Le opere
Vita nuova È una raccolta di rime composte per Beatrice, accompagnate da brani in prosa (prosimetro). Un primo significato di “vita nuova” è quello di giovinezza (interpretazione cronologica); secondo altre interpretazioni si tratterebbe della “vita rinnovata” dall’amore. La cronistoria dell’amore per Beatrice è al tempo stesso un racconto simbolico, che vuole spiegare come l’amore non sia più solo esperienza privata, ma uno strumento di perfezionamento morale di sé. Attraverso la lode di Beatrice il poeta conosce un rinnovamento spirituale, che lo porta a una poesia più alta (che si concretizzerà nella Commedia).
Rime La raccolta delle Rime contiene i componimenti poetici giovanili non entrati nella Vita nuova e alcune liriche del periodo dell’esilio, con temi e toni molto diversi tra loro. Troviamo i componimenti legati allo Stilnovo; testi alla maniera di Guittone d’Arezzo; altri di contenuto dottrinale e allegorico; il gruppo delle cosiddette “rime petrose”, scritte forse intorno al 1295. Dello stesso periodo sono i sonetti della tenzone con l’amico Forese Donati.
Convivio È un’opera enciclopedica e dottrinale in volgare, rimasta incompiuta. L’intento di Dante è quello di celebrare la conoscenza. La sapienza è vista come la massima aspirazione dell’uomo, e la nobiltà è legata alle qualità intellettuali e morali e non ai nobili natali. Nel Convivio Dante sostiene la necessità dell’impero universale al fine di garantire all’umanità ordine e pace duraturi.
De vulgari eloquentia È un trattato in latino, incompiuto. Tratta dell’origine del linguaggio e degli idiomi derivati dal latino: soprattutto il provenzale (lingua d’oc), il francese (lingua d’oïl) e l’italiano (lingua del sì). L’ideale linguistico che Dante vi espone è quello di un ▶ «volgare illustre», un idioma comune che superi i dialetti regionali e sia adatto alla produzione letteraria. È illustrata anche la distinzione tra stile tragico (per i temi elevati), comico (per i contenuti quotidiani) ed elegiaco (per argomenti malinconici).
De monarchia È un trattato in latino che affronta il tema dei rapporti tra i due poteri assoluti dell’epoca medievale, l’Impero e il Papato, sostenendone la reciproca indipendenza (metafora dei ▶ «due soli»). L’opera mira a formare a indottrinare la classe dirigente al fine di rinnovare la società e abbattere la corruzione.
Divina Commedia Dante compone la Divina Commedia dal 1306-1307 fino alla morte. Il poema è diviso in 3 cantiche, che descrivono il viaggio nei tre regni ultraterreni cui sono destinate le anime degli uomini: l’Inferno ospita i dannati per l’eternità; il Purgatorio è un luogo di passaggio in cui le anime scontano i peccati commessi, fino a purificarsi per ascendere al Paradiso, cui hanno accesso diretto le anime di coloro che sono morti in grazia di Dio. Qui si gode per sempre di una beatitudine che consiste nella contemplazione di Dio. Virgilio lo accompagna per i primi due regni, Beatrice per l’ultimo.
In una lettura allegorica, si può interpretare la Divina Commedia in chiave morale: l’umanità è smarrita nel peccato (la «selva oscura») e deve fare appello alla ▶ ragione (Virgilio) e con il suo aiuto condurre un esame di coscienza (l’attraversamento dell’Inferno) e quindi pentirsi, espiando (il passaggio nel Purgatorio); ma l’umanità non potrà essere salva senza la ▶ grazia divina (Beatrice).
Un’altra chiave di lettura è quella politica: l’umanità è smarrita nel disordine civile e non riesce a uscirne; per salvarsi ha bisogno di due guide, quella pratica di un imperatore (Virgilio) e quella spirituale del papa (Beatrice).
Erich Auerbach propone invece una lettura definita figurale: la figura è un tipo particolare di allegoria, che presuppone la verità storica dell’elemento utilizzato per rimandare a qualcos’altro, mentre nell’allegoria il primo elemento serve solo a richiamare il secondo. Nella Commedia ogni accadimento può essere figura di un accadimento successivo che, a sua volta, è adempimento del primo.
Linguisticamente la Commedia ha posto le basi della lingua italiana.
L’opera presenta una mescolanza tra i diversi stili (dal più basso al più alto), con la conseguente scelta linguistica: dai toni dello stile basso caratteristici dell’Inferno alla raffinatezza lessicale dello stile elevato del Paradiso, passando per lo stile medio del Purgatorio.