Tua vivit imago - volume 1

L autore Terenzio Analisi del testo Personaggi complessi e in evoluzione La scena mostra bene come i personaggi di Terenzio non siano dei tipi ssi, ma gure complesse, capaci di svelare aspetti diversi della propria personalità e anche di evolvere nel corso della commedia. Menedèmo, per esempio, si presenta inizialmente come il vecchio iroso tipico della palliata: burbero, risponde inizialmente in malo modo alle domande dell interlocutore, invitandolo a occuparsi delle proprie faccende, e solo dopo le sue insistenze si apre e racconta il motivo per cui si è imposto una vita di privazioni. Dal suo racconto emerge il rimpianto per la durezza del proprio comportamento e per l incapacità di comprendere il glio: la sua ostinazione nel voler seguire la tradizionale severità dei padri gli ha fatto perdere Clìnia. Il ravvedimento di Menedèmo lo caratterizza, dunque, come un personaggio dinamico, capace cioè di cambiare atteggiamento di fronte agli eventi e di intraprendere quello che oggi de niremmo come un percorso di crescita interiore. Anche Cremète muterà comportamento nel corso della commedia: dall iniziale apertura («Tu non gli hai mai dimostrato quanto ci tenevi a lui, né lui ha osato aprirsi con te, come si deve fare con un padre , rr. 79-81) passerà infatti, dopo essere stato vittima di un inganno, a un atteggiamento severo verso il proprio glio Clitifone. Anche nel suo caso, dunque, lo spettatore si trova ad assistere a un cambiamento radicale, che, benché di segno opposto rispetto a quello di Menedèmo, avviene anch esso sotto la spinta degli avvenimenti. Il confronto tra i sistemi educativi Quello tra Menedèmo e Cremète è un confronto non soltanto tra due diversi caratteri, ma anche tra due differenti metodi pedagogici: quello tradizionale e severo, di cui Menedèmo si mostra pentito, e quello liberale, fondato sull indulgenza e sulla con denza, professato da Cremète. Sembra evidente che Terenzio, qui come in altre sue commedie (gli Adelphoe in particolare), stia suggerendo la superiorità di quest ultimo metodo. Tuttavia, nel seguito della commedia si scopre che il glio di Menedèmo è un bravo ragazzo (lo si capisce, in effetti, già ora: «quella sua decisione è segno di carattere sensibile e non arrendevole , rr. 55-56), mentre quello di Cremète si rivelerà un autentico scapestrato. Dobbiamo allora pensare che Terenzio intendesse sostenere, in realtà, la superiorità dei metodi educativi tradizionali? una questione di non facile soluzione (la approfondiremo parlando del nale degli Adelphoe T15), ma la risposta più probabile è che Terenzio volesse mostrare come la realtà sia sempre più complessa e sfaccettata degli schemi astratti ai quali tendiamo a ricondurla: del resto, pensiamo a quanto sarebbe noiosa e prevedibile, oggi come al tempo di Terenzio, una commedia nella quale tutto si svolgesse in base all applicazione meccanica di uno schema, con i gli buoni e i padri tolleranti da una parte, e i gli cattivi e i padri severi dall altra. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Che cosa spinge Menedèmo a raccontare la sua storia a Cremète? 2. Che cosa affligge maggiormente l animo di Menedèmo e che cosa ha deciso, dunque, di fare? 3. Qual è il giudizio di Cremète su Menedèmo e su Clìnia? TRADUZIONI A CONFRONTO Ti proponiamo la lettura in lingua originale di una parte del dialogo tra Menedèmo e Cremète (i vv. 75-86) e, di seguito, due traduzioni alternative del passo, una di Gabriella Gazzola e una di Lisa Piazzi. Confronta i tre testi e scrivi un breve commento sulle due versioni italiane, analizzando in particolare le scelte metriche, l aderenza al testo latino, l efficacia della resa; soffermati, inoltre, sui diversi effetti delle scelte di traduzione del celebre v. 77 (Homo sum: humani nihil a me alienum puto). 247

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Età arcaica e repubblicana