Specchi incantati - Le origini della Letteratura

La letteratura delle origini | UNIT 1 A tu per tu con il testo Che cosa si è disposti a patire per amore? Quali prove siamo pronti ad affrontare? Lancillotto ci invita a credere che la passione non è autentica se è disgiunta dal sacrificio e che l appagamento e la gioia sono possibili soltanto quando abbiamo tollerato il dolore, le ferite (metaforiche o, perfino, reali), le avversità. Nei racconti del ciclo arturiano, l amore è come una religione, la donna come un dio. Certo, i comandamenti della cortesia non rientrano più nel rituale del corteggiamento degli adolescenti di oggi, ma perché l amore inteso come nobiltà di sentimenti deve essere considerato per forza una fisima sdolcinata di un tempo che fu? Analisi 52 Un sentimento non solo spirituale Amore domina l incontro tra Lancillotto e Ginevra: è lui, sin da subito, a suggerire ai due gli argomenti di conversazione (Discorrono a lungo di tutto ciò che dà loro piacere. La materia non manca: Amore ne dà loro in abbondanza, rr. 4-5); è ancora lui a spingere la regina ad accogliere tra le sue braccia il cavaliere, una volta che questi è riuscito a raggiungerla nelle sue stanze. Il sentimento che li lega è alto e puro: Niente di basso o di volgare tocca il proposito che albergano (r. 63). Si tratta, per quanto concerne Lancillotto, di un sentimento eroico: nel divellere le sbarre di ferro della finestra della camera della regina si ferisce alla mano e gli si stacca addirittura la prima falange di un dito, ma lui del sangue che ne stilla goccia a goccia non si accorge neppure (r. 89). Ed è un sentimento adorante, che conduce Chrétien quasi ai limiti della blasfemia quando sostituisce la donna agli oggetti del culto propriamente religioso: non crede in nessuna santa reliquia quanto crede in lei (rr. 93-94); si volge verso la camera e si inchina come davanti a un altare (rr. 120-121). Poi però, travolti dalla passione, i due amanti si concedono anche il piacere dei sensi: la lunga servitù d amore di Lancillotto può ottenere, finalmente, la propria ricompensa. La presenza del narratore In un racconto caratterizzato da uno stile semplice e da una sintassi elementare, il narratore compare indirettamente come voce che interviene a commentare, seppure sobriamente e quasi sempre per via allusiva, quanto si svolge sulla scena. Lo fa attraverso alcune notazioni di sapore ironico riferite all urgenza passionale di Lancillotto: ma non è al suo letto che pensa (rr. 48-49); su ben altro è appuntato il suo pensiero (rr. 89-90); e quando, ammiccando al lettore attraverso la figura retorica della reticenza, afferma che non descriverà nei dettagli la notte di passione tra i due amanti: ma serberò per sempre il silenzio più assoluto su ciò di cui in un racconto è bene tacere (rr. 103-104). Raccontando la partenza di Lancillotto, all alba, dal letto di Ginevra (se il corpo si allontana, il cuore resta lì, rr. 110-111), introduce un osservazione: Ma qualcosa del suo corpo anche è rimasto: le lenzuola sono macchiate e tinte del sangue che è piovuto dalle sue dita (rr. 111-112). quasi un anticipazione (prolessi), poiché la scoperta di tale dettaglio sarà all origine di un accusa di adulterio da parte di Meleagant nei confronti di Ginevra.

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