T2 - I concetti chiave del pensiero di Guicciardini

T2

I concetti chiave del pensiero di Guicciardini

Ricordi, 6; 30; 66; 118; 186; 218

In questa seconda selezione di ricordi, Guicciardini definisce i concetti fondamentali del proprio pensiero: la discrezione, la fortuna, il particulare e l’onore.

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Audiolettura

6

È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente1 e assolutamente

e, per dire così, per regola;2 perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per

la varietà delle circunstanze, le quali non si possono fermare3 con una medesima

misura:4 e queste distinzione e eccezione non si truovano scritte in su’ libri, ma

5      bisogna le insegni la discrezione.5

30

Chi considera6 bene, non può negare che nelle cose umane la fortuna ha grandissima

potestà, perché si vede che a ognora ricevono grandissimi moti da accidenti

fortuiti,7 e che non è in potestà degli uomini né a prevedergli né a schifargli:8 e

benché lo accorgimento e sollicitudine9 degli uomini possa moderare molte cose,

10    nondimeno sola non basta, ma gli bisogna ancora10 la buona fortuna.

66

Non crediate a costoro che predicano sì efficacemente11 la libertà,12 perché quasi

tutti, anzi non è forse nessuno che non abbia l’obietto13 agli interessi particulari: e

la esperienza mostra spesso, e è certissimo, che se credessino trovare in uno stato

stretto14 migliore condizione,15 vi correrebbono per le poste.16

118

15    A chi stima l’onore assai, succede17 ogni cosa, perché non cura fatiche, non pericoli,

non danari. Io l’ho provato in me medesimo, però18 lo posso dire e scrivere:

sono morte e vane le azione degli uomini che non hanno questo stimulo ardente.

186

Non si può in effetto19 procedere sempre con una regola indistinta e ferma.20 Se è

molte volte inutile lo allargarsi nel parlare21 etiam22 cogli amici – dico di cose che

20    meritino essere tenute segrete – da altro canto el fare che gli amici si accorghino

che tu stai riservato con loro, è la via a fare che anche loro faccino el medesimo

teco:23 perché nessuna cosa fa altrui  confidarsi di te24 che el presupporsi che tu ti

confidi di lui; e così, non dicendo a altri, ti togli la facultà di sapere da altri. Però

e in questo e in molte altre cose bisogna procedere distinguendo la qualità25 delle

25    persone, de’ casi e de’ tempi, e a questo è necessaria la discrezione: la quale se

la natura non t’ha data, rade26 volte si impara tanto che basti27 con la esperienza;

co’ libri non mai.28

218

Quegli uomini conducono bene le cose loro in questo mondo, che29 hanno sempre

innanzi agli occhi lo interesse propio, e tutte le azione sue misurano con30

30    questo fine. Ma la fallacia è in quegli che31 non conoscono bene quale sia lo interesse

suo,32 cioè che reputano che sempre consista in qualche commodo pecuniario33

più che nell’onore, nel sapere mantenersi34 la riputazione e el buono nome.

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DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Questo gruppo di ricordi condensa i princìpi ai quali Guicciardini si richiama costantemente in tutta la sua opera. In particolare, il ricordo 6 fissa in modo solenne una premessa di metodo essenziale: il rifiuto di ogni regola nel parlare delle cose del mondo e il richiamo alla distinzione e eccezione per la varietà delle circunstanze.

Le disquisizioni storiche rappresentano per l’autore esercizi accademici, del tutto inutili a comprendere il carattere mutevole della realtà: sarà la discrezione, e non la conoscenza libresca, a determinare la capacità del singolo di orientarsi nell’azione quotidiana.

La Storia per Guicciardini rappresenta una imprevedibile catena di eventi che può essere studiata solo caso per caso (ricordo 186). Nessun sistema può fare dunque da bussola: in questo mondo senza regole, soppesare le differenze, cogliere la natura dell’eccezione, conoscere una realtà così sfuggente è un’impresa assai ardua. Lontano ormai dalla rinascimentale fiducia nella forza dell’intelletto, dinanzi agli aspetti di una realtà torbida e contraddittoria Guicciardini è costretto a dichiarare lo scacco della ragione, incapace di elaborare strumenti di orientamento e regole universali di condotta valide una volta per tutte.
Nel ricordo 66 troviamo invece enunciata l’altra idea centrale del pensiero guicciardiniano, il «particulare»: dalla lezione offerta dall’esperienza sappiamo che gli uomini amano travestire con nobili idealità la ricerca di una migliore condizione personale, di quel tornaconto, cioè, che Guicciardini interpreta come l’unico, vero movente delle azioni umane. Tuttavia, l’interesse soggettivo non va inteso, secondo il pensatore fiorentino, in un’ottica utilitaristica o mercantile: non l’arricchimento (commodo pecuniario, ricordo 218) deve essere perseguito, ma lo stimulo ardente (ricordo 118) dell’onore e della buona reputazione, che consiste indubbiamente nel beneficio proprio e della propria famiglia, da estendere però anche a quello collettivo, del prossimo, dello Stato.
 >> pagina 937

Infine, la riflessione sul tema della fortuna: Guicciardini riconosce che un atteggiamento prudente possa servire a edulcorare gli effetti della casualità, che tuttavia rimane la vera, incontrollabile arbitra delle cose umane (ricordo 30). La distanza da Machiavelli è evidente. Come abbiamo visto, nel capitolo XXV del Principe ( T8, p. 876) Machiavelli aveva attribuito alla fortuna un potere pari a quello della virtù. Guicciardini non è così ottimista: il successo e l’insuccesso del singolo non dipendono ormai più da lui, neanche parzialmente.

VERSO LE COMPETENZE

COMPRENDERE

1 Definisci, in massimo due righe, i seguenti concetti:

  • a  distinzione;
  • b  eccezione;
  • c  discrezione;
  • d  sollecitazione;
  • e  particulare.

ANALIZZARE

2 Per quale motivo Guicciardini ritiene che non si possa procedere sempre con una regola indistinta e ferma (ricordo 186, r. 18)? A quale concezione del mondo rimanda questo principio?


3 Perché si deve diffidare di chi predica la libertà (ricordo 66)


4 Qual è, secondo Guicciardini, la funzione dell’esperienza?


5 Quale opinione ha l’autore di coloro che inseguono sempre il commodo pecuniario (ricordo 218, rr. 31-32)?

INTERPRETARE

6 Leggendo il ricordo 186, si ha l’impressione che per Guicciardini esista un «particulare» buono e un «particulare» cattivo. Facendo riferimento al testo e al sistema di pensiero dell’autore, spiega il significato di questa affermazione.


7 Discrezione: si può dire che questa parola abbia lo stesso significato in Guicciardini e al giorno d’oggi?


8 Delinea un ritratto del gentiluomo ideale secondo Guicciardini, indicandone caratteristiche, comportamenti e valori.

scrivere per...

esporre

9 Immagina di avere un blog e di dover presentare tre dei ricordi qui antologizzati. Per ciascuno di essi scegli un’immagine che ritieni particolarmente significativa e scrivi un breve testo di presentazione (massimo 3 righe).

confrontare

10 Confronta il concetto di fortuna in Machiavelli e Guicciardini in un testo di massimo 20 righe.

Educazione CIVICA – Spunti di realtà

L’interesse personale su cui insiste Guicciardini non va ridotto a mera valutazione di calcolo opportunistico, ma esteso a un orizzonte molto più ampio, fino a coinvolgere il benessere dello Stato. L’articolo 1 della nostra Costituzione assegna la sovranità ai cittadini dello Stato inteso come comunità: lo spazio della polis dovrebbe dunque fondarsi su un senso di appartenenza e condivisione, che possa garantire la libertà di ciascuno e la giustizia di tutti.


• In che cosa consiste oggi, a tuo giudizio, l’interesse nazionale? Rifletti su questo tema in un testo argomentativo.

Classe di letteratura - volume 1
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Dalle origini al Cinquecento