T1 - Empirismo e senso pratico

T1

Empirismo e senso pratico

Ricordi, 35; 81; 110; 117; 125; 187; 207

In questi ricordi troviamo condensate quelle che per Guicciardini rappresentano le basi del sapere: un sapere che rifiuta la teoria astratta e il valore pedagogico della Storia per affermare il primato della prassi.

35

Quanto è diversa la pratica1 dalla teorica!2 quanti sono che intendono le cose

bene, che o non si ricordono o non sanno metterle in atto!3 E a chi fa così, questa

intelligenza4 è inutile, perché è come avere uno tesoro in una arca5 con obligo di

non potere mai trarlo fuora.

81

5      Non abbiate mai una cosa futura tanto per certa, ancora che la paia certissima,

che potendo, sanza guastare el vostro traino, riservarvi in mano qualche cosa a

proposito del contrario se pure venissi, non lo facciate:6 perché le cose riescono

bene spesso tanto fuora delle opinione commune che la esperienza mostra essere

stata prudenza a fare così.7

110

10    Quanto si ingannono coloro che a ogni parola allegano e Romani!8 Bisognerebbe

avere una città condizionata9 come era loro, e poi governarsi secondo quello essemplo:

10 el quale a chi ha le qualità disproporzionate è tanto disproporzionato,11

quanto sarebbe volere che uno asino facessi el corso di uno cavallo.12

117

È fallacissimo13 el giudicare per gli essempli,14 perché, se non sono simili in tutto

15    e per tutto, non servono, conciosia che15 ogni minima varietà nel caso16 può essere

causa di grandissima variazione nello effetto:17 e el discernere18 queste varietà,

quando sono piccole, vuole19 buono e  perspicace occhio.

125

E filosofi e e teologi e tutti gli altri che scrutano le cose sopra natura20 o che non si

veggono,21 dicono mille pazzie: perché in effetto22 gli uomini sono al buio23 delle

20    cose, e questa indagazione24 ha servito e serve più a essercitare gli ingegni che a

trovare la verità.

187

Sappiate che chi governa a caso si ritruova alla fine a caso.25 La diritta26 è pensare,

essaminare, considerare27 bene ogni cosa etiam minima;28 e vivendo ancora così,

si conducono29 con fatica bene le cose: pensate come vanno a chi si lascia portare

25    dal corso della acqua.30

207

Della astrologia, cioè di quella che giudica le cose future, è pazzia parlare: o la

scienza non è vera o tutte le cose necessarie a quella non si possono sapere o la

capacità degli uomini non vi arriva. Ma la conclusione è che pensare di sapere el

futuro per quella via è uno sogno. Non sanno gli astrologi quello31 dicono, non si

30    appongono32 se non a caso; in modo che se tu pigli uno pronostico di qualunque

astrologo e uno di un altro uomo, fatto a ventura,33 non si verificherà manco di

questo che di quello.

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DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Per comprendere a fondo gli eventi, secondo Guicciardini, non bisogna smarrirsi in astratte elucubrazioni, che portano l’uomo a sganciarsi dalla materialità della realtà pratica e a perdere di vista le necessità più impellenti (ricordo 35). Una conoscenza slegata dalla prassi e dall’esperienza si rivela irrilevante e inefficace, come un tesoro nascosto in uno scrigno.

La constatazione della frattura fra pratica e teorica giustifica la convinzione che giudicare per gli essempli (ricordo 117) sia del tutto inutile. Coloro che a ogni parola allegano e Romani (ricordo 110), comportandosi come prescrivono i suggerimenti di Machiavelli, si fondano su un principio fallacissimo (ricordo 117): che gli avvenimenti di ieri possano offrire oggi regole puntuali, nell’illusoria convinzione che la storia sia magistra vitae (maestra di vita), cioè fonte di insegnamento.

Troviamo qui alcune delle molte espressioni del relativismo guicciardiniano: gli eventi umani sono irripetibili e dunque i problemi del presente possono essere risolti non guardando al passato o formulando soluzioni idealistiche e astratte, ma solo in modo empirico, partendo cioè dall’osservazione dei fatti.

Pertanto, confidare nei pronostici per il futuro (ricordo 207) costituisce una vana utopia, che può tramutarsi in fallimento se non si adottano contromisure che neutralizzino le previsioni sbagliate (ricordo 81). Fondamentale è vagliare in modo rigoroso la realtà, evitare di confondersi con fantasie soprannaturali, come invece fanno i filosofi e i teologi (ricordo 125), e possedere buono e perspicace occhio (ricordo 117), che è l’unico strumento oggettivamente valido per valutare anche gli aspetti più minuti. Il politico che reputa invece possibile governare a caso, senza cioè pensare, essaminare, considerare bene ogni cosa etiam minima, è destinato a farsi travolgere dalla forza ingovernabile degli eventi (ricordo 187).
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Le scelte stilistiche

Da questo primo gruppo di ricordi abbiamo la possibilità di cogliere diversi tipi di incipit usati dall’autore. Due di essi (ricordi 81 e 187) presentano una vera e propria esortazione (Non abbiate […] per certa…; Sappiate…): Guicciardini fa qui affidamento sulla propria esperienza per confutare un errato modo di procedere.

Altri due ricordi (35 e 110) iniziano con un’esclamativa, per sottolineare l’incontestabilità di quanto si afferma e la riprovevole ingenuità di un modo di pensare comunemente giudicato corretto. In questo caso, la sbrigativa secchezza con cui si afferma una verità incontrovertibile rende quasi superflue le motivazioni successive, che servono solo a corroborare quanto asserito nell’incipit. Ma nel ricordo 110 si può notare come la sentenza esclamativa iniziale si arricchisca con il paragone tra la velocità dell’asino e quella del cavallo: si tratta di uno squarcio popolaresco di grande efficacia, non infrequente in Guicciardini, che fa cozzare, con effetto stridente, un’espressione quasi plebea (volere che uno asino facessi el corso di uno cavallo, r. 13) con il contesto serio e meditativo.

Diversa è invece la struttura del ricordo 117, che pone subito in principio la conclusione del breve ragionamento, sviluppato successivamente con una subordinata causale che dimostra la fondatezza del pensiero.

A prescindere dagli incipit, tutti i ricordi presentano un’argomentazione serrata e senza incertezze. Lo stile rafforza questa esibizione di sicurezza, con frasi sempre asciutte, essenziali e legate tra loro in modo da riprodurre la stringente articolazione del ragionamento.

VERSO LE COMPETENZE

COMPRENDERE

1 Nel ricordo 35 Guicciardini mette in evidenza come la capacità di intendere la realtà possa essere inutile e ininfluente. In quali circostanze ciò accade?


2 Quale consiglio dà l’autore nel ricordo 81?


3 Quali ragioni spingono l’autore a polemizzare, nei ricordi 125 e 207, con i filosofi, i teologi e gli astrologi?


4 Rielabora in italiano moderno il ricordo 187.

ANALIZZARE

Quali temi comuni possono essere ravvisati in questa serie di ricordi?

interpretare

Da questi ricordi quale idea emerge del presente, del passato e del futuro?

SVILUPPARE IL LESSICO

7 Nel ricordo 187 Guicciardini usa l’espressione la diritta nel senso di “cosa, via, strategia giusta”. Il termine dritto, o la sua variante colta diritto (dal latino directus), e tutti i suoi derivati, hanno una pluralità di sfumature: individuale nelle frasi seguenti.


a Vada diritto per duecento metri e poi svolti alla prima a destra.

b Era così ubriaco che non riusciva a stare dritto.

c Non so davvero cosa fare… hai qualche dritta da darmi?

d È un uomo di grande drittura morale.

e L’imbarcazione virò a dritta prima di girare la boa.

f Stava così male che lo abbiamo portato dritto in pronto soccorso.

g È un mio diritto esprimere un parere su questo argomento.

scrivere per...

COMUNICAre

8 I tweet sono una moderna forma di aforisma. Scegli tre ricordi tra quelli antologizzati in questo gruppo e trasformali in altrettanti tweet (massimo 140 caratteri).

Classe di letteratura - volume 1
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Dalle origini al Cinquecento