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DALLA STORIA A OGGI PORTARE LE ARMI: IL CASO USA E LA NORMATIVA ITALIANA Secondo uno studio condotto nel 2018 da Small Arms Survey, un progetto di ricerca indipendente portato avanti presso il Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra, per il mondo circolavano oltre un miliardo di armi da fuoco leggere, delle quali circa l 85% in mano a civili. Il 46% di queste è detenuto da privati cittadini degli Stati Uniti d America. In un sondaggio del 2017 del Pew Research Center di Washington è emerso che il 40% degli statunitensi ha dichiarato di possedere un arma o di vivere in una casa dove sono presenti armi da fuoco. Gli Usa sono stati negli ultimi decenni al centro dell attenzione per quanto riguarda lo studio degli effetti della diffusione delle armi nella società. In questo paese il possesso e il porto di armi da fuoco sono regolati sia a livello federale sia a livello dei singoli Stati; in molti di essi la legislazione è estremamente liberale ed è possibile portare armi senza particolari restrizioni. Nella maggior parte degli altri paesi del mondo il porto d armi è soggetto a molte più limitazioni; quasi tutti gli Stati europei non rilasciano licenze di porto d armi per la difesa personale se non a categorie o in circostanze molto specifiche. In Italia, le licenze di porto d armi sono consentite per uso venatorio (caccia) e per uso sportivo (poligoni di tiro, gare di tiro a segno ecc.) e sono rilasciate dalla questura, previa esibizione di un certificato dell Azienda Sanitaria Locale che attesti il possesso dei necessari requisiti psico-fisici del richiedente. Le prefetture, articolazioni sul territorio del Ministero dell Interno, possono autorizzare il rilascio di licenze di porto d armi per difesa personale; in assenza di circostanze di dimostrato bisogno riconosciute per esempio a persone che trasportano spesso valori, o a commercianti come i gioiellieri tale rilascio avviene solo per specifiche categorie professionali, come le guardie giurate. Nel 2017 in Italia il numero di armi possedute da civili si attestava a 14,4 per ogni 100 abitanti; il paese europeo con la percentuale più alta era la Finlandia, con una quota di 32,4. Negli Stati Uniti tale numero saliva addirittura a 120,5: più di un arma per abitante. facile osservare quale incremento nella quantità di armi in circolazione possa produrre una politica permissiva in questo campo. Una locandina del pluripremiato film-documentario Bowling for Columbine (2002), con cui il regista Michael Moore partendo dal massacro messo in atto nel 1999 da due studenti in una scuola di Columbine (Colorado) analizzava il fenomeno delle stragi collegate alla libera vendita delle armi. 16 GLI EFFETTI DELLA DIFFUSIONE DI ARMI Nel corso degli anni si sono ripetuti casi, negli Usa, di sparatorie avvenute in luoghi pubblici per mano di privati cittadini, che hanno causato vere e proprie stragi: secondo la rivista investigativa americana Mother Jones, dal 1982 al 2020 se ne sono verificate ben 120. Una parte rilevante di queste sparatorie è avvenuta in edifici scolastici, un fenomeno in continua crescita dopo il 2011. Questi casi hanno enorme risonanza a livello internazionale, ma rappresentano solo una piccola frazione delle migliaia di morti che ogni anno si contano negli Usa per eventi che coinvolgono in qualche modo le armi da fuoco. Secondo la BBC, il 73% delle persone uccise nel 2019 era morto in eventi collegati alle armi da fuoco; di queste persone, oltre la metà (62%) si erano suicidate con una pistola. Il numero complessivo di persone suicidatesi con armi da fuoco dal 2006 al 2017 (l ultimo anno per il quale sono disponibili i dati) è aumentato del 41%. Tutto questo pare suggerire che, almeno negli Usa, l ampia disponibilità di armi in ambito domestico sia un fattore in grado di influenzare il numero dei suicidi. Sebbene allo stato attuale degli studi il legame fra la diffusione delle armi da fuoco e il numero di morti vio-

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