CRITICI A CONFRONTO - Gian Mario Anselmi e Matteo Residori - Il fascino ambiguo dell’amore nella Gerusalemme liberata

CRITICI A CONFRONTO

Gian Mario Anselmi e Matteo Residori

Il fascino ambiguo dell’amore nella Gerusalemme liberata

Qual è la funzione dell’amore nella Gerusalemme liberata? E come si concilia questo sentimento con l’ideologia dell’autore? Le analisi di Gian Mario Anselmi (n. 1947) e Matteo Residori (n. 1971) offrono due diverse interpretazioni: mentre il primo critico sottolinea gli effetti conflittuali che l’amore provoca nell’intimità divisa della coscienza individuale, il secondo mette in evidenza come la centralità di questo tema sia dovuta tanto a ragioni strumentali (l’amore sarebbe un argomento in grado di catturare maggiormente l’attenzione del pubblico) quanto al suo ruolo di forza antagonista rispetto al compito religioso e militare dei crociati.

Gian Mario Anselmi

Sotto il segno della “concordia” e del “conflitto” si vanno articolando le vicende amorose dei principali personaggi della Liberata: se, per un verso, il tema lirico-amoroso è programmaticamente intessuto nel cuore del poema come un altro elemento fondamentale della variatio (e subirà perciò nella Conquistata i tagli più consistenti), per l’altro, eros è il visibile segno della contraddizione e della conciliazione. Aspetto cardine dell’utopia tassiana, che colloca eros al centro di un discorso altro rispetto al mondo del perenne confligere: anche eros, però, nasce e si sviluppa come conflitto, come opposizione, è esso stesso la cartina da tornasole che fa emergere le lacerazioni che dividono, fin nella loro intimità soggettiva, i vari personaggi. Ma eros suggerisce anche le strade della conciliazione, dell’abbandono fiducioso, tutte impervie comunque, tutte lastricate dalla presenza incombente della Morte. […]

Amore è segno di contraddizione, manifesta a livello più intimo delle coscienze il senso dell’universale confligere. Olindo ama non corrisposto Sofronia; Tancredi ama Clorinda inconsapevolmente, mentre Erminia si strugge per l’eroe cristiano; Armida ama, oltre ogni possibile incantamento, Rinaldo e Rinaldo, di là da ogni magia, è lacerato da un amore irrevocabile per Armida. [….] Eroi cristiani ed eroine pagane sono “simili”: in uno splendido ulteriore gioco di opposizione e di intrecci, Amore mescola tutte le carte, sconvolge il terribile, gelido contrapporsi delle armi, delle civiltà, delle ideologie. Amore è la frontiera del possibile “oltre”: Tancredi e Rinaldo, pur lacerati, amano donne del campo avverso e simmetrico destino incrocia le vite di Erminia, Clorinda, Armida, le pagane. Ma, in quella frontiera d’Amore, ogni distinzione perde il senso contingente, si spalanca l’abisso delle intermittenze del cuore, si dipana la storia della mutazione profonda delle coscienze. Per la prima volta, superando in ciò lo stesso modello virgiliano, i personaggi di un poema eroico hanno una compiuta vita interiore, si modificano, sono a tutto tondo: anche in questo, Tasso, pur nel solco del poema eroico, ne va dissolvendo gli statuti fondanti, aprendo la strada che conduce per un verso al melodramma e per l’altro alla moderna narrativa.


(Gian Mario Anselmi, La Gerusalemme liberata, vicende d’amore, in Breviario dei classici italiani, a c. di G.M. Anselmi, A. Cottignoli, E. Pasquini, Bruno Mondadori, Milano 2000)

Matteo Residori

[…] l’autore che si presenta nella dedica come “peregrino errante” manifesta nel corso del poema una certa empatia per la dimensione dell’“erranza”. Questo risulta chiaro se si osserva come Tasso tratta il tema degli “amori”. I molti episodi amorosi della Gerusalemme liberata costituiscono una licenza vistosa rispetto al criterio della verità storica. Anche se Tasso non ritiene necessaria una verità assoluta alle cronache, e anche se queste ultime attribuiscono ai crociati qualche inclinazione sensuale […], non si può negare che gli episodi amorosi abbiano nella Gerusalemme un’importanza molto maggiore che nella realtà storica della crociata. Questo tema è dunque il più evidente di quei “fregi” e di quei “diletti” che il poeta ha aggiunto al poema per adeguarsi al gusto profano del “mondo”: e in particolare per conquistare i moltissimi lettori che mostravano di apprezzare nella poesia cavalleresca quella miscela di “armi” e “amori” che era stata proposta dall’Orlando innamorato e definitivamente canonizzata dal Furioso.

Ma dare spazio al tema amoroso non significa per forza andare contro la morale. Tasso si sforza anzi di mostrare che è possibile trattarlo in modo del tutto conforme all’ideologia epico-cristiana. A differenza di quella dell’Orlando furioso (“Le donne, i cavalier, l’arme e gli amori”), la protasi della Liberata non cita né amori né donne; si deve perciò ritenere che gli episodi amorosi del poema siano solo uno strumento dell’offensiva infernale o un aspetto dell’“erranza” dei compagni. L’amore è insomma presentato come forza puramente antagonistica che ostacola il compimento della crociata: Tasso spezza la solidarietà tra armi e amori che era tipica del codice cavalleresco, e fa dell’amore non l’alleato ma l’avversario più insidioso dell’eroismo cristiano.


(Matteo Residori, Tasso, Il Mulino, Bologna 2009)

per scriverne

La tematica amorosa è un motivo che ricorre in tutto il poema e che viene trattato dall’autore in modo ambivalente: in questo, probabilmente, sta una delle ragioni del fascino che ancora oggi emana per noi la produzione letteraria di Tasso. Dopo aver letto le due diverse interpretazioni critiche, puoi dedicare a questo argomento un testo espositivo: per farlo in modo consapevole, ti suggeriamo di leggere (o rileggere) il secondo grande tema, “Tra sensualità e spiritualità” ( pp. 982-983), almeno una delle liriche amorose dell’autore ( T2, T3, T4, pp. 990-991) e il proemio della Liberata ( T6, p. 1010). Cerca di essere il più possibile chiaro e completo, ma soprattutto oggettivo: evita dunque di presentare qualsiasi considerazione o valutazione personale e di usare la prima persona. Attribuisci un titolo al tuo scritto, che introduca l’argomento principale, riconoscibile grazie a una parola-chiave, scrivi una breve introduzione e quindi suddividi il corpo centrale del tuo testo in sequenze nelle quali vengono sviluppate le principali informazioni. Infine riepiloga i concetti espressi in una conclusione.

Classe di letteratura - volume 1
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Dalle origini al Cinquecento