6.2 Concorrenza imperfetta o monopolistica

ECoNomIA 6.2 Concorrenza imperfetta o monopolistica 309 6.2 Concorrenza imperfetta o monopolistica La forma di mercato simile alla concorrenza perfetta e che più si avvicina alla realtà è la concorrenza imperfetta o monopolistica, che si distingue da quella perfetta in quanto ogni impresa, con apposite strategie, è in grado di differenziare il proprio prodotto rispetto a quello delle altre aziende. Un esempio di concorrenza imperfetta è costituito dagli stabilimenti balneari della riviera romagnola. Solamente a Rimini, in 15 km di litorale, sono presenti circa 250 stabilimenti. Queste imprese di piccole dimensioni operano in condizioni simili, sostenendo gli stessi costi e offrendo lo stesso servizio, tuttavia riescono a differenziarsi tra loro cambiando il colore degli ombrelloni, offrendo o meno campi da racchettoni, basket e beach volley e introducendo ogni anno novità, come servizi di baby-sitting, area per animali e così via. La differenziazione del prodotto, che distingue la concorrenza imperfetta da quella perfetta, consente di differenziare anche i prezzi. Questo tipo di concorrenza è vantaggioso anche per i consumatori, dato che l elevata competizione tra le imprese comporta inevitabilmente un abbassamento dei prezzi. Per verificarlo basta confrontare il costo del noleggio di una sedia sdraio a Rimini e in una spiaggia delle Cinque Terre, dove pochi stabilimenti balneari si spartiscono il mercato. ECONOMIA NEL QUOTIDIANO Al giorno d oggi il mercato è caratterizzato da una competitività sempre più accesa: ciò significa che l imprenditore deve misurarsi con la concorrenza differenziando il suo prodotto per ottenere la preferenza dei consumatori. Per raggiungere questo obiettivo deve essere in grado di analizzare le funzioni economiche, cioè le funzioni di domanda e offerta, al fine di determinare il giusto prezzo di vendita. Se tu fossi il proprietario di un bar nel centro del tuo paese a quanto potresti vendere un caffè? Per prima cosa occorre calcolare il costo unitario di una tazzina di caffè: caffè 7 g = 0,09 zucchero 5 g = 0,02 totale = 0,11 A queste spese dovrai sommare alcuni costi fissi (retribuzione del personale, affitto del locale, tasse). Supponiamo che incidano per il 20%, quindi per circa 0,02 su ogni tazzina di caffè. Il costo unitario della tazzina di caffè risulterà quindi pari a: 0,11+ 0,02 = 0,13 Infine ricordati che al prezzo di vendita dovrai aggiungere l IVA al 10%. Considerando che i bar vicini vendono un caffè a 1,10, a quale prezzo venderai il tuo caffè? Quale strategia potresti adottare per aumentare la domanda e differenziare il tuo prodotto?

Diritto ed economia. Istruzioni per l’uso - Per il settore turistico e alberghiero
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