LE NOVITÀ DEL TEATRO DI TERENZIO

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO in breve nei suoi aspetti più bassi e corporei, non di rado animata soltanto dal gusto dissacrante delle beffe, delle battute, da tutto ciò che può essere visto come un sovvertimento dell ordine. Terenzio invece, che risente fortemente dell influenza di Menandro, rivendica come modello di umanità l uomo cortese, raffinato, solidale, civile: homo sum: humani nihil a me alienum puto. Sono un uomo: niente di ciò che è umano considero da me estraneo. (Heautontimorume nos, v. 77) L humanitas di cui Terenzio si fa portavoce rifugge dagli schematismi rigidi dei pregiudizi, e utilizza l ironia come arma intellettualmente raffinata, espressione di un relativismo che non identifica alcuna saggezza come assoluta, nemmeno quella della tradizione latina che fa capo alla severità catoniana. La comunicazione, Il tema della comunicazione La modernità di Terenzio sta nella sua capacità di mettere in elemento centrale scena con finezza le relazioni talvolta contraddittorie fra gli individui e le reazioni psicologiche delle commedie, dei personaggi in rapporto a determinati eventi: nello svolgimento dell intreccio si parte, di sopermette lo sviluppo lito, da una iniziale situazione di incomunicabilità, per arrivare a creare infine la comunicazioe la risoluzione dell intreccio. ne, e questo avviene attraverso la riflessione e la progressiva evoluzione interiore dei singoli. Un dato unificante della riflessione terenziana è, dunque, quello della centralità della comunicazione, ma al contempo anche della sua grande difficoltà: spesso vecchi e giovani non si parlano, i vecchi per eccessiva severità, i giovani per timore delle loro reazioni, e il muro di silenzio fra gli uni e gli altri genera sempre una sorta di impasse. Anche quando interviene il classico meccanismo dell agnizione (cioè il riconoscimento finale), l intreccio si risolve soprattutto quando si ritorna in qualche modo a comunicare. „ LE NOVIT DEL TEATRO DI TERENZIO Nelle commedie La nuova funzione del prologo Alla base dell iniziale difficoltà incontrata dai testi terenterenziane il prologo ziani presso il pubblico romano vi è certamente la novità che essi rappresentano: Terenzio è uno spazio che dà è uno sperimentatore e apre nuove strade in un genere che sembrava aver raggiunto la sua voce all autore, forma canonica nell opera di Plauto. L innovazione più vistosa e certamente più nota è coalla difesa della sua opera e delle sue stituita dall eliminazione del prologo espositivo, che nella commedia, quale si era andata scelte poetiche. standardizzando, aveva la funzione di fornire agli spettatori informazioni sull antefatto e spesso sullo svolgimento della vicenda rappresentata. Plauto, e prima di lui i suoi modelli, si erano serviti del prologo per dare conto di ciò che si presumeva accaduto prima dell azione scenica: un personaggio (o talvolta una divinità minore) era chiamato a tale compito, in modo che il pubblico fosse già a conoscenza di alcune situazioni alla base dell intreccio. Terenzio è il primo autore teatrale di nostra conoscenza che impiega invece il prologo per rispondere alle critiche dei suoi detrattori e affrontare questioni di poetica ( T5, T6, T11). Questa innovazione ha una conseguenza importante: il commediografo si trova nella necessità di rimaneggiare significativamente i modelli greci, in modo da introdurre nel testo quelle informazioni che prima trovavano posto nel prologo. Il prologo ci permette, d altra parte, di avere un idea del pubblico a cui l autore si rivolge: è evidente, infatti, che Terenzio, nel momento in cui spiega e giustifica le proprie scelte tecniche e artistiche, intende istituire un dialogo con gli spettatori di livello culturale più elevato. soprattutto al giudizio di questi ultimi, interessati non solo al divertimento immediato ma anche alle innovazioni da lui apportate al genere comico, che egli tiene; e saranno stati, con ogni verosimiglianza, sempre costoro ad apprezzare di più le sue commedie. 226

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana