Fino a noi - La fortuna di Plauto

L autore Plauto Fino a noi La fortuna di Plauto Le numerosissime opere di ispirazione plautina che attraversano i secoli testimoniano la grandezza delle sue commedie. Le commedie varroniane In età tardorepubblicana il testo di Plauto è oggetto di un intensa attività filologica, che culmina nel canone varroniano ( p. 123). Dopo una fase di minore interesse in età augustea, il commediografo di Sàrsina gode di una rinnovata attenzione nel II secolo d.C., quando è riscoperto da lologi e poeti di tendenza arcaizzante: le edizioni realizzate in questo periodo segnano un passaggio fondamentale, perché la selezione delle sole commedie varroniane determina la perdita di tutte le altre. Tra il IV e il V secolo d.C. le commedie riconosciute come autentiche da Varrone sono trascritte non più su rotoli di papiro separati, ma su un unico codice: così sono pervenute fino a noi integre, a eccezione, come abbiamo visto, della Vidularia. La fortuna medievale e Vitale di Blois Durante il Medioevo a Plauto si preferisce Terenzio, più misurato nello stile e più morale nei contenuti, e del commediografo di Sàrsina circolano solo otto commedie (Amphitru o, Asinaria, Aulularia, Captivi, Curculio, Cas na, Cistellaria, Epid cus). Vitale di Blois, un chierico vissuto nel XII secolo che aveva fatto tesoro della cultura latina, contribuisce in maniera significativa alla fortuna medievale di Plauto con le sue due commedie definite elegiache (perché composte in distici elegiaci) e intitolate rispettivamente Geta e Aulularia: il Geta è ispirato all Amphitru o, l Aulularia al Queru lus, adattamento tardoantico dell Aululuria plautina. Le due commedie hanno una grande diffusione, come attesta l ampia tradizione manoscritta, e sono lette anche nelle scuole, contribuendo a riaccendere l interesse per l opera di Plauto. FINO A NOI Una riscrittura tardoantica dell Aulularia Messe in scena e volgarizzamenti: l interesse per Plauto nell età umanistica Plauto conosce una fortuna ben maggiore a partire dalla riscoperta del manoscritto Orsiniano, avvenuta nel 1429 a Colonia per opera dell umanista Nicola Cusano (1400/1401-1464): il manoscritto contiene quattro delle otto commedie già note e le dodici varroniane che risultavano perdute (dal conteggio resta esclusa la Vidularia, della quale si conservano soltanto dei frammenti in un solo manoscritto). Durante il periodo umanistico-rinascimentale l interesse per Plauto si manifesta sia nella ripresa delle rappresentazioni, tanto in latino che in traduzione, sia nell imitazione. La prima rappresentazione di una commedia plautina in volgare si tiene il 25 gennaio 1486 nel cortile del Palazzo Ducale di Ferrara, in occasione dei festeggiamenti in onore di Francesco Gonzaga, fidanzato della giovane Isabella d Este: la commedia scelta sono i Menaechmi, ma pochissime sono le notizie in nostro possesso sulla rappresentazione e ignoto è il nome dell autore del volgarizzamento (cioè della traduzione in volgare). Maggiori informazioni si hanno invece sulla messa in scena, avvenuta l anno seguente sempre a Ferrara, della versione dell Amphitru o, a opera dell autore umanista Pandolfo Collenuccio (1444-1504). Negli anni successivi le traduzioni di ben quattordici commedie plautine vengono rappresentate a Ferrara e altrove, mentre a Firenze nel 1488 è attestata la prima rappresentazione dei Menaechmi in lingua originale, per cui Angelo Poliziano (1454-1494) compone un nuovo prologo ( p. 153). Intanto nel 1472 ha visto la luce l editio princeps dei testi plautini, curata dal filologo Giorgio Mèrula (1430/1431-1494), che compie un accurato lavoro di revisione e correzione del testo. 135

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana