La nascita della città moderna

La nascita della CITTÀ MODERNA

In 2 parole
FERRO e VETRO per strutture SLANCIATE verso l’alto

La Rivoluzione industriale trasforma profondamente le grandi città nel secondo Ottocento, quando, per far fronte all’aumento della popolazione urbana, si costruiscono nuovi quartieri e nuove reti stradali. Anche i monumenti che sorgono in Europa e Stati Uniti parlano il linguaggio della modernità.

L’introduzione in architettura di nuove tecniche, basate sull’impiego di ferro, vetro e cemento, libera l’immaginazione dei progettisti: nascono opere che hanno una decisa verticalità e che propongono soluzioni costruttive audaci, comunicando nuove emozioni e una nuova idea di bellezza.

Una torre traforata

Il simbolo della nuova architettura è la Tour Eiffel, costruita dall’ingegnere Gustave Eiffel (Digione 1832-Parigi 1923) per l’Esposizione di Parigi del 1889.

Il profilo della torre, che è alta più di 300 metri e domina l’intera città, è disegnato per resistere all’azione del vento: sono quindi gli aspetti costruttivi e strutturali a determinarne la forma. Si tratta di un concetto del tutto nuovo nell’architettura.

La torre ha una struttura a rete metallica, fatta con pezzi in ferro assemblati: la tecnica utilizzata non viene più nascosta sotto l’intonaco o dentro le murature, ma è esibita quasi con orgoglio.

La struttura a rete permette il passaggio della luce, che muta nel corso del giorno: la torre si relaziona così con lo spazio urbano in modo sempre diverso.

La nuova architettura in Italia

I nuovi materiali sono impiegati in Italia nella Galleria Umberto I di Napoli, costruita tra il 1887 e il 1890. In questo periodo il governo italiano approva una legge per il risanamento della città: è in questo contesto che sorge una innovativa galleria commerciale. L’edificio è formato da quattro braccia, che si uniscono al centro in una crociera ottagonale coperta da una cupola. L’interno della struttura è in ferro e vetro.

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Sullivan e i primi grattacieli

Louis Sullivan (Boston 1856-Chicago 1924), considerato il padre dell’architettura moderna in America, è uno dei primi costruttori di grattacieli. Grazie all’utilizzo dell’acciaio, che consente di eliminare i muri di mattoni pieni e continui, le sue costruzioni possono crescere in altezza senza rinunciare a grandi finestre e ad ampie superfici interne.

Il Guaranty Building, realizzato dal suo studio di architettura, è uno dei primi esempi di grattacielo. L’edificio è costituito da 13 piani e le sue facciate sotto una sobria decorazione geometrica lasciano intuire la struttura portante, formata da pilastri alti e snelli. Come in molte altre costruzioni di Sullivan, il corpo di fabbrica si sviluppa in altezza secondo tre zone distinte: il basamento, più chiuso, corrispondente ai primi due livelli; la serie dei piani centrali dove si ripetono finestre regolari di uguali dimensioni; il coronamento caratterizzato da un imponente cornicione.

E oggi?
UNA CITTà VERTICALE

Il genovese Renzo Piano (▶ p. 510) è uno dei più grandi architetti contemporanei. Tra i suoi capolavori figura The Shard (“La scheggia”), il grattacielo che ha progettato e costruito nel centro di Londra nel 2012. The Shard, chiamato anche London Bridge Tower, è uno fra i più alti edifici in Europa (misura più di 300 metri): si tratta di una reinterpretazione contemporanea del grattacielo, una scheggia di vetro aguzza che sembra emergere dall’acqua del fiume Tamigi.

La pianta è a ottagono irregolare e, a mano a mano che si sale, i piani diventano più stretti per convergere in una guglia. Rivestito completamente di vetro, l’edificio gioca con la luce che proviene dall’esterno; il rivestimento, inoltre, forma un’intercapedine che permette la ventilazione naturale dell’interno.

The Shard è un edificio polifunzionale, una piccola città sviluppata in verticale in grado di ospitare 7000 persone: al suo interno ci sono infatti negozi, uffici, residenze di lusso, un hotel e una clinica.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte