La Divina Commedia

734 Canto XXVI 40-45 La rende evidente (sternel) la parola (voce) di Dio (verace autore delle Sacre Scritture), che riferendosi a se stesso dice a Mosè: «Io ti mostrerò il bene nella sua integrità e completezza (ogne valore) . E tu stesso mi rendi evidente (questa verità), nell inizio del tuo santo annuncio (alto preconio, il Vangelo di Giovanni) che proclama in Terra il mistero della divinità (l arcano di qui) più solennemente di qualunque altro messaggio . 46-54 E io sentii: «In virtù degli argomenti logici, cui l intelletto umano può arrivare con le sue facoltà naturali, e dell autorità delle Scritture che a esso si accordano, il più alto dei tuoi amori è rivolto a Dio. Ma di ancora se tu senti altri legami (corde) che ti attraggono verso di lui, affinché tu dichiari ad alta voce (suone) attraverso quante fitte amorose (denti) l amore divino ti sprona e scuote (morde) . L intenzione benedetta dell aquila di Cristo (san Giovanni) non rimase nascosta (latente), anzi compresi in quale direzione voleva orientare la mia professione di fede. 55-69 Perciò ripresi: «Tutti quegli atti d amore (morsi) che hanno il potere di convogliare il cuore verso Dio, hanno contribuito a suscitare in me la virtù della carità: perché l esistenza dell universo e la mia, la morte che Cristo patì nella sua carne affinché io potessi avere la vita eterna, la beatitudine in cui ogni fedele ripone la propria speranza, come anch io, insieme con la vivida conoscenza che ho esposto prima, mi hanno tratto in salvo dalla passione per le cose terrene e mi hanno portato verso l amore del bene vero e supremo (diritto). Le creature (fronde) di cui si adorna (infronda) il grande campo dell agricoltore divino (ortolano etterno), io amo tanto quanto esse sono amate da lui . Non appena io tacqui, un canto soave si propagò per il cielo, e la mia donna intonava insieme con gli altri: «Santo, santo, santo! . (vv. 70-142) L incontro con Adamo 70-81 E come ci si risveglia (disonna) all apparire di una luce violenta, a causa dello spirito visivo che corre incontro allo splendore che attraversa le varie membrane (di gonna in gonna) dell occhio, e l individuo appena riemerso dal sonno non distingue bene (aborre), tanto è confuso (nescia) il suo risveglio improvviso, fino a che non soccorre la capacità di discernere (stimativa); allo stesso modo Beatrice eliminò dai miei occhi ogni minima imperfezione (quisquilia) grazie al raggio dei suoi, che risplendeva fulgido da oltre mille miglia: per cui da quel momento vidi meglio di prima; e stupito domandai notizie di un quarto lume che vidi tra noi. 82-90 E la mia donna: «In quel fascio di luce il suo creatore contempla la prima anima creata dal bene supremo (si tratta di Adamo, il primo uomo) . Come l albero piega la cima al soffio del vento, e poi si risolleva assecondando la naturale inclinazione a tendere verso l alto (soblima), così diventai io, preso da stupore mentre ella parlava, e poi il desiderio di domandare che mi bruciava dentro mi restituì sicurezza. 91-102 E cominciai: «O unico frutto che fosti creato già maturo, o antico padre a cui ciascuna sposa Sternel la voce del verace autore, che dice a Mo sè, di sé parlando: 42 Io ti farò vedere ogne valore . Sternilmi tu ancora, incominciando l alto preconio che grida l arcano 45 di qui là giù sovra ogne altro bando . E io udi : «Per intelletto umano e per autoritadi a lui concorde 48 d i tuoi amori a Dio guarda il sovrano. Ma dì ancor se tu senti altre corde tirarti verso lui, sì che tu suone 51 con quanti denti questo amor ti morde . Non fu latente la santa intenzione de l aguglia di Cristo, anzi m accorsi 54 dove volea menar mia professione. Però ricominciai: «Tutti quei morsi che posson far lo cor volgere a Dio, 57 a la mia caritate son concorsi: ché l essere del mondo e l esser mio, la morte ch el sostenne perch io viva, 60 e quel che spera ogne fedel com io, con la predetta conoscenza viva, tratto m hanno del mar de l amor torto, 63 e del diritto m han posto a la riva. Le fronde onde s infronda tutto l orto de l ortolano etterno, am io cotanto 66 quanto da lui a lor di bene è porto . Sì com io tacqui, un dolcissimo canto risonò per lo cielo, e la mia donna 69 dicea con li altri: «Santo, santo, santo! . E come a lume acuto si disonna per lo spirto visivo che ricorre 72 a lo splendor che va di gonna in gonna, e lo svegliato ciò che vede aborre, sì nesc a è la sùbita vigilia 75 fin che la stimativa non soccorre; così de li occhi miei ogne quisquilia fugò Beatrice col raggio d i suoi, 78 che rifulgea da più di mille milia: onde mei che dinanzi vidi poi; e quasi stupefatto domandai 81 d un quarto lume ch io vidi tra noi. E la mia donna: «Dentro da quei rai vagheggia il suo fattor l anima prima 84 che la prima virtù creasse mai . Come la fronda che flette la cima nel transito del vento, e poi si leva 87 per la propria virtù che la soblima, fec io in tanto in quant ella diceva, stupendo, e poi mi rifece sicuro 90 un disio di parlare ond o ardeva. E cominciai: «O pomo che maturo

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato