Il filo dell’Arte

Il filo dell’arte

Firenze, culla del Rinascimento

Il Quattrocento è un’età di cambiamento, in cui matura una nuova visione dell’uomo: al centro dell’universo non c’è più Dio ma l’uomo, in quanto essere capace di comprendere ciò che lo circonda e costruire il proprio destino.
Il nuovo modo di concepire il mondo e se stessi prende le mosse da un’appassionata riscoperta della cultura classica, greca e latina, che aveva attribuito un ruolo centrale alla conoscenza e alla ragione umana. Questa “rinascita” della civiltà classica, considerata modello di bellezza e di equilibrio estetico, riguarda inizialmente l’ambito letterario (Umanesimo) e coinvolge in seguito tutte le arti, dando vita al periodo artistico e culturale detto Rinascimento.
La nuova stagione artistica ha inizio a Firenze, dove vivono contemporaneamente Brunelleschi, Donatello e Masacciotre grandissimi maestri che seppero rinnovare l’architettura, la scultura e la pittura, creando un linguaggio figurativo radicalmente diverso dal Gotico precedente.

I modelli dell’Antico

L’architettura è la prima a segnare con decisione l’inizio di una nuova fase. È proprio in questo campo, infatti, che è subito evidente il significato del termine Rinascimento: una “rinascita”, appunto, del modo di edificare che era stato caratteristico del periodo romano.
Gli architetti guardano all’esempio degli edifici romani, di cui riprendono le proporzioni, le forme, le decorazioni, gli elementi architettonici – colonne, pilastri, capitelli – e perfino le piante. E con questi elementi tratti dal passato inventano uno stile nuovo, fatto di forme geometriche semplici e armoniose e da una decorazione sobria, che abbandona completamente lo slancio verticale e la ricchezza di decorazioni tipici delle cattedrali gotiche.

La figura umana e la prospettiva

Il ruolo centrale attribuito all’uomo e alla sua dimensione terrena fa sì che la figura umana e lo spazio in cui essa si muove siano al centro dell’attenzione di scultori e pittori.
Si approfondisce lo studio dell’anatomia per superare le rigidità dell’arte romanica e gotica e restituire forme e pose verosimili, naturali, come nei modelli classici. Dall’Antico, inoltre, gli artisti riprendono il realismo, affinando la capacità di rendere con accuratezza i dettagli del corpo umano, così come le espressioni del volto.
Anche riguardo al paesaggio, si cerca di rendere l’illusione di uno spazio reale e concreto. Nasce così la prospettiva: vengono messe a punto precise regole geometriche che permettono di riprodurre, nella pittura e nel rilievo, spazi realistici, all’interno dei quali i personaggi, gli oggetti e le architetture trovano la loro giusta proporzione e collocazione.

Artisti e mecenati

Il Quattrocento è un periodo di crescita economica per quasi tutte le Signorie italiane. La nuova classe dirigente della borghesia cittadina, composta soprattutto da mercanti e banchieri, cresce così di importanza e si affianca alla nobiltà e alla Chiesa nella committenza di opere d’arte. Si afferma la figura del mecenate, il signore protettore delle arti che si circonda di intellettuali e artisti e li sostiene nel loro lavoro. Ed è proprio grazie a questa nuova committenza che sulla scena artistica compaiono nuovi soggetti e tematiche mai esplorate.
Al tempo stesso, l’artista, protetto dal mecenate, da semplice artigiano diviene una figura sempre più importante e riconosciuta socialmente: lavora in botteghe circondato da aiuti e apprendisti, e sempre più spesso firma le proprie opere.

Con parole tue

Quali sono le novità che indicano una “rinascita” in architettura, scultura e pittura nel Quattrocento?

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte