Il Futurismo
Il FUTURISMO
In 2 parole
L’esaltazione della MODERNITÀ, del DINAMISMO e dell’INNOVAZIONE
Carrà e l’impegno attivo
Tra gli ideali del Futurismo rientra anche la celebrazione della guerra: non a caso molti futuristi si arruolano alla vigilia del primo conflitto mondiale. Questo tema emerge in Manifestazione interventista di Carlo Carrà (Quargnento 1881-Milano 1966), che rappresenta un corteo tenutosi a Milano in favore dell’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Il pittore non raffigura luoghi o persone, ma evoca la folla in movimento e il rumore dell’evento attraverso il volteggiare nell’aria dei volantini propagandistici. Il vortice di parole, colori e immagini “cattura” l’osservatore e lo coinvolge nella manifestazione.
Balla: LA LUCE DEL PROGRESSO
Celebrare la modernità significa anche dare spazio, nei dipinti, alle nuove invenzioni tecniche: nella tela Lampada ad arco il pittore Giacomo Balla (Torino 1871-Roma 1958) raffigura la luce artificiale di un lampione che prevale sul chiarore naturale della luna, rappresentata in secondo piano. I raggi luminosi della lampada elettrica sono scomposti in una moltitudine di frecce colorate che sembrano esplodere nello spazio come tante scintille. Il lampione è ancora ben definito e chiaramente riconoscibile, ma subisce una forte trasformazione grazie agli effetti grafici e cromatici, come l’accostamento di colori puri.
Boccioni e la raffigurazione del movimento
Molti artisti futuristi sperimentano modalità e tecniche differenti per raffigurare il movimento, simbolo della velocità e del progresso tecnologico.
La statua Forme uniche della continuità nello spazio, realizzata da Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882-Verona 1916) e considerata uno dei capolavori della scultura moderna, raffigura una vigorosa figura umana che avanza nello spazio a grandi passi.
Le parti del suo corpo sono costituite dall’alternanza di masse concave e convesse. Le gambe, sproporzionatamente lunghe rispetto al busto, sono le uniche a essere chiaramente leggibili. La dinamica del movimento parte proprio da loro ed è data da due principali linee curve: la prima attraversa la gamba sinistra, arretrata, e culmina nella testa; la seconda corrisponde alla curva più bassa descritta dalla gamba destra.
L’artista rende visibile la lunga scia lasciata dallo spostamento di un corpo che si muove nello spazio (da cui il titolo). Inoltre, fa in modo che l’opera non sia leggibile da un unico punto di vista, ma da molti.
InsegnArti - volume B
Storia dell’arte