Tua vivit imago - volume 1

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO 15 Haec omnia vidi inflammari, Priamo vi vitam evitari, Iovis aram sanguine turpari. Tutto questo io ho visto distrutto dalle fiamme, ho visto Priamo violentemente privato della vita, ho visto l altare di Giove profanato col sangue. (trad. A. Traglia) Haec omnia turpari: nota il parallellismo che caratterizza questi tre versi, con i tre in niti passivi (i cui soggetti sono, ri- spettivamente, haec omnia, vitam e Iovis aram) posti alla ne di ciascun verso. vi vitam: allitterazione. vitam evitari: gu- ra etimologica (ev to, uccido , da ex- + v ta); lett. la vita tolta con la violenza a Priamo . Analisi del testo Un patetismo portato agli eccessi Tutto il passo è caratterizzato dalla ricerca costante di una forte intensi cazione patetica; alla creazione del pàthos contribuiscono l apostrofe* rivolta da Andromaca a Ettore, il marito perduto (v. 1), le numerose interrogative retoriche e soprattutto le gure di suono: oltre alle numerosissime allitterazioni (oltre a quelle segnalate sopra, anche opibus opis, v. 1; urbe orba, v. 4; fractae et disiectae, v. 5), assumono particolare risalto i due brevi cola* paralleli al v. 4, isosillabici e metricamente equivalenti, Quo acc dam? e Quo appl cem?, legati dall anafora* di quo e dal fatto che entrambi i verbi sono composti con ad-; notevoli sono inoltre le paronomasie auxilio exili (v. 3) e urbe orba (v. 4). La monodia raggiunge poi il suo apice patetico nella triplice apostrofe al padre, alla patria, alla casa di Priamo (v. 8). Assai magniloquente è il seguito della lamentatio (il termine con cui si designano solitamente i lamenti tea- trali del dramma antico), in cui Andromaca continua a rivolgersi alla reggia di Priamo distrutta, rievocandone lo splendore; il testo è impreziosito da gure retoriche (come la metonimia cardine al v. 9) e da vocaboli composti, propri dello stile sublime (epico e tragico), come l aggettivo altiso nus (v. 9) e l avverbio regif ce (v. 12). La monodia di Andromaca (che certo deve buona parte dei suoi effetti a elementi per noi perduti, cioè alla musica e al canto) diviene celebre n dalla prima rappresentazione del dramma: lo testimonia la parodia che ne fa Plauto nelle Bacch des (commedia databile intorno al 186 a.C.), dove il servo Crìsalo dà inizio a una ridicola lamentatio sul proprio padrone con le parole O Troia, o patria, o Pergamum, o Priame, peristi, senex ( O Troia, o patria, o Pergamo, o vecchio Priamo, sei morto , v. 933), riecheggiando il testo enniano, che il pubblico riconosce sotto il travestimento parodico. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Con quale scena drammatica si chiude il passo? Qual è il suo valore simbolico? ANALISI 2. Il passo è caratterizzato anche da una certa sacralità, sottolineata dall uso del lessico. Rintraccia i termini che richiamano la sfera religiosa romana. COMPETENZE ATTIVE cazion CA e CIVI Edu 102 Per approfondire Tutte le guerre del mondo classico si concludevano con un bottino, costituito non solo dai beni dei popoli vinti, ma anche da uomini, bambini e donne che come Andromaca, privati di ogni diritto, diventavano schiavi dei vincitori. Oggi pagine come queste non potrebbero più essere scritte, grazie alle norme della Convenzione di Ginevra, che definiscono i diritti dei prigionieri di guerra. Approfondisci questo argomento cercando in rete questo documento, che presenterai alla classe avvalendoti di alcune slide per leggere e commentare i punti salienti.

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Età arcaica e repubblicana