T15 ITA - Il servo filosofo

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO T15 Il servo filosofo tratto da Pseudo lus, vv. 667-693 (atto II, scena III) ITALIANO Nel suo ultimo monologo Psèudolo deve riconoscere, come al termine di un indagine loso ca (satis est philosophatum, «Ma basta losofare , v. 687), che, nonostante l eccezionale disegno da lui concepito, nulla può battere la dea Fortuna, il cui intervento ha risolto tutte le dif coltà. Nel suo discorso, che si chiude con una nuova manifestazione di esultanza, introduce tuttavia anche una breve, ma amara considerazione sulla fragilità umana: per quanto gli uomini si diano da fare, tra fatiche e dolori, alla ne si insinua la morte (atque hoc eve nit / in labore atque in dolore, ut mors obre pat interim, «e cosa avviene? Che tra fatiche e dolori s insinua finalmente la morte , vv. 685-686). 5 10 15 20 PS UDOLO Dèi immortali, quest uomo mi ha salvato la vita col suo arrivo.1 Col suo viaggio, a sue spese, mi ha ricondotto dallo smarrimento sulla via giusta. L Opportunità in persona non poteva giungermi più opportuna della lettera che molto opportunamente mi è stata consegnata. Mi hanno messo in mano il corno dell abbondanza, con dentro tutto ciò che voglio: ogni sorta di tranelli e inganni e imbrogli e soldi e l amica di cui è innamorato il figlio del mio padrone. Come non farò il grandioso e il generoso adesso! Tutti i particolari della mia azione per sottrarre la donna al ruffiano io li avevo già stabiliti e disposti ben in ordine nella mente, secondo i miei propositi: tutto deciso, tutto sistemato. Ma sarà sempre così: cento uomini dei più saggi fanno un piano, e basta una dea, la Fortuna, a sbaragliarli. non meno vero che nella misura in cui un uomo gode della Fortuna supera gli altri e di conseguenza tutti lo chiamiamo saggio. Venendo a sapere che un suo disegno ha avuto successo, lo proclamiamo abilissimo, mentre passa per stolto chi ha avuto insuccesso. Nella nostra stoltezza non ci rendiamo conto della gravità del nostro errore quando cerchiamo bramosamente di ottenere qualcosa: come possiamo sapere se è per il nostro bene? Lasciamo il certo per rincorrere l incerto; e cosa avviene? Che tra fatiche e dolori s insinua finalmente la morte. Ma basta filosofare; chiacchiero troppo e troppo a lungo. Dèi immortali! Non sarebbe cara a prezzo d oricalco2 la menzogna che ho inventata poco fa, sui due piedi, quando mi feci passare per schiavo del ruffiano. Adesso con questa lettera son tre le persone che ingannerò: il mio padrone, il ruffiano e il latore della medesima.3 Evviva! Pari pari, mi tocca qualcosa di diverso da ciò che cercavo: Calidòro che arriva, conducendo con sé uno sconosciuto. (trad. C. Carena) 1. quest uomo arrivo: è il servo del soldato macedone, che ha dato a Psèudolo la lettera con il segno di riconoscimento per riscattare Fenicia, l amata del giovane Calidòro. 190 2. oricalco: è una lega di metalli (sorta di ottone), considerata anticamente molto preziosa. 3. Adesso della medesima: con il suo stratagemma Psèudolo conta di riuscire a ingannare sia il suo padrone Simone, sia il lenone Ballione, sia il messaggero del soldato macedone intenzionato ad acquistare Fenicia.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana