Ludovico Ariosto

unità 3 • UMANESIMO E RINASCIMENTO

      ludovico ariosto

La vita

Ludovico Ariosto nasce a Reggio Emilia nel 1474 da una famiglia nobile di Ferrara. Il padre era funzionario a servizio dei duchi d’Este, la famiglia regnante a Ferrara.


Ludovico inizia lo studio della giurisprudenza che poi abbandona per dedicarsi allo studio della letteratura.

Alla morte del padre, per mantenere la famiglia, inizia a lavorare per il cardinale Ippolito d’Este.

Da questo momento quindi la sua vita si divide tra la poesia e il lavoro per il cardinale.


Ariosto ha due figli con due donne diverse, ma la donna della sua vita è Alessandra Benucci. Inizialmente è una relazione a distanza perché la donna è sposata; ma appena diventa vedova, nel 1515, Alessandra si trasferisce a Ferrara, dove abita Ariosto. I due intrattengono a lungo un legame non ufficiale e si sposano segretamente nel 1528.


Morto il cardinale d’Este, Ariosto lavora per il duca Alfonso I, che lo lascia libero di dedicarsi alla letteratura. Trascorre anni tranquilli fino alla morte, nel 1533.

Poeta di corte con l’ideale di vita semplice

In quel tempo i Signori delle corti mantenevano scrittori e intellettuali con uno stipendio. Questi potevano produrre le opere che volevano ma dovevano anche comporre poemi e opere teatrali per intrattenere la corte.


Ariosto deve mantenere la sua numerosa famiglia, per questo è costretto a vivere a corte. Eppure desidera una esistenza tranquilla e serena, per dedicarsi interamente alla scrittura, alla lettura e alla famiglia.


Secondo Ariosto la letteratura dovrebbe essere un esercizio libero, non stipendiato (com’era allora) dai ricchi signori (Pagine di realtà, p. 107).

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le opere

Ariosto pubblica l’Orlando Furioso, il suo capolavoro, nel 1516. L’opera ha un enorme successo in tutta Europa. Si tratta di un poema cavalleresco in ottave.


Tra il 1517 e il 1524 scrive Le satire, componimenti in versi scritti in uno stile colloquiale. Trattano della vita di Ariosto, del suo carattere e dei suoi difetti.


Le Rime, invece, sono poesie d’amore in stile petrarchesco pubblicate postume.


Ariosto scrive anche cinque commedie non molto originali. Queste opere gli sono state commissionate perché i cortigiani di Ferrara amavano molto gli spettacoli teatrali.


Ariosto ha scritto, oltre alle sue opere, numerose lettere che permettono di conoscere la sua vita privata e ci danno informazioni sul suo lavoro di funzionario.

orlando furioso

La composizione

L’Orlando furioso è un lungo poema cavalleresco, che riprende i temi di Boiardo. È scritto in ottave, cioè strofe di otto versi (endecasillabi). Racconta storie di dame, cavalieri e battaglie ambientate all’epoca di Carlo Magno e in particolare narra la follia per amore del paladino Orlando.


L’Orlando furioso è pubblicato in tre edizioni:

  • la prima edizione (1516) è scritta in padano illustre, ossia il dialetto che si parla nella corte degli estensi a Ferrara;
  • la seconda edizione (1521) è scritta in una lingua più vicina al dialetto toscano;
  • la terza edizione (1532) – quella che leggiamo – è in fiorentino illustre e ha sei canti in più delle precedenti.

Ariosto cambia la lingua perché l’opera ha molto successo e usando il fiorentino invece del padano possono leggerla molte più persone.

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la Struttura e lo STILE

L’Orlando furioso è il seguito dell’Orlando innamorato di Boiardo. Ariosto, infatti, riprende la storia del paladino cristiano Orlando dal punto in cui era arrivato Boiardo.

Inoltre inserisce temi sia del ciclo carolingio (i cavalieri e le armi) che del ciclo bretone (gli eroi innamorati, la magia e la ricerca dell’avventura) e a questi aggiunge storie riprese dall’epica classica (Omero e Virgilio).

Il poema usa diversi tipi di stili narrativi, alternando quello epico, quello ▶ elegiaco e quello comico.


La trama è molto complessa e unisce tre filoni diversi:

  • il filone amoroso, che racconta gli amori dei cavalieri;
  • il filone militare, che racconta le guerre tra i paladini cristiani e i Mori infedeli;
  • l’omaggio ai duchi d’Este, infatti nel poema Ariosto celebra un loro antenato, Ruggiero.

Accanto ai filoni narrativi principali ve ne sono molti secondari. Tutti i filoni sono intrecciati fra loro, con una tecnica particolare che consiste nell’interrompere la narrazione di un episodio per riprenderla più avanti. Vi sono inoltre alcune novelle autonome che illustrano vizi e virtù.


La struttura dell’opera è quindi molto articolata, talvolta labirintica, ma la narrazione è guidata da un narratore onnisciente che, conoscendo tutti gli eventi e i pensieri dei personaggi, riesce a mantenere una fluidità narrativa.

Gli ARGOMENTI

Le donne e l’amore sono gli argomenti centrali del poema. Ariosto non descrive la donna come un elemento di perfezione morale o spirituale, ma enfatizza gli aspetti naturali dell’amore, come la passione, il turbamento, il dolore, la gelosia.


Anche la cortesia e l’amicizia, vissuti dai paladini nelle loro vicende, sono tematiche importanti dell’opera.


Il tema militare è meno importante del tema amoroso. Secondo Ariosto, i valori cavallereschi non esistono più. Per questo i paladini del re sono rappresentati come dei semplici esseri umani, pieni di difetti e attraversati da tanti sentimenti diversi.
Ma alcuni valori cortesi per Ariosto sono ancora validi e sono condivisi dai paladini e dagli infedeli (ad esempio, quando combattono, si rispettano anche se nemici).

Ariosto è ormai un autore pienamente rinascimentale e vede con ironico distacco il mondo dei paladini. L’ironia è presente in tutto il poema, nella descrizione delle vicende narrate e nei commenti che rivolge direttamente ai suoi lettori.


Ariosto ha però anche una visione pessimistica della vita. Infatti nel suo poema descrive un universo in cui l’uomo è al centro delle vicende, che però sfuggono al suo controllo. Per questo gli eventi sono dominati dal caso e i personaggi non realizzano ciò che progettano.


Anche il tema della magia è trattato con scetticismo.

Infatti l’elemento magico è spesso fonte d’inganno o semplice espediente narrativo.

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Proemio


di Ludovico Ariosto, da Orlando furioso

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Audiolettura

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,

le cortesie, l’audaci imprese io canto,

che furo al tempo che passaro i Mori

d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,

seguendo l’ire e i giovenil furori

d’Agramante lor re, che si diè vanto

di vendicar la morte di Troiano

sopra re Carlo imperator romano.

Dirò d’Orlando in un medesmo tratto

cosa non detta in prosa mai né in rima:

che per amor venne in furore e matto,

d’uom che sì saggio era stimato prima;

se da colei che tal quasi m’ha fatto,

che ’l poco ingegno ad or ad or mi lima,

me ne sarà però tanto concesso,

che mi basti a finir quanto ho promesso.

DENTRO IL TESTO

METRO: ottave di endecasillabi con schema di rime ABABABCC


Nelle prime due ottave viene annunciato l’argomento che sarà raccontato nel poema.


Nella prima ottava viene riassunto l’episodio che dà il via al racconto, ovvero la decisione del re arabo Agramante di vendicare la morte del padre contro i francesi.


Nella seconda ottava Ariosto annuncia che il poema narrerà anche la follia del più valoroso dei paladini di Francia, Orlando.
In questa ottava c’è anche un’invocazione alla “musa” ispiratrice, cioè a colei che ha ispirato la composizione del poema. Nelle opere classiche le invocazioni erano rivolte a delle divinità, qui invece è rivolta alla donna amata.

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Rispondi alle domande


1. A cosa serve il proemio?

 

 


2. La storia di Orlando era già stata raccontata da altri, ma Ariosto è il primo a:

  • schierarsi dalla parte dei Mori.
  • parlare della pazzia per amore di Orlando.


3. Cosa vuole fare Agramante?

  • Vendicare il padre e conquistare la Francia.
  • Conquistare l’Africa.

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La pazzia di Orlando


di Ludovico Ariosto, da Orlando furioso

In un bosco il paladino Orlando vede delle scritte in cui Medoro canta il suo amore, corrisposto, per la bella Angelica, la donna amata da Orlando. Questa scoperta fa impazzire il paladino.

Pel bosco errò tutta la notte il conte;

e allo spuntar della diurna fiamma

lo tornò il suo destin sopra la fonte

dove Medoro insculse l’epigramma.

Veder l’ingiuria sua scritta nel monte

l’accese sì, ch’in lui non restò dramma

che non fosse odio, rabbia, ira e furore;

né più indugiò, che trasse il brando fuore.

Tagliò lo scritto e ’l sasso, e sin al cielo

a volo alzar fe’ le minute schegge.

Infelice quell’antro, ed ogni stelo

in cui Medoro e Angelica si legge!

Così restar quel dì, ch’ombra né gielo

a pastor mai non daran più, né a gregge:

e quella fonte, già sì chiara e pura,

da cotanta ira fu poco sicura;

che rami e ceppi e tronchi e sassi e zolle

non cessò di gittar ne le bell’onde,

fin che da sommo ad imoturbolle,

che non furo mai più chiare né monde.

E stanco al fin, e al fin di sudor molle,

poi che la lena vinta non risponde

allo sdegno, al grave odio, all’ardente ira,

cade sul prato, e verso il ciel sospira.

Afflitto e stanco al fin cade ne l’erba,

e ficca gli occhi al cielo, e non fa motto.

Senza cibo e dormir così si serba,

che ’l sole esce tre volte e torna sotto.

Di crescer non cessò la pena acerba,

che fuor del senno al fin l’ebbe condotto.

Il quarto dì, da gran furor commosso,

e maglie e piastre si stracciò di dosso.

Qui riman l’elmo, e là riman lo scudo,

lontan gli arnesi, e più lontan l’usbergo:

l’arme sue tutte, in somma vi concludo,

avean pel bosco differente albergo.

E poi si squarciò i panni, e mostrò ignudo

l’ispido ventre e tutto ’l petto e ’l tergo;

e cominciò la gran follia, sì orrenda,

che de la più non sarà mai ch’intenda.

DENTRO IL TESTO

METRO: ottave di endecasillabi con schema di rime ABABABCC


Orlando, il più famoso paladino cristiano, non solo si innamora, ma impazzisce.Egli subisce le conseguenze drammatiche dell’amore, e la sua follia rappresenta l’amore irrazionale che porta alla perdita dell’identità.


Il tono usato da Ariosto è drammatico e comico, con alcuni elementi quasi caricaturali. Il poeta toglie all’amore il suo carattere nobile e rappresenta il protagonista come un comune essere umano.


Eppure è proprio impazzendo che Orlando riuscirà a liberarsi dell’amore per Angelica, perché smette di idealizzarla e di considerarla irraggiungibile.

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Rispondi alle domande


1. Perché Orlando impazzisce?

 

 


2. Cosa fa il quarto giorno di follia?

  • Si calma.
  • Si spoglia e impazzisce ancora di più.


3. Il paladino Orlando descritto in questo brano è:

  • umano.
  • eroico.

I Saperi Fondamentali di Letteratura italiana - volume 1
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