La scultura egizia

La SCULTURA egizia

In 2 parole
REGOLE e MODELLI FISSI per millenni

La ripetizione costante di modelli tradizionali e di regole che, con poche eccezioni, si nota nella pittura è presente anche nella scultura egizia.

Sia nella scultura monumentale (a tutto tondo o ad altorilievo), sia nelle statuette votive di piccole dimensioni che facevano parte dei corredi funerari, la figura di solito è in piedi o seduta, in posizione statica e vista frontalmente.

Le immagini dei sovrani

Pochi elementi cambiano nel corso dei millenni nell’organizzazione sociale e religiosa degli Egizi, e così quasi niente si modifica anche nella raffigurazione ufficiale dei sovrani. La scultura è al servizio del potere e della religione, quindi gli artisti hanno il compito di raffigurare il volto del sovrano in modo realistico, perché sia riconoscibile, ma allo stesso tempo di ricordarne i caratteri divini di immortalità ed eternità. Per questa ragione il faraone è effigiato sempre giovane anche se nella realtà non lo è più.

Il faraone Thutmosi III, seduto con le mani sulle cosce, indossa i simboli del potere: il nemes, caratteristico copricapo di tela che dalla testa scende sulle spalle, e il cobra, simbolo del potere dei reali, sulla fronte. Ha lo sguardo fisso in avanti, come se guardasse oltre il mondo terreno, per sottolineare il suo legame con la divinità. Il suo volto è appena scaldato dall’ombra di un sorriso.

 >> pagina 45 
Una bellezza regale

Il faraone Akhenaton (1375-1334 a.C.) cercò di modificare la religione egizia imponendo il culto di un solo dio, Aton, e fondò anche una nuova capitale del regno, Amarna. Proprio in questa città nel 1912 fu ritrovato il Busto della regina Nefertiti, che ritrae la sua sposa (1366-1338 a.C.), nota già nell’antichità per la sua bellezza: il nome Nefertiti significa infatti “la bella è arrivata”.

Nell’opera, la regina è raffigurata con un alto copricapo blu cinto da un nastro colorato, mentre il cobra, simbolo del potere dei faraoni, che doveva trovarsi sulla fronte, è andato perduto; sul petto indossa l’usekh, l’ampio collare di gemme colorate.

I lineamenti del volto sono eleganti, il naso è piccolo e sottile, gli occhi sono evidenziati da una leggera linea nera, mentre le labbra rosse accennano un lieve sorriso. L’artista ricavò probabilmente i tratti del volto della regina da un calco in gesso, che seguì come modello: l’effetto è di forte somiglianza alla realtà.

beni culturali
TUTELA DEL PATRIMONIO Il Museo Egizio di Torino

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo al mondo dedicato interamente alla cultura egizia ed è considerato secondo soltanto al Museo del Cairo, in Egitto, per il valore e la quantità dei reperti che conserva.

Fondato nel 1824 da Carlo Felice di Savoia, nel 1832 il museo aprì al pubblico e nel corso di tutto l’Ottocento continuò ad arricchirsi di antichità egizie. Le sue collezioni crebbero soprattutto a inzio Novecento, grazie a Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina, che dalle loro missioni archeologiche in Egitto riportarono circa 30 000 reperti.

L’istituzione oggi è molto attiva nella ricerca e nella divulgazione: ha una grande biblioteca specializzata e una collezione dei papiri interamente accessibile online.

Inoltre, il museo continua a investire in restauristudi analisi non invasive dei reperti, per permettere una conoscenza sempre più approfondita della cultura egizia. All’interno è allestita anche un’area restauro, visibile ai visitatori.

InsegnArti - volume B
InsegnArti - volume B
Storia dell’arte