La Divina Commedia

750 Canto XXX alta della mia tromba, la quale crea portando a termine la sua difficile materia (matera), ricominciò (a dirmi) con atteggiamento e parole di guida decisa: «Noi siamo usciti fuori dal più grande Cielo materiale (il Primo Mobile) per passare al Cielo che è pura luce (l Empireo): luce intellettuale (di Dio), piena d amore; amore di vero bene, pieno di letizia; letizia che supera ogni dolcezza mondana. Qui (nell Empireo) vedrai entrambe le schiere del Paradiso (beati e angeli), e la prima in quegli aspetti che vedrai dopo il Giudizio finale (con i corpi risorti) . 46-51 Come un lampo improvviso che disperda gli organi della vista, così da privare gli occhi della capacità di vedere oggetti eccessivi, così una luce violenta mi circondò e mi lasciò avvolto da un velo così denso per il suo splendore che non vedevo più nulla. 52-63 «Sempre l amore (Dio) che rende immobile (appagandolo) questo Cielo accoglie chi vi entra con un tale saluto (che significa anche salvezza), per rendere la candela adatta alla fiamma (la visione di Dio) . Queste poche parole non erano ancora penetrate dentro di me, che subito compresi di superare i limiti delle mie naturali facoltà; e si accese in me una nuova vista, tale che nessuna luce è tanto splendente da non essere sopportata dai miei occhi; e vidi una luce come l oro in forma di fiume, tra due rive adorne di una meravigliosa fioritura primaverile. (vv. 64-123) Visione di luce e rosa dei beati 64-69 Da quel fiume uscivano scintille splendenti, che da ogni parte si posavano sui fiori, come rubini incastonati nell oro; poi, come inebriate dai profumi, si rituffavano nel gorgo meraviglioso, e se una entrava, ne usciva un altra. 70-81 La luce dei miei occhi (Beatrice) mi disse: «Il profondo desiderio che ora ti infiamma e ti spinge a voler sapere che cosa vedi, tanto più mi fa piacere quanto più è intenso; ma prima che la tua sete così grande (di sapere) possa saziarsi è necessario che tu beva di quest acqua (che tu guardi ancora) . E aggiunse ancora: «Il fiume e quelle gemme che entrano ed escono e i fiori che sono la gioia delle 38-42. ricominciò dolzore: Beatri- ce annuncia a Dante che si trovano ormai nell Empireo, collocato al di là dell ultimo cielo materiale (il Primo Mobile), formato da una sola luce, quella della mente divina, e dall amore di Dio, e perciò luogo di incomparabile beatitudine. 43-45. Qui vederai giustizia: nell Empireo, sede di tutti i beati, le anime appariranno a Dante nelle sembianze corporee, cioè come saranno dopo il Giudizio Universale, quando riacquisteranno i corpi risorti (Inferno VI, 98; Purgatorio I, 75). 36 l ard a sua matera terminando, con atto e voce di spedito duce ricominciò: «Noi siamo usciti fore 39 del maggior corpo al ciel ch è pura luce: luce intellett al, piena d amore; amor di vero ben, pien di letizia; 42 letizia che trascende ogne dolzore. Qui vederai l una e l altra milizia di paradiso, e l una in quelli aspetti 45 che tu vedrai a l ultima giustizia . Come sùbito lampo che discetti li spiriti visivi, sì che priva 48 da l atto l occhio di più forti obietti, così mi circunfulse luce viva, e lasciommi fasciato di tal velo 51 del suo fulgor, che nulla m appariva. «Sempre l amor che queta questo cielo accoglie in sé con sì fatta salute, 54 per far disposto a sua fiamma il candelo . Non fur più tosto dentro a me venute queste parole brievi, ch io compresi 57 me sormontar di sopr a mia virtute; e di novella vista mi raccesi tale, che nulla luce è tanto mera, 60 che li occhi miei non si fosser difesi; e vidi lume in forma di rivera fulvido di fulgore, intra due rive 63 dipinte di mirabil primavera. Di tal fiumana uscian faville vive, e d ogne parte si mettien ne fiori, 66 quasi rubin che oro circunscrive; poi, come inebr ate da li odori, riprofondavan sé nel miro gurge, 69 e s una intrava, un altra n uscia fori. «L alto disio che mo t infiamma e urge, d aver notizia di ciò che tu vei, 72 tanto mi piace più quanto più turge; ma di quest acqua convien che tu bei prima che tanta sete in te si sazi : 75 così mi disse il sol de li occhi miei. Anche soggiunse: «Il fiume e li topazi 46-51. Come nulla m appariva: l occhio di Dante è abbagliato da un lampo improvviso, saluto e salvezza donati dalla Grazia divina. Il raro latinismo circunfulse (circumfulsit), «mi circondò, mi avvolse , ricalca gli Atti degli Apostoli, e in particolare l episodio della folgorazione di san Paolo (subito de coelo circumfulsit me lux copiosa, «all improvviso mi circondò una grande luce dal cielo , XXII, 6), modello citato fin dall inizio del viaggio ultraterreno (Inferno II, 13-33) e ripreso anche nell incontro con Cacciaguida (Paolo è l unico entrato due volte in Paradiso, da vivo e dopo morto, Paradiso XV, 28-30). 53. salute: Parole in chiaro. 55-63. Non fur mirabil primavera: Dante dopo il lampo abbagliante si rende conto di acquistare una capacità visiva superiore a quella naturale (allegoria delle facoltà conoscitive): ai suoi occhi appare un fiume fiammeggiante di luce giallo-rossa (allegoria della Grazia divina) tra due rive di fiori colorati (allegoria dei beati). 64-81. Di tal fiumana superbe: la Grazia di Dio nell Empireo si è manifestata agli occhi di Dante prima come fiume disteso tra

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato