Percorsi di educazione civica

LA COMPLESSIT DEL MONDO DEL LAVORO Classicamente, il lavoro può essere suddiviso in lavoro dipendente (o subordinato) e lavoro autonomo. Nel lavoro dipendente, il lavoratore cede la sua prestazione a un datore di lavoro, privato o pubblico, in cambio di una retribuzione prefissata e del versamento di contributi previdenziali; questo rapporto è regolato da un contratto di lavoro e può essere a tempo determinato (se temporaneo, fino a un massimo stabilito per legge) o indeterminato (se non è prevista una scadenza del contratto). Occupazioni come operaio di fabbrica, impiegato in un azienda privata, commesso in un negozio, amministrativo in un ente pubblico sono forme di lavoro dipendente. Questo tipo dl lavoro, come si vedrà, è storicamente il più tutelato dal punto di vista delle garanzie contrattuali. Il lavoratore autonomo, invece, esercita la sua attività in proprio, senza un datore di lavoro o un contratto che lo vincoli, vendendo i prodotti della sua attività o i suoi servizi a dei clienti; può avere alle sue dipendenze dei lavoratori subordinati. Rientrano in questa categoria gli imprenditori, i proprietari di attività (dalle grandi aziende ai singoli esercizi commerciali), i professionisti, gli artisti. Oggi però quella del lavoro è una realtà complessa e variegata. Di fronte al rapido mutamento delle tecniche produttive, alla globalizzazione, alla trasformazione del mercato del lavoro e dei consumi, da ormai un trentennio il mondo imprenditoriale considera la flessibilità dei rapporti di lavoro un fattore decisivo per la competitività; sempre più anacronistica appare la figura del lavoratore impiegato per tutta la vita nella stessa azienda. Aumentare o contrarre il numero dei lavoratori a seconda delle fluttuazioni del mercato, spostare la produzione in paesi dove il costo del lavoro è inferiore, chiudendo interi stabilimenti nel paese di partenza, possono essere elementi positivi per un datore di lavoro, ma dal punto di vista del lavoratore tutto ciò porta facilmente a difficili situazioni di precariato: posto nella condizione di non riuscire a stabilizzarsi dal punto di vista lavorativo (non avendo un impiego sicuro) e costretto a passare da un lavoro temporaneo all altro, spesso dovendo accettare retribuzioni più basse o tutele più scarse. Il precariato, producendo insicurezza economica, rende impossibile progettare il proprio futuro, investire in obiettivi di lungo periodo (come acquistare una casa o costituire una famiglia) e accedere al credito bancario. In Italia, il proliferare di tipologie di contratti di lavoro atipici contratto di collaborazione coordinata e continuativa, contratto a progetto, contratto di sommini- strazione lavoro, ecc. , introdotte nel tempo per venire incontro alle esigenze del mondo imprenditoriale e alle trasformazioni del mondo del lavoro, hanno di fatto accentuato questa tendenza, aggravata anche dall uso talvolta illegale di alcune forme contrattuali o addirittura dall assenza di un qualunque contratto (il cosiddetto lavoro nero ). Per esempio, molte aziende si servono di lavoratori che formalmente risultano autonomi inquadrandoli con mansioni e orari tipici del lavoro dipendente, in modo da non dover versare loro i contributi previdenziali e poterli allontanare in qualunque momento senza sottostare alle regole previste per il licenziamento. Altro esempio è il pagamento del lavoro a cottimo (a ordine o a consegna), diffuso nel mondo delle consegne a domicilio di prodotti ordinati online, in cui i lavoratori si trovano a operare fuori dai quadri dei contratti collettivi nazionali (vedi sotto) e, quindi, senza tutele. LA TUTELA DEL LAVORO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA La Costituzione italiana contiene una serie di articoli che definiscono come deve essere concepita la finalità del lavoro e quali sono i criteri generalissimi entro i quali si deve svolgere l attività lavorativa. Fra i principi fondamentali, elencati nei primi dodici articoli, si trovano in primo luogo affermazioni di carattere ideale che definiscono il ruolo del lavoro nella società repubblicana. L articolo 1 del testo costituzionale, affermando che «L Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro , identifica il lavoro come valore fondamentale della società, attraverso cui ogni cittadino può definire la sua personalità e contribuire allo sviluppo economico dello Stato. Questa concezione considera il lavoro un attività libera e non coatta e, per quanto possibile, capace di rendere l individuo autonomo e cosciente di sé. Il diritto al lavoro viene invece affermato nell articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Lo Stato è chiamato quindi ad attuare politiche che consentano l inserimento di tutti i cittadini nel mondo del lavoro, il che implica un ruolo attivo nel contrasto alla disoccupazione e alle forme di disuguaglianza o 23

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