Analisi e interpretazione

Analisi e interpretazione La figura di Minosse La mostruosa figura di Minosse sta all ingresso del secondo cerchio ed esegue le sentenze già stabilite dal Cielo: avvolgendo la lunghissima coda intorno al corpo, indica il girone della pena eterna cui l anima è destinata. Le sue parole velenose possono essere interpretate come completamento del ritratto demoniaco, poiché tendono a instillare in Dante il dubbio nei confronti di Virgilio (guarda com entri e di cui tu ti fide) e a sottolineare i rischi del percorso da affrontare (non t inganni l ampiezza de l intrare!). Ma possono avere anche un significato allegorico come avvertimento al pellegrino: saggia bene le tue forze prima di immetterti in questo luogo, considera se il sostegno della ragione è sufficiente e ricorda che «larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione (Matteo VIII, 13). La tecnica narrativa L angoscia introdotta da Minosse e la dimensione tragica della bufera sono via via attenuate dalle similitudini che si ispirano ai dati naturalistici del volo: gli stornelli (vv. 4045), le gru (vv. 46-49) e le colombe (vv. 82-87) indicano il modo con cui Dante vede arrivare le anime (in gruppo, in fila indiana, in coppia escono dalla schiera) e conferiscono alla narrazione il tono della favola. Si delinea poi la rassegna di donne e cavalieri, antichi e medievali, che proiettano sulla scena una luce di letteraria gentilezza. Dalla schiera dei lussuriosi si staccano i personaggi di Paolo e Francesca. Il narratore di primo grado, Dante, cede la parola a Francesca, che tratteggia in flashback una storia di amore, di adulterio e di morte violenta. Il pianto sommesso di Paolo fa da controcanto al racconto dell amante e porta la tensione drammatica al punto più alto. La tematica: l ideale dell amore cortese-stilnovistico Il tema dell amore è centrale in tutta la prima produzione lirica dantesca, dalle liriche cortesi delle Rime a quelle stilnoviste della Vita Nuova, alle canzoni allegorico-dottrinali del Convivio. Nella Commedia con l episodio di Paolo e Francesca Dante intende prendere le distanze dalla concezione cortese e stilnovistica dell amore. Nel poema infatti l amore diventa «itinerario verso Dio e deve condurre a quello più elevato, spirituale e non terreno, della carità cristiana. Francesca si fa portavoce della concezione del francese Andrea Cappellano (XII secolo), autore del trattato De amore ( Parole in chiaro), ripresa dai poeti dello Stilnovo, secondo la quale l amore nasce nei cuori nobili di spirito (cor gentil); agisce attraverso la bellezza che costituisce l occasione dell amore (prese costui de la bella persona) e la sua forza è irresistibile (Amor, ch a nullo amato amar perdona). Per approfondire Sull amore e la pietà Stilnovo e letteratura cortese tramite di peccato La letteratura cortese e lo Stilnovo, di cui Dante era stato un seguace, considerano l amore come un sentimento idealizzato e la donna come un essere angelicato. Ma l amore può anche essere origine della dannazione: la storia di Paolo e Francesca, traviati dalla letteratura, è un monito perché il lettore si guardi da quel pericolo. E allora Dante-personaggio vuole capire in quale momento l amore, sentimento positivo per natura, si tramuta in peccato: come la prima radice (v. 124), cioè l insidia della lussuria, si è insinuata nel comportamento dei due amanti, in che modo e per quali vie si è verificato l inganno di cui sono stati vittime. Complice è stato il romanzo cortese del Lancelot (v. 137), che suscitò intense emozioni: Paolo e Francesca dopo aver letto la scena del bacio tra Lancillotto e Ginevra si baciarono a loro volta (la bocca mi basciò tutto tremante). La condanna della tradizione cortese-stilnovistica Dante-autore esprime qui un giudizio morale negativo sulla concezione cortese e stilnovistica dell amore. Tale sentimento, messo di fronte alla prova pratica dell attrazione fisica, diventa fonte di insana passione e quindi di dannazione. Il Dante-personaggio riconosce nei due cognati la propria vulnerabilità: egli partecipa al loro dolore in una maniera tale che, sopraffatto dalla commozione e dal turbamento, sviene. Francesca vuol costringere Dante-personaggio ad ammettere che, se si vuol condannare il suo gesto, bisogna conseguentemente condannare tutta la cultura cortese e stilnovistica che ha teorizzato la «signoria d Amore sui cuori gentili. Lo stile del canto Le tenebre infernali sono delineate dalla sinestesia che accosta la sensazione visiva con quella dell assenza di rumore (d ogne luce muto, v. 28, privo di luce, muto). I suoni allitteranti accentuano l atmosfera cupa e tempestosa (muto-mugghia-come-mar-tempesta, vv. 28-29) e il verbo mugghia evoca il muggito animale, mettendo in primo piano la violenza del peccato. Il contrappasso tra la passione irresistibile dei sensi e il turbinio ininterrotto dei venti è sottolineato dalla ripetizione della sillaba -fe, dall allitterazione della -r (bufera infernal, che mai non resta) e dalle consonanze (voltando e percotendo vv. 31-33). La particolarità ritmica del v. 43 (di qua, di là, di giù, di sù li mena), formato da monosillabi (tranne mena) anche accentati, rende visivamente e acusticamente il turbinio delle anime travolte dalla tempesta. Chiude questo canto così intenso un verso dal ritmo martellante per l allitterazione in -c all inizio di parola (E caddi come corpo morto cade, v. 142), l assonanza (corpo morto) e l accumulo di cinque accenti sulle cinque parole bisillabe (E càddi còme còrpo mòrto càde, v. 142). 77 Inferno Paolo e Francesca

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato