La Divina Commedia

si articola in due parti. Nella prima si conclude l e sameIl canto cui gli apostoli hanno sottoposto Dante ( Paradiso XXIV, XXV): materia di discussione è ora la carità, che per il poeta coincide con l innamoramento totale per Dio, unica forma di amore puro e completo (diritto), non viziato da passioni terrene (torto); la carità coincide anche con l amore per le altre creature, in proporzione al bene divino che esse meritano di ricevere (quanto da lui a lor di bene è porto, v. 66). Al termine dell esame, mentre i beati intonano un inno in lode di Dio, Beatrice restituisce la vista a Dante: è questo lo snodo Mentr io dubbiava per lo viso spento, de la fulgida fiamma che lo spense 3 uscì un spiro che mi fece attento, dicendo: «Intanto che tu ti risense de la vista che ha in me consunta, 6 ben è che ragionando la compense. Comincia dunque; e dì ove s appunta l anima tua, e fa ragion che sia 9 la vista in te smarrita e non defunta: perché la donna che per questa dia reg on ti conduce, ha ne lo sguardo 12 la virtù ch ebbe la man d Anania . Io dissi: «Al suo piacere e tosto e tardo vegna remedio a li occhi, che fuor porte 15 quand ella entrò col foco ond io sempr ardo. Lo ben che fa contenta questa corte, Alfa e O è di quanta scrittura 18 mi legge Amore o lievemente o forte . Quella medesma voce che paura tolta m avea del sùbito abbarbaglio, 21 di ragionare ancor mi mise in cura; e disse: «Certo a più angusto vaglio ti conviene schiarar: dicer convienti 24 chi drizzò l arco tuo a tal berzaglio . E io: «Per filosofici argomenti e per autorità che quinci scende 27 cotale amor convien che in me si mprenti: ché l bene, in quanto ben, come s intende, così accende amore, e tanto maggio 30 quanto più di bontate in sé comprende. Dunque a l essenza ov è tanto avvantaggio, che ciascun ben che fuor di lei si trova 33 altro non è ch un lume di suo raggio, più che in altra convien che si mova la mente, amando, di ciascun che cerne 36 il vero in che si fonda questa prova. Tal vero a l intelletto m o sterne colui che mi dimostra il primo amore 39 di tutte le sustanze sempiterne. narrativo che apre la seconda parte, in cui avviene l incontro con Adamo. Il dialogo con il primo uomo completa il «trittico delle virtù, introducendo anche temi rilevanti nella cultura di Dante: in particolare, quello del linguaggio originario dell umanità. A differenza di quanto aveva sostenuto nel De vulgari eloquentia (I, VI, 4-7), qui Dante afferma che la lingua di Adamo non si mantenne fra gli Ebrei, ma si estinse prima ancora che venisse tentata la costruzione della torre di Babele. La lingua, dunque, è un fenomeno mutevole, come tutti gli usi dei mortali, che sono come fronda / in ramo, che sen va e altra vene (vv. 137-138). (vv. 1-18) Inizio dell esame sulla carità 1-12 Mentre ero timoroso e dubbioso per la perdita della vista, dalla fiamma splendente che mi aveva abbagliato provenne una voce che catturò la mia attenzione, dicendo: «Finché riacquisti la vista che hai consumato, è bene che la compensi con il ragionamento. Dunque, incomincia; e dimmi dove tende la tua anima, e considera (fa ragion) che la tua vista è temporaneamente perduta, non estinta: perché la donna che ti guida in questo luogo di luce (dia region) possiede nello sguardo la stessa virtù che ebbe nelle mani Anania (il cristiano che con l imposizione delle mani restituì la vista a Paolo, accecato sulla via di Damasco) . 13-18 Io dissi: «Quando a lei piacerà, presto o tardi che sia, guariscano gli occhi, che furono come porte quando ella entrò nel mio cuore con quell amore per cui continuo ad ardere. Il bene supremo che appaga i beati, è il principio e la fine (Alfa e O) di ogni sentimento, lieve o intenso, che Amore mi insegna nell animo . (vv. 19-69) Altre domande di san Giovanni. Risposte di Dante 19-36 Quella stessa voce che mi aveva confortato dalla paura per l improvviso e accecante bagliore di luce, mi stimolò a proseguire il ragionamento; e disse: «Ora devi chiarire il tuo pensiero passando attraverso un esame (vaglio) più specifico: è necessario che tu spieghi chi orientò il tuo amore (arco) al bersaglio supremo (tal) . E io: «Un amore cosiffatto si imprime (s imprenti) necessariamente in me attraverso argomenti filosofici e l autorità della rivelazione divina (che quinci scende): perché il bene, non appena (come) viene compreso e percepito come tale, subito suscita un amore tanto maggiore quanta più bontà esso (il bene) contiene in sé. Dunque la mente di chiunque riconosca (cerne) la verità sulla quale si basa questo ragionamento (prova) indirizzerà inevitabilmente il proprio amore verso l essenza che supera tutte le altre (in bontà, cioè Dio), al punto che ogni bene esistente fuori di lei non è che un riflesso della sua luce. 37-39 Il grande filosofo (colui: Aristotele) che mi dimostra come l oggetto primario d amore per tutte le sostanze eterne sia il bene supremo, rende evidente (sterne) al mio intelletto questa verità. Paradiso San Giovanni: l esame sulla carità 733

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato