Personaggi principali: Cerbero, Ciacco, Pluto

90 Canto VI Personaggi principali Cerbero Ciacco Cerbero, figlio di Tifeo e di Echidna, è un mostro della mitologia greca (Teogonia, «Origine degli dèi , di Esiodo, VII sec. a.C.) e latina (Metamorfosi di Ovidio, I sec. a.C.; Eneide di Virgilio), posto a guardia dell Oltretomba pagano. Dante gli assegna la funzione non solo di guardiano del terzo cerchio dell Inferno, ma anche di strumento della punizione divina. Ciacco può essere il diminutivo di Giacomo o la forma italiana del francese Jacques. Boccaccio, in una novella del Decameron, lo ritrae come un parassita povero di mezzi che, o invitato o autoinvitatosi, partecipava a tutti i banchetti dei ricchi signori della Firenze duecentesca, ben accetto in ogni caso perché uomo di spirito e cortesia (Decameron IX, 8). stata tentata anche un identificazione con Ciacco dell Anguillara, poeta conosciuto per il vizio della gola. Buti ritiene che Ciacco possa essere un soprannome dispregiativo, «porco , «per la golosità sua . Dante, però, deve aver avuto stima per questo personaggio se ne fa il portavoce delle sue idee politiche e della sua condanna morale sulla situazione di Firenze, compito che altrove affida a personaggi di indubbia dignità come Farinata (Inferno X), Marco Lombardo (Purgatorio XVI), Cacciaguida (Paradiso XVII). Pluto Dante e Virgilio incontrano Cerbero, miniatura ferrarese, XV sec. Nella mitologia classica Pluto è il dio della ricchezza. Figlio di Iasione e Demetra, si dice sia stato accecato da Zeus affinché distribuisse la ricchezza casualmente. Dante gli assegna la funzione di demone-custode del quarto cerchio dove sono puniti gli avari e i prodighi che hanno fatto cattivo uso della ricchezza: lo definisce il gran nemico dell'umanità, perché è un demonio e perché è il dio della ricchezza, la cui brama trascina l uomo all Inferno. Parole in chiaro Profani (v. 21) Etimologicamente il termine profano è formato dalla locuzione latina pro, «davanti , e fano (da fanum), «tempio . Nel linguaggio cristiano sta a indicare «chi sta fuori dal tempio , cioè dalla Grazia di Dio e, quindi, è dannato. Dante infatti lo attribuisce ai peccatori. Per estensione profano è colui che non ha conoscenze in un determinato campo, quindi «incompetente . Il verbo profanare significa «trattare con irriverenza le cose sacre e, per estensione, offendere, umiliare. Mostrocci (v. 23) Il verbo mostrare deriva dal latino monstrare (letteralmente «indicare la volontà degli dèi ) che, a sua vol- ta, viene dal lat. monstru(m) nell accezione neutra di «segno . Monstra sono definiti da Cicerone (I sec. a.C.) i prodigi che le divinità inviano come ammonimento agli uomini, destano meraviglia perché sono inusuali, ma non sono necessariamente connotati come segni negativi. In italiano il termine mostro può essere considerato una vox media, ovvero una parola che può acquistare un significato positivo o negativo a seconda del contesto. Nel Medioevo è usato per riferirsi a personaggi mitologici, ma con un valore ancora vicino a quello di prodigio. In Dante, tuttavia, compare il giudizio morale negativo sul mostro, espressione del sovvertimento dell ordine prestabilito. Così, nel Purgatorio, la Chiesa corrotta ac- quista le sembianze di un mostro dalle sette teste (quella che con le sette teste nacque, / e da le diece corna ebbe argomento; XIX, 109-110). Il termine mostro nell uso odierno sembra avere recuperato una parte di positività (un mostro di bravura). Attoscare (v. 84) Da tòsco variante poetica del latino toxicum per veleno. Termine comune nella prosa del Duecento compare un unica volta in Inf. VI, contrapposto ad addolciare, nel valore figurato di avvelenare con tormenti: Dante vuol sapere se l ciel li addolcia o lo nferno li attosca, cioè se i grandi Fiorentini nominati da Ciacco, ch a ben far puoser li ngegni (v. 81), sono salvi o se l Inferno li «riempie d amaritudine e di tormento (Boccaccio).

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato