L’autore - Francesco d’Assisi

LA POESIA RELIGIOSA DEL DUECENTO L AUTORE Francesco d Assisi La vita Francesco, nato ad Assisi nel 1182, è il figlio di un ricco mercante, ser Bernardone; la madre è francese, da cui il nome Francesco. Destinato a seguire le orme del padre, non intende occuparsi di stoffe: le sue ambizioni sono diventare un cavaliere, dimostrare il suo valore in battaglia e sposare una giovane nobile. Una profonda crisi religiosa, tuttavia, opera in lui un importante cambiamento interiore. In tal senso è determinante l esperienza del carcere: dal 1202 al 1203 è fatto prigioniero dai Perugini, contro i quali Assisi si era mossa in guerra. Nel 1206 giunge alla conversione religiosa e, successivamente, alla decisione di vendere tutti i suoi beni e distribuire il ricavato ai poveri. Quindi rinuncia a ogni possesso materiale, compresi gli abiti ricevuti dalla famiglia d origine, con un gesto eclatante: si denuda in pubblico di fronte al padre e al vescovo di Assisi, dimostrando così la scelta irrevocabile di una povertà radicale. Francesco stabilisce che allo stesso modo vivano anche i suoi compagni: essi dormono dove capita, indossano abiti poveri e camminano scalzi. In segno di umiltà decidono di chiamarsi frati minori. Nei lebbrosari Francesco assiste gli infermi in condizioni difficilissime. Proibisce a chi lo segue di chiedere denaro in elemosina, perché così facendo dice si ruba la parte che spetta ai poveri. Tutti i frati devono mantenersi lavorando con le proprie mani, aiutando i contadini nei campi, oppure accettando qualsiasi lavoro, purché onesto. In cambio possono ricevere soltanto un po di cibo. Il riconoscimento da parte della Chiesa Inizialmente la scelta di Francesco non ha buona accoglienza presso le alte gerarchie ecclesiastiche, che la guardano con sospetto perché sembra mettere in discussione gli stili di vita consolidati del clero, abituato a vivere negli agi. Tuttavia Francesco non si pone mai in urto con la Chiesa. Piuttosto che condannare, preferisce agire con la forza trascinante del suo esempio. Nel 1210 il suo ordine ottiene una prima approvazione, sebbene solo verbale, da papa Innocenzo III. Nel 1219 Francesco si spinge fino in Egitto, durante la quinta crociata (1217-1221), per convincere i crociati a non uccidere i nemici nel rispetto dei precetti cristiani, ma non viene ascoltato. Si reca allora nel campo nemico e rimane diversi mesi fra gli infedeli a predicare, trattato con molto onore dal sultano. Nel 1223 papa Onorio III, finalmente convinto della bontà delle idee di Francesco, approva la regola del suo ordine religioso. La tradizione afferma che l anno successivo Francesco riceve le stimmate sul monte della Verna (nell Appennino tosco-emiliano, tra il Casentino e la Val Tiberina). Muore nel 1226. La difficile eredità di Francesco Mentre il santo è ancora in vita, tra i confratelli nascono problemi e contrasti. Molti infatti non accettano di vivere secondo le sue idee, che impongono la durezza della povertà assoluta. Francesco preferisce rinunciare alla guida dell ordine, rimanendo tuttavia un punto di riferimento per i compagni con la forza del suo esempio. Alla sua morte, il disaccordo diventa più acuto. Molti frati vogliono accettare le donazioni di case, denaro e terre che parecchi devoti lasciano in eredità all ordine. Inoltre non intendono più limitarsi al lavoro manuale. La loro occupazione è studiare e predicare: per questo sostengono è giusto permettere che i fedeli mantengano i frati con le loro elemosine. Circa trent anni dopo la morte del santo, i francescani si dividono così fra i conventuali, che interpretano in maniera più morbida il modo di vivere del fondatore, e gli spirituali, che preferiscono seguire i suoi insegnamenti in maniera più rigida. I francescani hanno un secondo ordine, di monache di clausura, le clarisse (la loro santa è Chiara d Assisi), e un terzo ordine, di laici e laiche (i cosiddetti terziari francescani). Nel Cinquecento alcuni francescani che vogliono seguire ancora più strettamente l esempio di Francesco danno vita a un nuovo ramo dell albero francescano, tuttora presente: i frati cappuccini. Le opere Di Francesco restano alcuni scritti in latino: la Prima regola, la Seconda regola, il Testamento e 28 Admonitiones (Ammonizioni, cioè insegnamenti e consigli) ai fratelli. Tuttavia il suo testo più importante dal punto di vista letterario è una poesia in volgare umbro: il Cantico delle creature o Cantico di frate Sole (ma il titolo tramandato dai manoscritti è in latino, Laudes creaturarum, cioè Lodi delle creature). Secondo la tradizione, Francesco l avrebbe composto due anni prima di morire, per aggiungervi però gli ultimi versi (dal v. 23 in avanti) in prossimità della morte. 67

Specchi incantati - Le origini della Letteratura
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