Tua vivit imago - volume 1

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO MEN. Chremes, tantumne ab re tuast oti tibi, aliena ut cures, ea quae nihil ad te attinent? CR. Homo sum: humani nihil a me alienum puto. Vel me monere hoc vel percontari puta: rectumst, ego ut faciam; non est, te ut deterream. 80 MEN. Mihi sic est usus; tibi ut opus factost, face. CR. An quoiquamst usus homini, ut se cruciet? MEN. Mihi. CR. Siquid laboris, nollem: sed quid istuc mali est? Quaeso, quid de te tantum commeruisti? MEN. Eheu! CR. Ne lacruma, atque istuc, quidquid est, fac me ut sciam: 85 ne retice, ne verere, crede inquam mihi: aut consolando aut consilio aut re iuvero. 75 (Terenzio, Heautontimorume nos, vv. 75-86) Traduzione di G. Gazzola Traduzione di L. Piazzi MEN. Hai tanto tempo da perdere, Cremète, che non pensi agli affari tuoi e ti occupi di quelli degli altri, che non ti riguardano affatto? CR. Sono un uomo e tutto ciò che è umano mi riguarda. Tu piuttosto interpreta le mie parole come un consiglio per me o come una domanda: se è giusto vivere come fai tu, perché ti imiti anch io; e se non è giusto, per farti ri ettere. MEN. Io sono contento di questa vita, alla tua pensaci tu, come ti pare meglio. CR. Ma chi può essere contento di tormentarsi? MEN. Io. CR. Non vorrei che avessi dei dispiaceri. Ma cosa ti rode, dimmi? Cosa hai fatto per punirti no a questo punto? MEN. Ahimè! CR. Non piangere e fammi capire qual è il tuo problema. Non stare lì muto, fatti coraggio; insomma, abbi ducia in me: sono a tua disposizione per consolarti, consigliarti, o anche per aiutarti in modo più concreto. MEN. Cremète, hai proprio tempo da perdere, se t impicci dei fatti altrui, che non ti riguardano per niente. CR. Sono un uomo. Nulla di ciò che è umano mi è estraneo. Prendi queste mie parole come un consiglio o come una semplice domanda: per imitarti, se hai ragione; per farti ri ettere, se hai torto. MEN. A me va bene così, tu fa come ti pare. CR. Ma a chi va bene tormentare se stesso? MEN. A me. CR. Qualcosa ti addolora? Mi dispiace. Di che si tratta? Dimmi, cosa ti rimproveri per punirti così? MEN. Ahimè! CR. Non piangere! Qualunque cosa sia, con damela. Non restare in silenzio, non temere, abbi ducia in me. Io posso darti una mano con parole, con consigli, con quello che possiedo. COMPETENZE ATTIVE cazion CA e CIVI Per discutere in classe « Sono un essere umano e nulla di ciò che è umano può apparirmi OBIETTIVO estraneo [ ]. Vale a dire: essere consapevole della mia umanità significa rendermi conto che, PACE, GIUSTIZIA con tutte le differenze che ci sono effettivamente tra gli individui, io sono in qualche modo E ISTITUZIONI SOLIDE dentro ciascuno dei miei simili. [ ] Mettersi al posto dell altro è qualcosa di più dell inizio di tutta la comunicazione simbolica con l altro: si tratta di tener conto dei suoi diritti. E quando mancano i diritti, bisogna comprenderne le ragioni. Questa è una cosa che vale per ciascuno di noi di fronte agli altri uomini, fosse pure il peggiore di tutti: il diritto umano che qualcuno cerchi di mettersi al suo posto e cerchi di comprendere quello che fa e quello che sente. Anche se poi è costretto a condannarlo in nome delle leggi che ogni società deve per forza avere (F. Savater, Etica per un glio, Laterza, Roma-Bari 1996). Il filosofo Fernando Savater ritiene che solo entrando nella vita e nei pensieri dell altro sia possibile avere un riscontro della propria umanità. Ma quali sono le conseguenze di un atteggiamento empatico nel momento in cui si deve comminare una pena a chi ha commesso un reato anche grave? Secondo te, è possibile conciliare la comprensione delle ragioni dell altro con l imparzialità a cui il giudice deve improntare il proprio operato? Quanto è opportuno essere clementi e quanto è invece necessaria un applicazione rigorosa delle leggi dello Stato? 248 16 Edu

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Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana