La Divina Commedia

Glossario della letteratura 793 Nella Commedia la similitudine è una figura retorica dominante, infatti se ne registrano circa seicento. la tecnica mediante la quale Dante esprime visivamente le proprie idee e i propri stati d animo, attingendo ai fenomeni del mondo fisico e ai dati naturalistici. Es.: E come li stornei ne portan l ali / nel freddo tempo, a schiera larga e piena, / così quel fiato li spiriti mali / di qua, di là, di giù, di sù li mena (Inferno V, vv. 40-43). Sineddoche: dal greco synekdéchomai, «prendo insieme . affine alla metonimia ( vedi) e consiste nella sostituzione di un termine con un altro, avente col primo un rapporto di contiguità, nel senso di maggiore o minore estensione del significato. Per esempio, la parte per il tutto: alzò la fronte invece di alzò la testa (Purgatorio II, v. 58); oppure il genere per la specie e viceversa: mortale invece di uomo oppure o animal graz oso e benigno: animal invece di uomo (Inferno V, v. 88). Sinestesia: dal greco syn, «insieme , e aisth nesthai, «percepire . lo spostamento di una facoltà di senso da una parola all altra determinando un associazione di sensazioni di diversa provenienza sensoriale. Es.: tra una sensazione gustativa (dolce) e sensazioni di origine visiva (color). Sintagma: dal greco s y ntagma, «riunione ordinata . Indica i gruppi di elementi linguistici che costituiscono parte di una frase e hanno unità logica e di significato all interno di una struttura. Per esempio, il nesso sostantivo + aggettivo (selva oscura). Sonetto: componimento metrico con quattordici endecasillabi, suddivisi in due quartine (strofe di quattro versi) e due terzine (strofe di tre versi). Stilema: una particolare forma espressiva parola, frase, costrutto ricorrente nella scrittura letteraria di un autore. Es.: vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare (Inferno III, vv. 95-96); vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare (Inferno V, vv. 23-24). Strofa: sequenza di versi che in un componimento poetico formano un unità ritmica. Nella metrica tradizionale presenta un numero fisso di versi che ripetono uno schema di rime (distico: strofa di due versi; terzina: strofa di tre versi; quartina: strofa di quattro versi; sestina: strofa di sei versi; ottava: strofa di otto versi), invece nel verso libero del Novecento il numero e la disposizione dei versi sono variabili. T Tmesi: tecnica tipica della poesia medievale consistente nella separazione di un termine per ragioni di rima. Es.: differente- / mente (Paradiso XXIV, vv. 16-17). V Verso: è l unità fondamentale della poesia che, nella forma scritta, corrisponde a una riga di testo, alla fine della quale il poeta va a capo senza utilizzare tutto lo spazio bianco del foglio. Il verso contempla due unità di misura: il numero delle sillabe che lo compongono; il ritmo, ossia l andamento imposto al verso dalla posizione degli accenti delle parole che lo formano, dalle cesure, dalle rime, dalle strofe. Verso libero: verso che non rispetta la metrica tradizionale, e quindi varia in lunghezza e non è rimato. Z Zeugma: dal greco ze gnymi, «metto al giogo . Figura retorica consistente nel far dipendere dallo stesso verbo due o più parti del discorso, di cui una sola ne dipende logicamente. Es.: parlar e lagrimar vedrai insieme (Inferno XXXIII, v. 9).

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato