La pittura egizia

La PITTURA egizia

In 2 parole
COLORI VIVACI e RIGIDI SCHEMI di rappresentazione

La pittura egizia segue per millenni regole fisse, i cosiddetti codici (o canoni) di rappresentazione, che portano a ripetere nel tempo, senza mutamenti, gli stessi schemi e le stesse forme dettati dalla tradizione. Le figure umane si stagliano sempre nitidamente sul fondo, con volti e gambe di profilo e spalle e occhi visti frontalmente; i personaggi principali sono più grandi degli altri e il colore della carnagione delle figure femminili appare più chiaro. Le scene sono dipinte in fasce sovrapposte, separate da linee orizzontali su cui poggiano le figure, e sono spesso accompagnate da geroglifici, i segni della scrittura religiosa egizia, che spiegano chi sono i protagonisti e raccontano le loro storie.
La giornata di un funzionario

Le pitture ornano spesso gli ambienti sepolcrali e hanno lo scopo di rievocare la vita del defunto, in particolare le sue occupazioni preferite, in modo da consentirgli di praticarle anche nell’aldilà. Sulle pareti della Tomba di Nakht, presso la necropoli di Tebe, sono raffigurate numerose scene tratte dalla vita quotidiana del defunto, che era uno scriba e sacerdote. Nel particolare della Scena di caccia, Nakht è ritratto mentre, insieme alla sua famiglia, si dedica alla caccia e alla pesca. Nella pittura è dedicata grande attenzione ai dettagli di oggetti o di ambienti resi con vivacità e realismo: la rappresentazione di un certo tipo di pesce, o di uno strumento agricolo, per esempio.

UN RETICOLO QUADRETTATO

La figura umana, seduta o in piedi, viene costruita sulla base di un reticolo quadrettato: ogni quadrato corrisponde alla misura di un pugno chiuso, e ogni parte del corpo misura un numero di quadretti fisso.

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Regalità e divinità

Le immagini dipinte o scolpite dei faraoni e delle regine vogliono evidenziare la natura ultraterrena dei sovrani, per esempio mostrandoli insieme alle divinità. Nelle pitture, le personalità più importanti e gli dèi sono rappresentati con dimensioni maggiori rispetto agli altri individui.

Il dipinto di Nefertari e la dea Hathor fa parte della decorazione della tomba della regina Nefertari, che rappresenta il suo viaggio nell’aldilà. In questa scena, la regina vestita di bianco (a sinistra) viene condotta per mano dalla dea dell’amore, Hathor.

Sulla parete bianca, riempita da geroglifici che riportano preghiere e formule magiche, le due figure sono ritratte in posizioni rigide, con volto, braccia e gambe di profilo, ma con le spalle viste frontalmente. Il colore, steso in modo uniforme, è circondato da una linea di contorno scura.

Regina e dea, elegantissime, appaiono sontuosamente vestite e acconciate, e avendo lo stesso rango hanno anche la stessa altezza.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte