L’Optical Art e l’Arte cinetica

L’OPTICAL ART e l’ARTE CINETICA

In 2 parole
Ricerche basate sulla scienza della PERCEZIONE VISIVA e del MOVIMENTO

Le ricerche scientifiche degli anni Sessanta influenzano anche le espressioni artistiche: alcune, come la Optical Art, puntano a riprodurre la percezione del movimento in pittura come fenomeno ottico; altre, come l’Arte cinetica, si interessano alla riproduzione del movimento reale.
Gli inganni visivi di Vasarely

Victor Vasarely (Pécs 1906-Parigi 1997) è un rappresentante dell’Optical Art. La sua pittura è fatta di frammenti geometrici, in bianco e nero o colorati. Nella sua opera si possono riconoscere due costanti:

  • l’uso di forme semplici, ripetute in serie, oppure di griglie geometriche;
  • un dinamismo ottenuto mediante il singolare accostamento dei colori e l’improvvisa variazione nella dimensione e nella forma dei singoli elementi.

L’intento è quello di colpire e destabilizzare la percezione visiva: si stabilisce così un rapporto intimo e molto personale fra l’opera d’arte e l’osservatore.

Vega-Nor fa parte di una serie di opere in cui Vasarely usa un particolare tipo di distorsione, detta “distorsione sferica”, che modifica la regolarità geometrica della composizione creando un effetto ottico molto originale: la griglia sembra “uscire” dal dipinto espandendosi nello spazio.

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Le sculture mobili di Calder

I mobiles dell’artista statunitense Alexander Calder (Lawnton 1898-New York 1976) sono strutture tridimensionali composte da fili d’acciaio e piccoli fogli d’alluminio colorati, sospese al soffitto o alle pareti, in perenne movimento.

La composizione Trappola per aragoste e coda di pesce è un esempio di Arte cinetica: una scultura fragile e leggera in equilibrio instabile, che si muove nello spazio, attivata da un semplice spostamento dell’aria, e cambia così continuamente la propria forma.

Le macchine inutili di Bruno Munari

Bruno Munari (Milano 1907-1998) esordisce nel 1932 in una mostra futurista che si tiene alla Galleria Pesaro di Milano.

L’iniziale vicinanza all’ambiente futurista lo porta a sviluppare un forte interesse per il dinamismo e il movimento. Proprio agli anni Trenta risalgono le sue Macchine inutili: elementi colorati di materiali diversi che, appesi mediante sottilissimi e invisibili fili di seta, sono lasciati fluttuare nell’aria. L’artista stesso dice che l’idea delle macchine inutili è scaturita dalla volontà di donare movimento ai quadri astratti.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte