Dante maestro di retorica – Le preghiere nella Commedia

Dante maestro di retorica Le preghiere nella Commedia La preghiera, fondamentale nella vita del credente, è un invocazione rivolta a Dio (Padre, Figlio, Spirito Santo) o ancora ai santi (la Vergine Maria, san Giuseppe, gli altri santi) perché possano intercedere presso Dio. La preghiera di suffragio ha il fine di ridurre i tempi e le sofferenze delle anime che stanno espiando in Purgatorio. Il luogo senza preghiere: l Inferno La preghiera è assente nel primo regno. Nel canto V Francesca fa intendere a Dante che se lei potesse (non può, però) pregherebbe Dio perché Dante possa trovare la pace. La preghiera per intercedere: il Purgatorio Le preghiere sono molto presenti nel Purgatorio. I principi negligenti nell Antipurgatorio cantano il Salve, Regina. Prima dell ingresso nel Purgatorio altre anime intonano Te lucis ante, un inno che si recita per chiedere di tenere lontano le tentazioni della notte. Appena entrato nel secondo Regno, Dante sente cantare Te Deum laudamus, l inno di ringraziamento di fine anno per i benefici ricevuti. In tutte le balze preghiere e salmi allietano e confortano il cammino. Eccone alcuni esempi. Nella prima balza i superbi recitano il Padre nostro (interamente riportato nei versi danteschi in forma tradotta dal testo latino, completata da un breve commento), nella seconda gli invidiosi le litanie dei santi, nella quinta gli avari Adhaesit pavimento anima mea e Gloria in excelsis Deo, nella sesta i golosi il versetto Domine, labia mea aperies (appartenente al Miserere). Nel canto XXX, l incontro di Dante con Beatrice nell Eden è preceduto da un susseguirsi di inni. Da una processione nel bosco dell Eden ad un certo punto si alza la voce di uno degli anziani che per tre volte grida Veni, sponsa, de Libano, espressione tratta dal Cantico dei cantici nel quale si racconta in chiave metaforica dell amore tra l anima e Dio o anche dell amore di Cristo per la sua sposa, la Chiesa. Gli angeli che si alzano in volo sul carro rispondono in coro Benedictus qui venis («Benedetto colui che viene ). la frase con cui il Signore Gesù è accolto in Gerusalemme la domenica delle palme, la settimana prima della Pasqua. La preghiera come inno: il Paradiso Anche nel Paradiso le preghiere allietano il viaggio di Dante. Ecco alcuni esempi. Nel canto III Piccarda recita l Ave Maria, nel canto XXIII i beati cantano il Regina Celi1 (antifona del tempo pasquale) dopo il trionfo di Cristo, nel canto XXVI, terminato l esame sulla carità, Dante sente intonare Santo, santo, santo!. Nel canto XXVII tutti i santi intonano il Gloria: Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo , cominciò, gloria! , tutto il paradiso, sì che m inebriava il dolce canto. L ultimo canto del Paradiso si apre con la preghiera Vergine Madre, figlia del tuo figlio, recitata da san Bernardo, preludio alla visione di Dio, inserita anche tra le preghiere liturgiche, una delle più belle invocazioni che siano mai state rivolte alla Madonna. L inno alla Vergine Maria La preghiera, lunga trentanove versi, si struttura in due parti, la prima delle quali (vv. 1-21) è l elogio di Maria, la seconda (vv. 22-39) è una richiesta alla Vergine perché Dante possa conservare sani i suoi sensi, dopo aver visto Dio. Ci soffermiamo qui solo sulla prima parte incentrata sull esaltazione della Madonna. Rifacendosi alla tradizione mariana e alla liturgia, san Bernardo apostrofa la Madonna con tre antitesi: vergine e, al contempo, mamma, figlia del suo stesso figlio, umile e alta più di tutte le altre creature. Tre misteri incomprensibili umanamente sono qui sintetizzati: la verginità feconda, il miracolo di una creatura che diviene madre del suo stesso creatore, la grandezza della Madonna che risiede nella sua povertà di spirito, nell umiltà e nel semplice «sì pronunciato dinanzi alla chiamata di Dio. La Madonna ha reso così nobile e grande la natura umana che Dio non ha disdegnato di diventare uomo. Nel grembo della Vergine si è riacceso l amore tra Dio e l uomo, perché la maternità della Vergine ha permesso l incarnazione e la redenzione dell umanità. Dio ha mostrato all uomo la strada per tornare a Lui e salire in Paradiso mandando suo figlio Gesù, che è la via, la verità e la vita. Con la morte e la resurrezione di Cristo è germinata in Cielo la Candida Rosa, luogo dei santi. La santità, amore verso Cristo che porta a seguirlo e ad imitarlo, è possibile da quando Dio si è incarnato. La Madonna ha collaborato alla redenzione del mondo, in un certo modo è corredentrice. Proprio in grazia dei suoi futuri meriti, Dio ha preservato Maria dal peccato. Lei è la «sine labe concepta (la «partorita senza peccato ), l Immacolata concezione, ricettacolo di misericordia, di pietà e di ogni tipo di carità. La Madonna è una fiaccola d amore in Paradiso e fontana zampillante di speranza per gli uomini. La Madonna va in soccorso non soltanto a chi la supplica, ma anche a chi è totalmente dimentico di Lei e Dante stesso sperimenta questa benevolenza quando all inizio del viaggio all Inferno non chiede da subito aiuto e quando grida «Miserere di me rivolgendosi ad una persona (ombra o uomo certo) che aveva lì dinanzi. Dante non ha pregato direttamente Maria, di cui evidentemente si era totalmente scordato. Eppure, lei aveva già mobilitato santa Lucia che aveva chiesto aiuto a Beatrice. Per questo Virgilio si trovava lì nella selva oscura in soccorso a Dante. La Madonna, che comprende in sé tutte le maggiori virtù umane (misericordia, pietà, magnificenza) è, qui, presentata in tutta la sua umanità. 1 Regina Celi: così compare scritta nel canto XXIII del Paradiso l antifona mariana Regina Caeli o Regina Coeli. Paradiso La visione di Dio 775

La Divina Commedia
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