saeculum. novom: forma arcaica per novum. aucupium: il termine signi ca letteralmente uccellagione ; Gnatone usa, dunque, una metafora* venatoria per indicare l attività del parassita. 248-253. Est genus uberrimus Est genus nec sunt: c è un genere di uomini che pretendono di essere i primi in tutte le cose, e non lo sono : queste sono le vittime privilegiate dei parassiti. consector: il verbo, composto da sector, frequentativo di sequor, e dal pre sso con-, signi ca stare sempre dietro , qui nel senso del parassita che non si allontana mai dalle persone da sfruttare. hisce: a his si aggiunge la particella rafforzativa -ce. ego non ultro adrideo: io non faccio in modo che mi deridano, ma rido con loro di mia iniziativa (ultro) ; il parassita di nuovo genere non si presta a fare il buffone, ma sa compiacere la vanità dei potenti. Quidquid dicunt adsentari: questi versi sono una sorta di manifesto dell adulatore: egli approva (laudo) sia quando una cosa viene detta (dicunt), sia quando quella stessa cosa viene negata (negant), e si è imposto (imperavi) di essere d accordo su tutto (omnia adsentari). Is uberrimus: questo ora è il mestiere di gran lunga più remunerativo . 254. Il verso è stato qui omesso perché si tratta di una breve battuta pronunciata a parte da Parmenone, che sta ascoltando il discorso di Gnatone. 255-259. Dum haec loquimur gratulantur interealoci: avverbio che deriva da interea e loci (genitivo partitivo) e signi ca nel frattempo . cuppedenarii: venditori di ghiottonerie . cetarii piscatores: sono tutti commercianti che accolgono festosamente il parassita ( pescivendoli, macellai, cuochi, salumieri, pescatori ). et re salva et perdita: ablativo assoluto («quando il mio patrimonio era integro ma anche ora che è perduto ; lett. sia sia ). profueram et prosum: Gnatone ritiene di aver giovato (profueram) e di giovare (prosum) ancora spesso a queste persone. 260-264. Ille ubi vocentur Ille id de me: quando il conoscente vede quanto Gnatone sia onorato (mi esse tantum honorem) e come facilmente si procuri da vivere (tam facile victum quaerere), comincia a supplicarlo di insegnare anche a lui come si fa (ut sibi lice ret discere id de me, lett. che fosse lecito a lui imparare ciò da me ). sectari iussi vocentur: costruisci: iussi sectari ( gli ordinai di seguirmi , cioè come discepolo), si potis est ut ( se è possibile che , attenuazione autoironica) parasiti vocentur Gnathon ci ita, tamquam disciplinae ( le scuole ) philosophorum habent vocabula ( i nomi ) ex ipsis ( da loro stessi ). Come i fondatori delle scuole loso che hanno dato il proprio nome ai loro discepoli, Gnatone immagina di dare il suo ai seguaci del nuovo modo di essere parassiti (ma aggiunge con autoironia, quasi a riconoscere l assurdità dell idea, se è possibile ); gli Gnathon ci sono una parodia, in particolare, dei Platonici. 251

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana