Le raccolte epistolari
Luci e ombre L’idealizzazione di sé stesso che Petrarca propone non esclude tuttavia che l’autore prenda in considerazione nei suoi scritti non solo le “luci” della propria personalità ma anche quelle che presenta come ombre. Se da una parte, infatti, egli ribadisce più volte la superiorità della scelta di vita dell’uomo di lettere, rispetto alle normali occupazioni di chi si trovi impegnato in un’esistenza comune, e sostiene che una vita dedicata ai libri e alla cultura è una vita in qualche modo ascetica, a somiglianza di quella scelta in conseguenza di una vocazione religiosa, dall’altra parte non manca di indicare i propri limiti personali: per esempio la schiavitù nei confronti di certe passioni, che gli impediscono di corrispondere fino in fondo a tale ideale.
Anche questa scelta, peraltro, può essere letta come funzionale alla più ampia operazione di costruzione idealizzata della propria immagine condotta dall’autore. I difetti che Petrarca ci addita rendono infatti il suo ritratto più umano e gli consentono al contempo di rappresentare il suo aspro confronto e le difficili, talvolta parziali vittorie contro di essi.
Familiares e Seniles Le Familiares (Familiari) riuniscono 350 lettere scritte tra il 1325 e il 1366 e divise in 24 libri: il modello è, ancora una volta, Cicerone, le cui epistole ad Attico, a Quinto e a Bruto vengono scoperte dallo stesso Petrarca nel 1345, in un antico manoscritto custodito nella Biblioteca Capitolare di Verona. I temi affrontati dal poeta sono i più vari: dalla reazione a situazioni concrete e vissute (come viaggi, incontri, dialoghi) a più ampie questioni di tipo culturale e letterario, dal rimpianto e dalla rievocazione del mondo antico alla polemica contro la degenerazione dei tempi presenti, dalla trattazione di questioni filosofiche e teologiche a riflessioni puramente personali.
Le altre raccolte epistolari Vanno poi ricordate una settantina di lettere Variae (Varie), disperse e diffuse postume, e le 19 lettere Sine nomine (Senza il nome del destinatario), composte tra il 1342 e il 1358 e caratterizzate dal violento tono polemico, che si abbatte soprattutto sulla curia avignonese, di cui si denuncia la corruzione. L’omissione dei nomi dei destinatari è determinata da ragioni di prudenza, data la natura compromettente del contenuto.
Infine, a parte stanno le 66 Epystolae metricae, che, come dice il titolo, sono composte in versi. Ispirate alle epistole di Orazio e raccolte in 3 libri mai però organizzati dall’autore in forma definitiva, avranno molta fortuna presso i poeti latini dell’età umanistica, che le considereranno un modello di eleganza stilistica.
Classe di letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento