L’Aulularia

L autore Plauto L Aulularia T7 L antefatto della commedia tratto da Aulularia, vv. 1-39 (prologo) ITALIANO Di Plauto ci sono pervenuti quindici prologhi, che, salvo qualche interpolazione, sono considerati autentici, come questo dell Aulularia, commedia probabilmente derivata da un testo di Menandro (che però gli studiosi non sono riusciti a identi care con certezza) e incentrata sulla gura dell avaro Euclione, il cui nome parlante viene dal greco eu- ( bene ) e klèio ( chiudo ), e dunque sottolinea il carattere avido e sospettoso del personaggio. Ad aprire la rappresentazione è in questo caso, secondo un modello usato da Plauto anche in altre occasioni, una divinità minore, alla quale è af dato il compito di esporre l antefatto della commedia: nella fattispecie il Lar familiaris, il nume protettore della casa. 5 10 15 20 GENIO Nessuno si chieda chi sono. Dirò in breve. Sono il Genio familiare1 della casa di dove mi avete visto uscire, casa che abito e proteggo ormai da molti anni, dai tempi del padre e del nonno del padrone attuale. Ma il nonno mi affidò, con molte raccomandazioni e all insaputa di tutti, un tesoro: seppellì delle monete d oro al centro del focolare e mi pregò di custodirle. Quando gli toccò di morire, tanto era avaro che non volle informarne il figlio nemmeno allora.2 Preferì lasciarlo in miseria piuttosto di mostrargli il tesoro; l eredità non fu che un modesto campicello da stentarci la vita a lavorar sodo. Dopo la morte del padre, che mi aveva affidato l oro, comincio a spiare il figlio, per vedere se mai mi onorasse più del padre. Invece spendeva ancor meno per il mio culto e meno mi onorava. Io lo ricambiai a dovere; così muore anche lui in miseria, lasciando un figlio,3 l attuale padrone della casa, stesso stampo del padre e del nonno. Non così la sua unica figlia. Essa mi offre immancabilmente, ogni giorno, incenso, vino e altro, insieme alle sue suppliche, e m inghirlanda di fiori. Per gratitudine verso di lei, della sua devozione, io feci ritrovare a questo Euclione il tesoro.4 Lì, appena lo vuole, ha di che accasare facilmente la figlia, anche se è stata violentata da un giovane di alto rango. Il giovanotto sa chi è lei, ma la ragazza non sa chi è lui, come non sa suo padre ch è stata violentata. Oggi la farò chiedere in sposa per sé da un vecchio vicino di casa, e questo per facilitare le sue nozze col seduttore. Il vecchio che la chiederà in moglie è lo zio del giovane che l ha violentata quella notte, durante le veglie di Cèrere.5 Ma ecco il vecchio che strilla in casa, secondo il suo solito. Vuole scacciar fuori la vecchia serva perché non si accorga di nulla. Credo abbia voglia d ispezionare l oro per paura che l abbiano rubato. (trad. C. Carena) 1. Genio familiare: è una libera traduzione del latino Lar familiaris, una divinità minore che proteggeva il focolare domestico, quindi innanzitutto la casa come luogo materiale. Si tratta perciò di un nume differente dai Penati, che erano invece protettori della famiglia e dello Stato. Il traduttore moderno ha scelto di rendere Lar con Genio per dare l idea di una divinità che protegge, come un Genio tutelare . 2. tanto era avaro allora: questa affermazione del Lare intende sottolineare che l avarizia è un vizio di famiglia. 3. un figlio: Euclione. 4. Per gratitudine tesoro: il Lare è quindi il motore dell azione perché ha a cuore Fedra, la glia di Euclione. 5. durante le veglie di Cèrere: Plauto ha qui sostituito il nome della dea greca Demetra, presente nel suo modello ma probabilmente poco familiare al suo pubblico, con quello della romana Cèrere, dea delle messi. Alla dea Cèrere erano dedicate le feste chiamate Cerealia, che si celebravano in aprile. 165

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana