1.2 Le politiche del libero scambio

ECoNomIA 1.2 Le politiche del libero scambio 349 Per esempio, se gli Stati Uniti decidessero di applicare un dazio del 10% sull importazione nel loro Paese dei formaggi italiani, come il Parmigiano Reggiano, i consumatori statunitensi potrebbero orientarsi verso l acquisto di formaggi nazionali più economici. Altri strumenti protezionisti sono rappresentati da: contingenti di importazione, cioè limiti quantitativi massimi all importazione di determinati beni (per esempio non si può importare dall estero più di un certo numero di automobili); agevolazioni alle imprese nazionali, cioè finanziamenti o sgravi fiscali, con lo scopo di favorire le aziende dello Stato in questione nella competizione con quelle straniere; ostacoli burocratici all ingresso delle merci straniere, cioè controlli alle dogane e procedure amministrative molto complesse tese a scoraggiare l ingresso di merci dall estero. Le politiche protezioniste presentano però alcuni inconvenienti quali: il deterioramento dei rapporti tra paesi, in quanto lo Stato nei confronti del quale è stata adottata questo tipo di politica risponderà probabilmente nella stessa maniera; la difficoltà di approvvigionamento di materie prime non presenti nel Paese; la difficoltà di attrarre capitali e investimenti stranieri, che saranno dirottati verso Paesi con politiche commerciali più liberiste. 1.2 Le politiche del libero scambio La politica commerciale del libero scambio ha lo scopo di eliminare gli ostacoli all importazione di merci, favorendo il libero commercio tra gli Stati. Questo modo di operare consente alle industrie nazionali di specializzarsi nelle produzioni per le quali dispongono di maggiori competenze e in cui c è più convenienza, ricorrendo alle importazioni di merci che non è vantaggioso produrre. Il libero mercato consente inoltre di avere maggiore concorrenza tra le merci nazionali e quelle straniere, con un conseguente miglioramento della qualità e un abbassamento dei prezzi. Un altro vantaggio è dato dal miglioramento delle relazioni internazionali, che comporta a sua volta una maggiore capacità di attrarre capitali stranieri. Anche questa politica però presenta alcuni inconvenienti: aumenta la differenza di sviluppo tra paesi ricchi e paesi poveri, perché i prodotti immessi sul mercato da questi ultimi possono non essere competitivi con quelli dei primi a causa dell uso di tecnologie obsolete. I Paesi ricchi conosceranno pertanto una crescita ancora più rapida a fronte di una più accentuata condizione di inferiorità e debolezza degli Stati meno sviluppati; non aiuta né tutela le imprese nazionali, che in alcuni settori potrebbero trovarsi in difficoltà di fronte alla concorrenza straniera. Per esempio, in Paesi poco sviluppati talvolta la produzione ha dei costi notevolmente inferiori a quelli del proprio Stato, in quanto in tali Paesi è possibile usufruire di manodopera a basso costo e la produzione è gravata da meno imposte e vincoli burocratici. AIUTO ALLO STUDIO n Che cosa si intende per resto del mondo come soggetto economico? n Qual è l oggetto del commercio internazionale? n Qual è lo scopo di una politica commerciale protezionista e quello di una politica del libero scambio?

Diritto ed economia. Istruzioni per l’uso - Per il settore turistico e alberghiero
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