Il poema che stiamo percorrendo è un labirinto
nel quale si aprono altri labirinti. Nel cuore del
poema c’è un trabocchetto, una specie di vortice
che inghiotte a uno a uno i principali personaggi:
5 il palazzo incantato del mago Atlante. Già il mago
ci aveva fatto incontrare, tra le giogaie dei Pirenei,
un castello tutto d’acciaio; poi l’aveva fatto dissolvere
nel nulla. Ora, in mezzo a un prato non lontano
dalle coste della Manica, vediamo sorgere un
10 palazzo che un vortice di nulla, nel quale si
rifrangono tutte le immagini del poema.
Attraversando un bosco, Ruggiero sente un grido:
vede un gigante in lotta con un cavaliere. Sotto
un colpo di mazza del gigante il cavaliere cade:
15 dall’elmo slacciato esce un’onda di capelli biondi:
è Bradamante! Ruggiero insegue il gigante che fugge
trascinando la guerriera esanime e sparisce in un
palazzo di marmo dalla porta d’oro. Ruggiero entra,
percorre sale e logge e scale; si perde; perlustra
20 il palazzo da cima a fondo più volte: nessuna traccia
né del rapitore né della rapita.
Come Cerere cercava Proserpina rapita da Plutone,
così rapimenti e ricerche affannose si intrecciano
per le contrade della Francia. Anche a Orlando,
25 a suo tempo, quando andava in cerca
d’Angelica, era successa la stessa identica storia che
a Ruggiero: veder rapita la sua bella, inseguire il
rapitore, entrare in un misterioso palazzo, girare e
girare per androni e corridoi deserti. Ossia: il palazzo è deserto di quel che si cerca,
30 e popolato solo dai cercatori. Atlante ha dato forma al regno dell’illusione;
se la vita è sempre varia e imprevista e cangiante, l’illusione è monotona, batte e
ribatte sempre sullo stesso chiodo.
Tutti cercando il van, tutti gli danno
colpa di furto alcun che lor fatt’abbia:
35 del destrier che gli ha tolto, altri è in affanno;
ch’abbia perduta altri la donna, arrabbia;
altri d’altro l’accusa: e così stanno,
che non si san partir di quella gabbia;
e vi son molti, a questo inganno presi,
40 stati le settimane intiere e i mesi. (XII, 12)
Questi che vagano per androni e sottoscala, che frugano sotto arazzi e
baldacchini sono i più famosi cavalieri cristiani e mori: tutti sono stati attratti nel
palazzo dalla visione d’una donna amata, d’un nemico irraggiungibile, d’un
cavallo rubato, d’un oggetto perduto. Non possono più staccarsi da quelle mura:
45 se uno fa per allontanarsene, si sente richiamare, si volta e l’apparizione invano
inseguita è là, affacciata a una finestra, che implora soccorso.
[È appunto quello che capita anche a Ruggiero].
Tosto che pon dentro alla soglia il piede,
per la gran corte e per le logge mira;
50 né più il gigante né la donna vede,
e gli occhi indarno or quinci or quindi aggira.
Di su di giù va molte volte e riede;
né gli succede mai quel che desira:
né si sa imaginar dove sì tosto
55 con la donna il fellon si sia nascosto.
Poi che revisto ha quattro volte e cinque
di su di giù camere e logge e sale,
pur di nuovo ritorna, e non relinque
che non ne cerchi fin sotto le scale.
60 Con speme al fin che sian ne le propinque
selve, si parte: ma una voce, quale
richiamò Orlando, lui chiamò non manco;
e nel palazzo il fe’ ritornar anco.
Una voce medesma, una persona
65 che paruta era Angelica ad Orlando,
parve a Ruggier la donna di Dordona,
che lo tenea di sé medesmo in bando.
Se con Gradasso o con alcun ragiona
di quei ch’andavan nel palazzo errando,
70 a tutti par che quella cosa sia,
che più ciascun per sé brama e desia. (XII, 18-20)
Lo stesso grido d’aiuto, la stessa visione che a Ruggiero parve
di Bradamante e a Orlando parve di Angelica, a Bradamante parrà
di Ruggiero. Il desiderio è una corsa verso il nulla, l’incantesimo
75 di Atlante concentra tutte le brame inappagate nel chiuso d’un
labirinto, ma non muta le regole che governano i movimenti degli
uomini nello spazio aperto del poema e del mondo.