La Divina Commedia

768 Canto XXXIII 31-39 perché tu lo sciolga da ogni impedimento terreno, così che Dio, la suprema beatitudine, gli si manifesti. Ti invoco ancora, regina, che puoi ciò che vuoi, ti prego anche che egli conservi puri, dopo una così alta visione (Dio), i suoi sentimenti. La tua custodia domini le umane passioni: guarda Beatrice e quanti beati congiungono le mani verso di te e t implorano per (aiutare) le mie preghiere! . (vv. 40-105) La visione in Dio dell universo 40-48 Gli occhi (di Maria) amati e venerati da Dio stesso, fissi in colui che pregava, ci fecero capire quanto le fossero gradite le devote preghiere, poi si rivolsero verso l eterna luce di Dio, nella quale non si deve credere che da nessuna creatura possa essere rivolto lo sguardo con altrettanta chiarezza. E io, che mi avvicinavo al fine ultimo di tutti i desideri, così come dovevo, portai al culmine in me l ardore di tale desiderio (di vedere Dio). 49-54 Bernardo mi faceva cenno e sorrideva perché io guardassi in alto, ma io ero già spontaneamente tale come egli voleva, poiché la mia vista, diventando limpida, penetrava sempre di più nel raggio della luce suprema, che è vera nella sua essenza. 55-57 Da questo momento in poi la mia facoltà visiva fu maggiore di quanto possano manifestare le mie parole, perché sono insufficienti a tale visione, e la memoria viene meno a un così grande eccesso. 58-63 Nella condizione di colui che, sognando, vede qualcosa di cui, dopo il sogno, gli rimane impressa l emozione, ma il contenuto (del sogno) non gli ritorna alla memoria, tale sono io, perché la (nitidezza della) mia visione svanisce quasi completamente e ancora mi scende goccia a goccia nel cuore la dolcezza che derivò da essa. 64-75 Allo stesso modo la neve si scioglie al sole; così ai colpi di vento si disperdeva il responso della Sibilla (scritto) su foglie leggere. 31-33. perché ... dispieghi: perché sciolga Dante da ogni impedimento (nube) derivante dalla sua condizione mortale, che potrebbe ostacolarlo nel gustare appieno la suprema beatitudine (sommo piacer) derivata dalla visione divina. 37-39. Vinca ... mani!: l invocazione si conclude con la visione di Beatrice e di tutti i beati, che a mani giunte si uniscono a Bernardo nella sua preghiera alla Vergine, perché essa vigili su Dante e lo aiuti a vincere la sua fatale debolezza umana. 45. per ... chiaro: questo per deriva dal francese par, che significa «da . 48. l ardor ... finii: il desiderio di vedere Dio raggiunge in Dante la sua massima tensione: finii significa «sublimai , portai al termine. 50-51. ma io ... volea: Dante ha ottenuto, perché tu ogne nube li disleghi di sua mortalità co prieghi tuoi, 33 sì che l sommo piacer li si dispieghi. Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che tu vuoli, che conservi sani, 36 dopo tanto veder, li affetti suoi. Vinca tua guardia i movimenti umani: vedi Beatrice con quanti beati 39 per li miei prieghi ti chiudon le mani! . Li occhi da Dio diletti e venerati, fissi ne l orator, ne dimostraro 42 quanto i devoti prieghi le son grati; indi a l etterno lume s addrizzaro, nel qual non si dee creder che s invii 45 per creatura l occhio tanto chiaro. E io ch al fine di tutt i disii appropinquava, sì com io dovea, 48 l ardor del desiderio in me finii. Bernardo m accennava, e sorridea, perch io guardassi suso; ma io era 51 già per me stesso tal qual ei volea: ché la mia vista, venendo sincera, e più e più intrava per lo raggio 54 de l alta luce che da sé è vera. Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che l parlar mostra, ch a tal vista cede, 57 e cede la memoria a tanto oltraggio. Qual è col i che sognando vede, che dopo l sogno la passione impressa 60 rimane, e l altro a la mente non riede, cotal son io, ché quasi tutta cessa mia vis one, e ancor mi distilla 63 nel core il dolce che nacque da essa. Così la neve al sol si disigilla; così al vento ne le foglie levi 66 si perdea la sentenza di Sibilla. tramite l intercessione di Maria, la Grazia divina e sa come deve agire: guarda verso l alta luce ... vera (v. 54), con una vista finalmente pura (sincera, v. 52). Il suo sguardo sarà rivolto verso l alto fino al termine del canto. 57 oltraggio: Parole in chiaro. 58-63. Qual è ... nacque da essa: la similitudine vuol significare che Dante è come colui che, alla fine di un sogno, non ne ricorda più il contenuto, ma in lui rimane impressa l emozione provata (passione, dal latino pati, indica ciò che l animo prova come serenità o angoscia, come piacere o come dolore). Il sogno-visione lascia nel poeta una passione dolce, ma la sensazione rimasta è solo qualche goccia di beatitudine. 64-66. Così la neve ... Sibilla: nella terzina le due bellissime similitudini traducono l impossibilità di conservare nella memoria di Dante la visione divina. L effetto visivo della dissolvenza rende il senso della labilità umana nei confronti del mistero dell eternità. Come la neve, pura e bianchissima, si scioglie al sole goccia a goccia (disigilla, cioè «perde forma ), così la visione di Dio sta perdendo i contorni precisi, nella memoria di Dante. L altra similitudine si riferisce alla figura mitologica della Sibilla, un antica profetessa di Apollo ( Paradiso I, Personaggi, p. 566) che dimorava a Cuma, in una caverna, e scriveva i suoi responsi su foglie che il vento disperdeva, rendendone impossibile la ricostruzione (Virgilio, Eneide III, 443-450). Nel Medioevo la Sibilla fu interpretata come allegoria della volontà divina.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato