L’Amphitrŭo

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO ! repetita iuvant LA COSTRUZIONE DI OPUS ESSE Il sostantivo opus, operis si trova in unione al verbo essere in una locuzione che esprime bisogno e necessità. Tale locuzione presenta due possibili costruzioni. Nella costruzione personale si esprime in dativo la persona che necessita di qualcosa, mentre la cosa che serve è al nominativo, con il verbo essere regolarmente concordato; questa costruzione è usata maggiormente quando la cosa di cui si ha bisogno corrisponde a un pronome o a un aggettivo neutro, ma la si può trovare anche nel caso di un sostantivo. Lo scopo per cui si ha bisogno si esprime con l accusativo preceduto da ad (quaecumque ad oppugnationem opus sunt, tutte le attrezzature che servono per l assedio , Cesare) o con il dativo di ne (Quae curando vulneri opus sunt sedu lo conpa rat, Prepara con attenzione ciò che serve per curare la ferita , Livio). Nella costruzione impersonale, in cui il verbo essere è chiaramente alla terza singolare, la persona è espressa ancora al dativo, mentre la cosa che occorre può trovarsi: con un in nito o un in nitiva (opus est expectare te, occorre che tu aspetti , Cicerone); con una completiva al congiuntivo introdotta o meno da ut (nil opust resciscat, non deve saperne niente , Plauto); con il supino in -u (ita dictu opus est, si deve dire così , Terenzio); con l ablativo del participio perfetto (nam et prius quam incipias consulto [ ] opus est, infatti prima di agire, bisogna ri ettere , Sallustio); raramente al genitivo e all accusativo. Svolgi&Veri ca Esercizi interattivi 1. Inquadra il QRcode: nei periodi proposti analizza l uso della locuzione opus est e distingui tra costruzione personale e impersonale. all ablativo (cfr. quid mi opust [= opus est] vita al v. 723a); L Amphitru o T10 Uno strano incontro in una lunghissima notte tratto da Amphitru o, vv. 263-307 (atto I, scena I) ITALIANO L An trione che dà il titolo a questa commedia è il re di Tirinto, sposo di Alcmena. Secondo il mito Giove, invaghitosi della bella Alcmena, prende le sembianze del sovrano per trascorrere la notte con la donna. In seguito, la regina genererà due gli: Ercole da Giove e Ifìcle dal legittimo sposo. Nel passo che segue, il servo di An trione, Sosia (dal suo nome deriva la parola sosia nel signi cato che oggi diamo al termine), si avvia al palazzo regio per riferire ad Alcmena del felice ritorno del padrone dopo una lunga permanenza in guerra lontano dalla patria, ma si trova la strada sbarrata da Mercurio, che ha il suo stesso aspetto. Tutto accade nel buio della notte, che, per volere di Giove e in vista del suo incontro galante, è miracolosamente lunga. 5 MERCURIO Ah ah, quest uomo vuol venire qui: gli vado incontro io.1 Mai, oggi, costui si avvicinerà a questa casa, non lo permetterò. Ho assunto il suo aspetto e sono ben deciso a giocarlo. E invero, se ne ho preso su di me la forma e la statura, conviene che ne abbia pure le maniere e un carattere uguale. Ossia devo essere malvagio, furbo, astuto quanto lui, per respingerlo dal portone con la sua stessa arma, la malizia. Ma che gli prende adesso? Guarda fisso al cielo. Osserviamo cosa fa. 1. quest uomo io: Mercurio ha scorto da lontano Sosia che si avvicina. 174

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana