Agli inizi dell’Ottocento l’invenzione della fotografia rivoluziona l’arte di concepire e produrre le immagini. Alla base del processo fotografico moderno ci sono le camere ottiche, messe a punto nel Settecento (▶ p. 342), insieme ai progressi compiuti nel campo della chimica: grazie a questi ultimi si possono sperimentare gli effetti della luce proiettata su materiali che, tramite specifici trattamenti con sostanze chimiche, diventano capaci di “trattenere” l’immagine.
Tra gli scienziati e i chimici che studiano il procedimento c’è un autore di scenografie teatrali, Louis Daguerre (Parigi 1787-1851), che nel 1837, dopo molti esperimenti falliti, realizza la prima fotografia vera e propria, battezzata appunto dagherrotipo. Due anni dopo, nel 1839, l’invenzione viene presentata all’Accademia delle Scienze e ottiene un’immediata popolarità.