T3 - La burla come omaggio al dio Riso (Apuleio,

PERCORSI TEMATICI DI TESTO IN TESTO Quintiliano riferisce che, grazie al riso suscitato da una battuta divertente, i giovani tarentini riescono a placare l ira del re Pirro. Con la stessa tecnica, il protagonista di una celebre novella di Giovanni Boccaccio (1313-1375), Chichibìo, «cuoco di Currado Gianfigliazzi, con una presta parola a sua salute l ira di Currado volge in riso e sé campa dalla mala ventura minacciatagli da Currado (Decameron VI, 4). FINO A TE ESERCIZIO ONLINE Dopo aver riflettuto sull episodio contenuto nella Institutio oratoria, leggi su myDbook la novella di Boccaccio, ed esprimi in un testo argomentativo di almeno 20 righe, anche riferendoti alle tue esperienze personali, le tue riflessioni sulla risata che sa ridurre le distanze sociali e risolvere le situazioni conflittuali. T3 La burla come omaggio al dio Riso Apuleio Metamorfosi 3, 9-11 In un episodio della prima parte del romanzo Metamorfosi di Apuleio, il protagonista Lucio è vittima di una terribile burla ordita ai suoi danni dagli abitanti della città di Ipata (in Tessaglia), che ogni anno celebrano la festa del dio Riso prendendosi gioco di una vittima ignara. Nei capitoli precedenti a quelli qui riportati (2, 32; 3, 1-8), Lucio, di rientro da un banchetto a notte fonda, trova davanti casa sua tre grossi uomini che cercano di sfondare la porta. Li tra gge con la spada pensando che siano briganti: il giorno dopo viene arrestato e sottoposto a un pubblico processo, che si svolge nel teatro della città alla presenza dell intera cittadinanza; Lucio rischia la pena di morte e prova a difendersi, ma i magistrati decidono di sottoporlo alla tortura per estorcergli i nomi dei «complici del suo delitto . 5 10 9. Subito furono portati, all uso greco, il fuoco e la ruota, e fruste di ogni tipo. In me cresceva la paura, anzi, mi si decuplicava l angoscia, all idea che non mi lasciassero neppure morire col corpo tutto intero. Ma, a quel punto, la vecchia che aveva messo tutto sottosopra con i suoi pianti, disse: «Ottimi cittadini, prima di mettere in croce questo malfattore, assassino dei miei figli, lasciate che si scoprano i corpi degli uccisi: la loro bellezza, la loro giovinezza vi infiammeranno della giusta indignazione, e saprete quindi essere tanto inflessibili quanto comporta tale delitto . Le sue parole furono applaudite, e subito il magistrato mi ordina di scoprire con le mie stesse mani i corpi che erano stati deposti sul feretro. Io mi rifiutai, e insistevo a non volerlo fare, perché quello spettacolo non rinnovasse il delitto del giorno prima. Ma i littori,1 su comando del magistrato, continuano a spingermi, e alla fine mi prendono dal fianco una mano e la piazzano, per la mia rovina, proprio là sui cadaveri. Costretto, devo cedere: benché contro voglia tiro il drappo e scopro 1. littori: uf ciali subalterni al servizio degli alti magistrati, che precedevano in pubblico portando i fasci littori, simbolo del loro potere. 214

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana