Il monastero
Il MONASTERO
In 2 parole
Comunità di MONACI, centro di PREGHIERA e CULTURA
Come una piccola città
Il monastero è una sorta di piccola città, che controlla anche il territorio circostante. Nelle campagne, infatti, i monaci si dedicano ad attività agricole e contribuiscono alla crescita economica del territorio.
Il centro spirituale del monastero è la chiesa, cui hanno accesso anche i laici.
La parte del complesso riservata ai monaci si articola intorno al chiostro, un cortile porticato con un pozzo o una cisterna per l’acqua al centro, sul modello del peristilio delle case romane. Su quest’area si apre la sala capitolare, il luogo che ospita le assemblee dei monaci e in cui si elegge l’abate, la guida della comunità. Affacciano sul chiostro anche il refettorio, in cui i monaci mangiano in silenzio ascoltando le Sacre Scritture lette ad alta voce, la biblioteca, che conserva i testi antichi (detti “codici”), e l’annesso scriptorium, dove si producono e decorano i manoscritti.
In edifici contigui si trovano le celle, cioè le stanze dei monaci, e i locali di servizio, come l’infermeria e la foresteria, che ospita i pellegrini.
Il modello delle abbazie benedettine
Fondata nel 910 nei pressi di Mâcon, in Borgogna (Francia), l’Abbazia benedettina di Cluny è protagonista della rinascita culturale e religiosa dell’Europa cristiana. L’Abbazia promuove infatti un’importante riforma della Regola benedettina, rendendo più rigorosa l’alternanza di lavoro manuale e preghiera nella vita monastica. Cluny diventa così un modello spirituale e religioso, ma anche architettonico: dal X secolo molti monasteri vengono costruiti ispirandosi alla pianta del complesso di Cluny.
Oggi la struttura è in rovina, ma gli archeologi hanno ricostruito l’aspetto che doveva avere al momento del suo massimo splendore: un esterno ricco di cappelle e torri, e uno spazio interno con pareti molto alte, decorate con affreschi e sculture.
le tecnicheLA MINIATURA
Nello scriptorium, accanto all’amanuense, cioè il monaco che trascrive a mano i testi, lavora il miniatore, colui che decora le iniziali dei paragrafi. Il termine “miniatore” deriva dal colore “minio”, un rosso scuro molto utilizzato a tale scopo. Grazie alla diffusione sempre maggiore dei libri, chiamati “codici”, la miniatura esce dai confini dei monasteri e diventa una delle arti più importanti del Medioevo.
Materiali e procedimenti
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1. Con una punta d’argento il miniatore
traccia il disegno.
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2. Poi applica in alcune parti uno
strato sottilissimo di oro.
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3. Infine riempie le parti restanti
con i pigmenti colorati.
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InsegnArti - volume B
Storia dell’arte