La Divina Commedia

98 Canto VII canto Dante altera la struttura solita e descrive nonNelunsettimo solo cerchio ma due, il quarto e il quinto. Nel quarto cerchio la massa degli avari e prodighi mostra gli effetti della smodata bramosia di beni terreni, simboleggiata dal guardiano Pluto, il dio pagano della ricchezza. I beni terreni sono un inganno per gli umani, il loro perseguimento senza limiti sfigura l umanità e la abbrutisce. (vv. 1-15) Pluto 1-6 «Pape Satàn, pape Satàn aleppe! Pluto cominciò a dire con una voce aspra (chioccia); e quel saggio gentile che comprese tutto, per confortarmi disse: «Fa che non ti danneggi (Non ti noccia) la tua paura; perché, per quanto potere egli abbia, non ci impedirà di scendere questa balza . 7-15 Poi si rivolse a quel volto (labbia) gonfio d ira ( nfiata), e disse: «Taci, maledetto lupo! roditi dentro con la tua rabbia. Il nostro cammino nel profondo (al cupo) non è senza motivo: lo si vuole lassù in cielo, dove Michele vendicò la violenza superba (di Lucifero) . Come le vele gonfiate dal vento cadono avvolte su se stesse, quando si spezza (fiacca) l albero, così cadde a terra la belva crudele. (vv. 16-66) Gli avari e i prodighi 16-24 Così scendemmo nel quarto girone (lacca) percorrendo un tratto in più del pendio pieno di dolore che raccoglie come in un sacco (insacca) tutto il male dell universo. Ahi giustizia di Dio! Chi accumula tanti inauditi dolori e pene quanti io vidi? e perché il nostro peccato così ci strazia (scipa)? Come fa l onda là presso Cariddi, che si infrange con quella che si oppone (s intoppa), così è inevitabile che qui la gente si muova in cerchio (riddi). 25-30 Qui vidi gente più numerosa che altrove, da una parte e dall altra, con alte grida, che rotolava dei pesi con la forza del petto (poppa). Si scontravano gli uni con gli altri; e poi proprio (pur) lì ciascuno si girava, voltando indietro anche i massi e gridando: «Perché ammucchi (tieni)? e «Perché dilapidi (burli)? . 31-39 Così allora giravano lungo quel cerchio oscuro da entrambe le parti fino al punto opposto, gridandosi ancora il loro ritornello (metro) offensivo (ontoso); poi ognuno si voltava, quando era arrivato, per percorrere l altra metà del cerchio e per un successivo scontro. E io, che avevo il cuore quasi afflitto, dissi: «O mio maestro, spiegami che gente è questa, e se furono tutti uomini di Chiesa (cherci) questi alla nostra sinistra, che hanno la tonsura (chercuti) . 40-42 Ed egli mi rispose: «Tutti quanti furono ciechi di mente nella vita precedente, che non fecero nessuna spesa con misura. La Fortuna, guidata dalla volontà divina, interviene per riequilibrare quanto l uomo mette sottosopra. Nella fangosa palude Stigia iracondi e accidiosi continuano il loro affannarsi litigioso e lamentoso. Il linguaggio poetico segue il diverso andamento compositivo e lascia i toni «petrosi , di duro realismo, per innalzarsi nella descrizione della Fortuna e ritornare a un registro medio in quella degli accidiosi. «Pape Satàn, pape Satàn aleppe! , cominciò Pluto con la voce chioccia; 3 e quel savio gentil, che tutto seppe, disse per confortarmi: «Non ti noccia la tua paura; ché, poder ch elli abbia, 6 non ci torrà lo scender questa roccia . Poi si rivolse a quella nfiata labbia, e disse: «Taci, maladetto lupo! 9 consuma dentro te con la tua rabbia. Non è sanza cagion l andare al cupo: vuolsi ne l alto, là dove Michele 12 fé la vendetta del superbo strupo . Quali dal vento le gonfiate vele caggiono avvolte, poi che l alber fiacca, 15 tal cadde a terra la fiera crudele. Così scendemmo ne la quarta lacca, pigliando più de la dolente ripa 18 che l mal de l universo tutto insacca. Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa nove travaglie e pene quant io viddi? 21 e perché nostra colpa sì ne scipa? Come fa l onda là sovra Cariddi, che si frange con quella in cui s intoppa, 24 così convien che qui la gente riddi. Qui vid i gente più ch altrove troppa, e d una parte e d altra, con grand urli, 27 voltando pesi per forza di poppa. Percot ansi ncontro; e poscia pur lì si rivolgea ciascun, voltando a retro, 30 gridando: «Perché tieni? e «Perché burli? . Così tornavan per lo cerchio tetro da ogne mano a l opposito punto, 33 gridandosi anche loro ontoso metro; poi si volgea ciascun, quand era giunto, per lo suo mezzo cerchio a l altra giostra. 36 E io, ch avea lo cor quasi compunto, dissi: «Maestro mio, or mi dimostra che gente è questa, e se tutti fuor cherci 39 questi chercuti a la sinistra nostra . Ed elli a me: «Tutti quanti fuor guerci sì de la mente in la vita primaia, 42 che con misura nullo spendio ferci.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato