3 - L’amore: sentimento e peccato

3 L’amore: sentimento e peccato

L’impossibilità di cambiare vita Il contrasto tra il richiamo a un’esistenza di mera contemplazione spirituale e la scelta di vivere nel mondo, assecondando le sue lusinghe e le sue tentazioni, si manifesta come una costante della produzione e della psicologia petrarchesche.

Nonostante il poeta si sforzi di cambiare vita, cioè di modificare in maniera radicale i propri valori etici e i propri comportamenti pratici, egli non riesce a prendere le distanze dall’amore e da quell’insieme di tensioni sentimentali che danno vita alla sua intricata condizione interiore.

Un’esperienza personale Per Petrarca l’amore rappresenta un’esperienza strettamente personale: nella sua opera infatti non troviamo spiegazioni generali o teorie assolute, come invece accade in Dante, il quale inscrive la propria vicenda all’interno di una visione trascendente del fenomeno, dalla passione giovanile per Beatrice fino all’amore quale essenza del divino.

Il poeta aretino esprime esclusivamente il proprio intimo rovello individuale, da un lato caricando – stilnovisticamente – l’oggetto del desiderio, cioè Laura, delle più eccelse virtù, dall’altro denunciando le conseguenze negative che esso suscita, cioè l’infelicità, il senso del peccato, la percezione della disgregazione morale. In tal modo l’amore che egli prova finisce per essere il suo stesso principale capo d’accusa, la colpa di cui costantemente si rimprovera, sia in prima persona, sia – come nel Secretum – attraverso il suo alter ego, sant’Agostino.

Quello di Petrarca è, in altri termini, un esame di coscienza, incessante e spietato ma al tempo stesso incompiuto: egli riconosce e condanna i propri cedimenti ai fantasmi delle cose terrene, ma tale consapevolezza è destinata a scontrarsi puntualmente con un difetto della volontà che gli impedisce di raggiungere la salvezza dalle passioni carnali e la pienezza di una conversione spirituale.

Una nuova concezione dell’amore È una contraddizione di grande modernità. Prima di Petrarca, infatti, i poeti medievali cantavano soprattutto la donna, oggetto d’amore, senza porre l’attenzione sull’“io” soggetto d’amore. In Petrarca quello che conta davvero è invece l’effetto dell’amore su chi prova il sentimento, considerato spesso in maniera drammatica e dolorosa: lo vedremo bene a proposito del Canzoniere e delle poesie d’amore scritte per Laura.

Paradossalmente, la modernità di Petrarca nasce dalla forte dimensione etico-religiosa, in cui si sviluppano riflessioni sofferte sull’intensità della passione, su come l’assenza dell’oggetto d’amore aumenti la forza del desiderio, sull’accidia, vale a dire quel malessere interiore che toglie la voglia di vivere, e infine sulla difficoltà di liberarsi dal meccanismo distruttivo dell’amore.

Classe di letteratura - volume 1
Classe di letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento